La presente tesi pone come principale oggetto di studio l'istituto dei danni punitivi consistenti in una sanzione civile punitiva che trova una maggiore applicazione in America del Nord nell'ambito della responsabilità civile in caso di illeciti extracontrattuali particolarmente riprovevoli. La liquidazione dei danni punitivi oltre a punire la condotta dell'autore dell'illecito che ha agito con dolo o colpa grave, mira anche a risarcire il danneggiato con una somma che oltrepassa l'ammontare dei danni subiti, e a fungere da deterrente sia nei confronti del sanzionato che potrebbe reiterare la condotta, sia nei confronti di altri potenziali trasgressori. In seguito all'ordinanza di rimessione del 16 maggio 2016, n. 9978, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione italiana con sentenza del 5 luglio 2017, n. 16601 si sono pronunciate per la prima volta favorevoli all'esecutività in Italia dei danni punitivi statunitensi. La decisione delle Sezioni Unite si basa su diversi argomenti: la presenza nell'ordinamento italiano di diverse disposizioni normative che attribuiscono al risarcimento danni una portata che va ben oltre la semplice riparazione del pregiudizio subito dalla vittima; la giurisprudenza di legittimità esclude l'incompatibilità tra la finalità punitiva della responsabilità civile con l'ordinamento giuridico italiano; la dottrina ha anche contribuito a promuovere la possibilità di concedere alla parte lesa il diritto al risarcimento, che va oltre la perdita patrimoniale subita, assumendo che anche la responsabilità civile possa avere un effetto deterrente. Le Sezioni Unite hanno riconosciuto alla responsabilità civile diverse funzioni: quella riparatoria, in linea con la precedente connotazione di responsabilità civile come ripristino della perdita patrimoniale, ma anche quella deterrente e sanzionatoria del comportamento illecito del colpevole. Data questa natura globale della responsabilità civile, la decisione dispone che i danni punitivi statunitensi non sono ontologicamente incompatibili con l'ordinamento giuridico italiano e quindi possono essere applicati in Italia, ma solo a determinate condizioni. Una sentenza di condanna al pagamento di danni punitivi può essere eseguita in Italia solo nel caso in cui disposizioni legislative straniere concedano al giudice competente il compito di assegnare danni punitivi in base a circostanze tipiche e prevedibili, e nel caso in cui l'ammontare dei danni punitivi sia proporzionato.
Il riconoscimento in Italia delle sentenze di condanna al pagamento dei punitive damages
DE BIASI, ILARIA
2017/2018
Abstract
La presente tesi pone come principale oggetto di studio l'istituto dei danni punitivi consistenti in una sanzione civile punitiva che trova una maggiore applicazione in America del Nord nell'ambito della responsabilità civile in caso di illeciti extracontrattuali particolarmente riprovevoli. La liquidazione dei danni punitivi oltre a punire la condotta dell'autore dell'illecito che ha agito con dolo o colpa grave, mira anche a risarcire il danneggiato con una somma che oltrepassa l'ammontare dei danni subiti, e a fungere da deterrente sia nei confronti del sanzionato che potrebbe reiterare la condotta, sia nei confronti di altri potenziali trasgressori. In seguito all'ordinanza di rimessione del 16 maggio 2016, n. 9978, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione italiana con sentenza del 5 luglio 2017, n. 16601 si sono pronunciate per la prima volta favorevoli all'esecutività in Italia dei danni punitivi statunitensi. La decisione delle Sezioni Unite si basa su diversi argomenti: la presenza nell'ordinamento italiano di diverse disposizioni normative che attribuiscono al risarcimento danni una portata che va ben oltre la semplice riparazione del pregiudizio subito dalla vittima; la giurisprudenza di legittimità esclude l'incompatibilità tra la finalità punitiva della responsabilità civile con l'ordinamento giuridico italiano; la dottrina ha anche contribuito a promuovere la possibilità di concedere alla parte lesa il diritto al risarcimento, che va oltre la perdita patrimoniale subita, assumendo che anche la responsabilità civile possa avere un effetto deterrente. Le Sezioni Unite hanno riconosciuto alla responsabilità civile diverse funzioni: quella riparatoria, in linea con la precedente connotazione di responsabilità civile come ripristino della perdita patrimoniale, ma anche quella deterrente e sanzionatoria del comportamento illecito del colpevole. Data questa natura globale della responsabilità civile, la decisione dispone che i danni punitivi statunitensi non sono ontologicamente incompatibili con l'ordinamento giuridico italiano e quindi possono essere applicati in Italia, ma solo a determinate condizioni. Una sentenza di condanna al pagamento di danni punitivi può essere eseguita in Italia solo nel caso in cui disposizioni legislative straniere concedano al giudice competente il compito di assegnare danni punitivi in base a circostanze tipiche e prevedibili, e nel caso in cui l'ammontare dei danni punitivi sia proporzionato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/36668