Diritto all'autodeterminazione dei popoli e secessione: il Caso canadese

Il presente lavoro intende analizzare il fenomeno della secessione, in particolare con riferimento al caso del Québec, il quale ha rappresentato un modello per le successive istanze separatiste sorte in Europa. Ci si propone allora, attraverso l’analisi degli scritti più rilevanti in materia, di definire la natura giuridica di questo fenomeno e di affermare se esso possa qualificarsi come mero fatto extra-giuridico o possa invece definirsi un diritto e di conseguenza rientrare in un progetto di codificazione a livello costituzionale. Per poter portare a termine gli obiettivi prepostoci, è necessario partire dalle diverse teorie emerse nel corso degli anni con riferimento al concetto di secessione, passando poi all’analisi della genesi del diritto di autodeterminazione dei popoli nell’ordinamento internazionale. Inoltre, come ogni teoria vuole, è altrettanto necessaria una proiezione ai casi pratici. In questo senso, il caso del Canada appare di estrema importanza per l’impatto che la pronuncia della Corte Suprema canadese ha avuto, contribuendo a definire condizioni e modalità con cui secedere, stabilendo così i confini e la road-map per un’eventuale secessione in linea con il rule of law e con il principio democratico. Il nucleo centrale del lavoro è pertanto rivolto ad esaminare tale pronuncia e l’effetto che essa ha comportato a livello internazionale, secondo una prospettiva comparatista. Ad un ventennio di distanza, la Reference appare fondamentale in un periodo storico in cui il tema è riemerso con veemenza in relazione alla crescita di movimenti separatisti che hanno scosso le fondamenta, rischiando di mettere in crisi l’unità di numerosi ordinamenti nazionali in ambito europeo - su tutti la Spagna ed il Regno Unito - ma non solo.