La pubblica amministrazione per mezzo della spesa pubblica può farsi promotrice di un miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini e di uno sviluppo economico intelligente e sostenibile. Lo strumento dell'appalto pubblico è imprescindibile nell'intento di favorire la creazione di valore per il territorio, risultando particolarmente incisivo sul tessuto imprenditoriale e sulle comunità locali. La materia degli appalti pubblici gioca quindi un ruolo di primo piano nello sviluppo economico del paese. L'investimento di denaro pubblico comporta da sempre il forte rischio di fenomeni corruttivi; un articolato impianto normativo mira perciò a limitare la discrezionalità della stazione appaltante, nella speranza che tali vincoli ostacolino la corruzione dei pubblici funzionari che si occupano di appalti pubblici. In questo contesto assumono particolare rilievo i criteri di aggiudicazione. Il presente lavoro, nella consapevolezza dell'importanza e della complicatezza di questa materia, analizza la cruciale tematica dei criteri di aggiudicazione negli appalti pubblici al fine di valutare se l'attuale disciplina ha saputo individuare un giusto equilibrio tra l'efficienza degli appalti e la limitazione della discrezionalità della stazione appaltante (finalizzata a ridurre il rischio di fenomeni corruttivi). L'analisi dei criteri di aggiudicazione parte dal Codice dei Contratti Pubblici (d.lgs. 12 aprile 2006, n.163), passando per la fondamentale direttiva europea 2014/24/UE, per poi arrivare alla nuova disciplina contenuta nella legge delega n. 11/2016, nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs 50/2016) e nel decreto correttivo del 19 Aprile 2017 n. 56. Da questa analisi della materia dei criteri di aggiudicazione emerge che, se calata nel mondo reale, la recente disciplina sta già mostrando la sua inadeguatezza sia nel limitare la discrezionalità della stazione appaltante (ad esempio la prevalenza del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa rispetto al criterio del prezzo più basso non risolve del tutto l'incertezza circa l'individuazione dell'ambito di applicazione delle due diverse modalità di selezione dell'offerta) sia nel favorire l'efficienza degli appalti pubblici (ad esempio: il criterio dell'offerta economicamente più vantaggioso continua ad essere caratterizzato da un elevato grado di complessità che rende più difficili le operazioni della stazione appaltante; la gerarchia tra i criteri di aggiudicazione e la centralità della relativa opzione nella procedura di affidamento hanno condotto una recente giurisprudenza ad ammettere l'immediata impugnazione del bando di gara al fine di contestare la scelta del criterio di aggiudicazione, questo orientamento giurisprudenziale rischia di provocare un massiccio contenzioso precedente alla delibera della stazione appaltante). Pertanto l'attuale disciplina è ancora lontana dal realizzare il difficile compito di individuare un giusto equilibrio tra l'efficienza degli appalti e la limitazione della discrezionalità della stazione appaltante.

I criteri di aggiudicazione: un delicato equilibrio tra efficienza e discrezionalità

VERZILLI, MARCO
2017/2018

Abstract

La pubblica amministrazione per mezzo della spesa pubblica può farsi promotrice di un miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini e di uno sviluppo economico intelligente e sostenibile. Lo strumento dell'appalto pubblico è imprescindibile nell'intento di favorire la creazione di valore per il territorio, risultando particolarmente incisivo sul tessuto imprenditoriale e sulle comunità locali. La materia degli appalti pubblici gioca quindi un ruolo di primo piano nello sviluppo economico del paese. L'investimento di denaro pubblico comporta da sempre il forte rischio di fenomeni corruttivi; un articolato impianto normativo mira perciò a limitare la discrezionalità della stazione appaltante, nella speranza che tali vincoli ostacolino la corruzione dei pubblici funzionari che si occupano di appalti pubblici. In questo contesto assumono particolare rilievo i criteri di aggiudicazione. Il presente lavoro, nella consapevolezza dell'importanza e della complicatezza di questa materia, analizza la cruciale tematica dei criteri di aggiudicazione negli appalti pubblici al fine di valutare se l'attuale disciplina ha saputo individuare un giusto equilibrio tra l'efficienza degli appalti e la limitazione della discrezionalità della stazione appaltante (finalizzata a ridurre il rischio di fenomeni corruttivi). L'analisi dei criteri di aggiudicazione parte dal Codice dei Contratti Pubblici (d.lgs. 12 aprile 2006, n.163), passando per la fondamentale direttiva europea 2014/24/UE, per poi arrivare alla nuova disciplina contenuta nella legge delega n. 11/2016, nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs 50/2016) e nel decreto correttivo del 19 Aprile 2017 n. 56. Da questa analisi della materia dei criteri di aggiudicazione emerge che, se calata nel mondo reale, la recente disciplina sta già mostrando la sua inadeguatezza sia nel limitare la discrezionalità della stazione appaltante (ad esempio la prevalenza del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa rispetto al criterio del prezzo più basso non risolve del tutto l'incertezza circa l'individuazione dell'ambito di applicazione delle due diverse modalità di selezione dell'offerta) sia nel favorire l'efficienza degli appalti pubblici (ad esempio: il criterio dell'offerta economicamente più vantaggioso continua ad essere caratterizzato da un elevato grado di complessità che rende più difficili le operazioni della stazione appaltante; la gerarchia tra i criteri di aggiudicazione e la centralità della relativa opzione nella procedura di affidamento hanno condotto una recente giurisprudenza ad ammettere l'immediata impugnazione del bando di gara al fine di contestare la scelta del criterio di aggiudicazione, questo orientamento giurisprudenziale rischia di provocare un massiccio contenzioso precedente alla delibera della stazione appaltante). Pertanto l'attuale disciplina è ancora lontana dal realizzare il difficile compito di individuare un giusto equilibrio tra l'efficienza degli appalti e la limitazione della discrezionalità della stazione appaltante.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/36688