Nel bacino Mediterraneo sono sempre più numerosi i cani leishmaniotici, il controllo della malattia a sfondo immunomediato è fondamentale per consentire ai pazienti una vita più normale e lunga. Le linee guida definiscono una prognosi legata al solo quadro clinico (GSLC) o all'integrazione tra sierologia, clinica ed entità del danno renale cronico (LesishVet). Vi è però un solo studio che abbia analizzato i singoli parametri per valutarne l'influenza sulla sopravvivenza (Geisweid et al, 2012). Solo la presenza di ipoalbuminemia, proteinuria, linfopenia sono associate ad una minor sopravvivenza. Anche l'effetuazione di un protocollo terapeutico ha dimostrato di allungare le aspettative di vita. Questo studio, svolto su 105 cani malati di leishmaniosi, ne ha valutato i tempi di sopravvivenza individuando alcuni fattori che la influenzano. Al momento della prima diagnosi risulta che i parametri del segnalamento e la gravità del quadro clinico (punteggio clinico) (P=0,06) e classe LeishVet (P=0,1) non influenzino le aspettative di vita in modo significativo. Solo i pazienti in classe LeishVet 4 hanno tempi più brevi. Altrettanto per i casi del Punteggio di laboratorio (P=0,6). Non risulta quindi che l'entità delle alterazioni sia un parametro influente, quanto piuttosto la qualità delle stesse. I cani paucisintomatici, caratterizzati esclusivamente da lievi alterazioni di laboratorio abbiano sopravvivenza superiori, ma non statisticamente (P= 0,1), mentre i parametri di laboratorio indice di danno renale hanno una influenza statisticamente significativa. La presenza di proteinuria (p=0,02) causa un dimezzamento dei tempi di sopravvivenza (da 1018 a 620 giorni). L'ipoalbuminemia, spesso correlata ad una proteinuria cronica e grave, si avvicina alla significatività (P=0,1). Altro parametro molto influente (P=0,03) è la scelta terapeutica, i cani trattati con l'associazione Antimoniali ed Allopurinolo hanno decisamente migliori aspettative di vita. I nostri risultati sono in accordo con il precedente studio (Geisweiz et al., 2012), ma necessiterebbero di una conferma ottenuta su una popolazione più ampia.

Prognosi della Leishmaniosi canina: da quali parametri è maggiormente influenzata

BOSSO, ENRICO
2018/2019

Abstract

Nel bacino Mediterraneo sono sempre più numerosi i cani leishmaniotici, il controllo della malattia a sfondo immunomediato è fondamentale per consentire ai pazienti una vita più normale e lunga. Le linee guida definiscono una prognosi legata al solo quadro clinico (GSLC) o all'integrazione tra sierologia, clinica ed entità del danno renale cronico (LesishVet). Vi è però un solo studio che abbia analizzato i singoli parametri per valutarne l'influenza sulla sopravvivenza (Geisweid et al, 2012). Solo la presenza di ipoalbuminemia, proteinuria, linfopenia sono associate ad una minor sopravvivenza. Anche l'effetuazione di un protocollo terapeutico ha dimostrato di allungare le aspettative di vita. Questo studio, svolto su 105 cani malati di leishmaniosi, ne ha valutato i tempi di sopravvivenza individuando alcuni fattori che la influenzano. Al momento della prima diagnosi risulta che i parametri del segnalamento e la gravità del quadro clinico (punteggio clinico) (P=0,06) e classe LeishVet (P=0,1) non influenzino le aspettative di vita in modo significativo. Solo i pazienti in classe LeishVet 4 hanno tempi più brevi. Altrettanto per i casi del Punteggio di laboratorio (P=0,6). Non risulta quindi che l'entità delle alterazioni sia un parametro influente, quanto piuttosto la qualità delle stesse. I cani paucisintomatici, caratterizzati esclusivamente da lievi alterazioni di laboratorio abbiano sopravvivenza superiori, ma non statisticamente (P= 0,1), mentre i parametri di laboratorio indice di danno renale hanno una influenza statisticamente significativa. La presenza di proteinuria (p=0,02) causa un dimezzamento dei tempi di sopravvivenza (da 1018 a 620 giorni). L'ipoalbuminemia, spesso correlata ad una proteinuria cronica e grave, si avvicina alla significatività (P=0,1). Altro parametro molto influente (P=0,03) è la scelta terapeutica, i cani trattati con l'associazione Antimoniali ed Allopurinolo hanno decisamente migliori aspettative di vita. I nostri risultati sono in accordo con il precedente studio (Geisweiz et al., 2012), ma necessiterebbero di una conferma ottenuta su una popolazione più ampia.
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