Introduzione: Le recenti ricerche scientifiche sembrano confermare l'ipotesi che i crostacei siano in grado di provare stress e dolore, tuttavia secondo la normativa vigente, i crostacei vivi esposti per la vendita ai fini del consumo umano sono considerati 'alimenti' e non più 'animali'¿ da questa contraddizione nasce il problema della loro commercializzazione. Obiettivi: La presente tesi ha lo scopo di fornire agli OSA (Operatori del Settore Alimentare) le indicazioni per la corretta gestione dei crostacei vivi durante la commercializzazione, ai fini della tutela del benessere. Materiali e metodi: E' stata svolta una fase preliminare di ricerca bibliografica con lo scopo di raccogliere informazioni sulle condizioni di detenzione ritenute più adeguate. Successivamente sono stati eseguiti dei controlli, con la collaborazione delle Autorità Competenti, in 23 aziende piemontesi che commercializzano crostacei vivi, con lo scopo di evidenziare le principali problematiche. In queste attività sono state raccolte informazioni attraverso diversi metodi: interviste agli OSA, verifiche delle condizioni di detenzione dei crostacei presenti, misurazioni strumentali dei parametri fisico-chimici dell'acqua di stoccaggio, presa visione di documenti. Risultati e Considerazioni: I controlli hanno messo in evidenza numerosi aspetti che contrastano con il benessere animale: detenzione dei crostacei al di fuori dell'ambiente acquatico, mancato rispetto dell'habitat ideale delle diverse specie, contenimento mediante legatura delle chele, adozione di metodi di uccisione che causano sofferenza agli animali, assenza di adeguati piani di monitoraggio e di procedure dedicate. La maggior parte delle inadeguatezze riscontrate potrebbero essere risolte con un'adeguata formazione degli operatori, con l'inclusione di una sezione dedicata alla gestione dei crostacei vivi nel Piano di Autocontrollo e attraverso attività di Controllo Ufficiale mirate. È stato preparato un opuscolo contenente le principali procedure operative atte a garantire il benessere di questi animali, che verrà vagliato dalle Autorità Competenti e distribuito nelle varie realtà commerciali come supporto nella corretta gestione dei crostacei vivi. È stata, inoltre, avviata una prova sperimentale volta alla ricerca di un metodo di contenimento alternativo alla legatura delle chele.
La commercializzazione dei crostacei vivi: indicazioni per una corretta gestione nel rispetto del benessere animale
D'Aguì, ELISA
2017/2018
Abstract
Introduzione: Le recenti ricerche scientifiche sembrano confermare l'ipotesi che i crostacei siano in grado di provare stress e dolore, tuttavia secondo la normativa vigente, i crostacei vivi esposti per la vendita ai fini del consumo umano sono considerati 'alimenti' e non più 'animali'¿ da questa contraddizione nasce il problema della loro commercializzazione. Obiettivi: La presente tesi ha lo scopo di fornire agli OSA (Operatori del Settore Alimentare) le indicazioni per la corretta gestione dei crostacei vivi durante la commercializzazione, ai fini della tutela del benessere. Materiali e metodi: E' stata svolta una fase preliminare di ricerca bibliografica con lo scopo di raccogliere informazioni sulle condizioni di detenzione ritenute più adeguate. Successivamente sono stati eseguiti dei controlli, con la collaborazione delle Autorità Competenti, in 23 aziende piemontesi che commercializzano crostacei vivi, con lo scopo di evidenziare le principali problematiche. In queste attività sono state raccolte informazioni attraverso diversi metodi: interviste agli OSA, verifiche delle condizioni di detenzione dei crostacei presenti, misurazioni strumentali dei parametri fisico-chimici dell'acqua di stoccaggio, presa visione di documenti. Risultati e Considerazioni: I controlli hanno messo in evidenza numerosi aspetti che contrastano con il benessere animale: detenzione dei crostacei al di fuori dell'ambiente acquatico, mancato rispetto dell'habitat ideale delle diverse specie, contenimento mediante legatura delle chele, adozione di metodi di uccisione che causano sofferenza agli animali, assenza di adeguati piani di monitoraggio e di procedure dedicate. La maggior parte delle inadeguatezze riscontrate potrebbero essere risolte con un'adeguata formazione degli operatori, con l'inclusione di una sezione dedicata alla gestione dei crostacei vivi nel Piano di Autocontrollo e attraverso attività di Controllo Ufficiale mirate. È stato preparato un opuscolo contenente le principali procedure operative atte a garantire il benessere di questi animali, che verrà vagliato dalle Autorità Competenti e distribuito nelle varie realtà commerciali come supporto nella corretta gestione dei crostacei vivi. È stata, inoltre, avviata una prova sperimentale volta alla ricerca di un metodo di contenimento alternativo alla legatura delle chele.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/36667