Aims: Evaluation of radicular bond strength and dentinal MMPs activity with different endodontic sealers (traditional vs bioceramic), filling techniques (warm vs cold) and adhesive protocols (self etch vs etch and rinse), after 24 hours and after one year (TO vs T1). Materials and Methods: 96 extracted, caries-free, single-rooted teeth were selected and shaped with Proglider, ProTaper Next X1-X2. Samples were randomly divided in four groups: warm filling with ZoE sealer; cold filling with resin based sealer; cold filling with bioceramic sealer; warm filling with bioceramic sealer. After 7 days, a 10 mm post space was prepared with dedicated drills and each group was divided into two subgroups according to the adhesive procedure (SE vs ER) employed for a fiber post cementation with dual resin cement. Samples were analyzed with push-out test at TO and T1. 16 additional non-carious multi-rooted teeth were prepared in accordance with the described groups and subgroups for in situ zymography analysis at T0 e T1. A 4-way ANOVA, post-hoc Tukey were used to test the four factors and one-way ANOVA to evaluate the differences within each variable (α = 0.05). Results: Radicular bond strength was significantly influenced by endodontic sealers (p< 0.05), with greater adhesion strength guaranteed by bioceramic sealers, both at T0 and at T1. T1 samples filled with bioceramic sealers showed higher values in warm technique than in cold technique. In traditional sealers group, SE adhesive protocol guaranteed better reisults than ER protocol. A significant increase in MMPs activity was observed in case of filling with cold techniques, both at T0 and at T1. ER adhesive protocol produced higher enzymatic activity than SE, especially in association with a warm technique. Overall, heat reduces the difference between the two adhesive system. Conclusion: The results showed that bioceramic sealers should guarantee better riesults in radicular dentin bond strength, without altering the endogenous enzymatic activity. The heat produced during the root canal obturation might reduce the internal enzymatic activity but, in association with bioceramic sealers, after 12 months,it produces higher bond strength. Heat reduces the difference between the two adhesive system. ER technique and aging increase the enzymatic activity. Aging tends to increase bond strength, especially in traditional sealers group associated with ER protocol.
Obiettivi: valutazione della forza di adesione radicolare e dell’attività delle MMPs endogene utilizzando differenti cementi endodontici (tradizionali vs bioceramici), tecniche di otturazione (caldo vs freddo) e tecniche di adesione (self etch vs etch and rinse), sia al baseline sia in campioni invecchiati di 12 mesi (TO vs T1). Materiali e metodi: sono stati selezionati 96 denti estratti, monoradicolati, non cariati e sono stati sagomati con Proglider e ProTaper Next X1-X2. I campioni sono stati divisi in modo casuale in quattro gruppi: otturazione con tecnica ad onda continua di condensazione e cemento endodontico all’ossido di zinco-eugenolo, otturazione con tecnica cono singolo a freddo e cemento endodontico resinoso, otturazione con tecnica cono singolo a freddo e cemento bioceramico, otturazione con tecnica ad onda continua di condensazione e cemento bioceramico. Dopo 7 giorni è stato preparato un post space di 10 mm con frese dedicate e ciascun gruppo è stato diviso in 2 sottogruppi, a seconda della procedura adesiva (SE e ER) impiegata per la cementazione di un perno in fibra con cemento resinoso duale. I campioni sono poi stati analizzati tramite push-out test a TO e T1. Ulteriori 16 denti estratti per ragioni ortodontiche, pluriradicolati, non cariati sono stati selezionati e trattati secondo le modalità descritte precedentemente per ciascun gruppo e sottogruppo. I campioni sono infine stati analizzati attraverso zimografia in situ a T0 e T1. L’analisi statistica è stata condotta attraverso un test ANOVA a quattro vie e un test post-hoc di Tukey per identificare gli effetti delle quattro variabili, e un ulteriore ANOVA unidirezionale per valutare le differenze all’interno di ogni variabile (α = 0.05). Risultati: la forza di adesione radicolare è risultata essere maggiore nel gruppo otturato con i cementi bioceramici rispetto ai cementi tradizionali, con differenze statisticamente significative sia a T0 sia a T1. Nei campioni invecchiati di 12 mesi otturati con cementi bioceramici è emerso che la tecnica di otturazione a caldo è correlata a valori di forza di adesione significativamente più alti rispetto alla tecnica di otturazione a freddo. Nel gruppo otturato con cementi tradizionali, invece, è stato evidenziato che la tecnica adesiva SE ha garantito migliori risultati rispetto al sottogruppo ER. Per quanto riguarda l’attività enzimatica, l’analisi statistica ha evidenziato valori significativamente più alti con il protocollo di otturazione a freddo, sia a TO sia a T1. La tecnica adesiva ER è risultata essere significativamente migliore, soprattutto in associazione ad una tecnica a caldo. In generale si è osservato, sia dall’analisi tramite test del push-out sia tramite zimografia in situ, che il calore attenua le differenze tra le due tecniche adesive. Conclusioni: i cementi bioceramici possono essere utilizzati per garantire una maggiore forza di adesione a livello radicolare rispetto ai cementi tradizionali, senza andare ad alterare l’attività delle MMPs. La tecnica di otturazione a caldo riduce l’attività enzimatica endogena ma, se associata a otturazione con cemento bioceramico, dopo 12 mesi comporta una maggiore forza di adesione. Il calore riduce le differenze tra le procedure adesive SE e ER. La tecnica ER produce un incremento dell’attività enzimatica. L’invecchiamento incrementa l’attività delle metalloproteinasi e tende ad aumentare, soprattutto nei cementi tradizionali associati a tecnica ER, la forza di adesione.
Risultati a 12 mesi della forza di adesione e dell’attività enzimatica endogena della dentina radicolare otturata con diversi cementi bioceramici
CORSO, LUCREZIA
2021/2022
Abstract
Obiettivi: valutazione della forza di adesione radicolare e dell’attività delle MMPs endogene utilizzando differenti cementi endodontici (tradizionali vs bioceramici), tecniche di otturazione (caldo vs freddo) e tecniche di adesione (self etch vs etch and rinse), sia al baseline sia in campioni invecchiati di 12 mesi (TO vs T1). Materiali e metodi: sono stati selezionati 96 denti estratti, monoradicolati, non cariati e sono stati sagomati con Proglider e ProTaper Next X1-X2. I campioni sono stati divisi in modo casuale in quattro gruppi: otturazione con tecnica ad onda continua di condensazione e cemento endodontico all’ossido di zinco-eugenolo, otturazione con tecnica cono singolo a freddo e cemento endodontico resinoso, otturazione con tecnica cono singolo a freddo e cemento bioceramico, otturazione con tecnica ad onda continua di condensazione e cemento bioceramico. Dopo 7 giorni è stato preparato un post space di 10 mm con frese dedicate e ciascun gruppo è stato diviso in 2 sottogruppi, a seconda della procedura adesiva (SE e ER) impiegata per la cementazione di un perno in fibra con cemento resinoso duale. I campioni sono poi stati analizzati tramite push-out test a TO e T1. Ulteriori 16 denti estratti per ragioni ortodontiche, pluriradicolati, non cariati sono stati selezionati e trattati secondo le modalità descritte precedentemente per ciascun gruppo e sottogruppo. I campioni sono infine stati analizzati attraverso zimografia in situ a T0 e T1. L’analisi statistica è stata condotta attraverso un test ANOVA a quattro vie e un test post-hoc di Tukey per identificare gli effetti delle quattro variabili, e un ulteriore ANOVA unidirezionale per valutare le differenze all’interno di ogni variabile (α = 0.05). Risultati: la forza di adesione radicolare è risultata essere maggiore nel gruppo otturato con i cementi bioceramici rispetto ai cementi tradizionali, con differenze statisticamente significative sia a T0 sia a T1. Nei campioni invecchiati di 12 mesi otturati con cementi bioceramici è emerso che la tecnica di otturazione a caldo è correlata a valori di forza di adesione significativamente più alti rispetto alla tecnica di otturazione a freddo. Nel gruppo otturato con cementi tradizionali, invece, è stato evidenziato che la tecnica adesiva SE ha garantito migliori risultati rispetto al sottogruppo ER. Per quanto riguarda l’attività enzimatica, l’analisi statistica ha evidenziato valori significativamente più alti con il protocollo di otturazione a freddo, sia a TO sia a T1. La tecnica adesiva ER è risultata essere significativamente migliore, soprattutto in associazione ad una tecnica a caldo. In generale si è osservato, sia dall’analisi tramite test del push-out sia tramite zimografia in situ, che il calore attenua le differenze tra le due tecniche adesive. Conclusioni: i cementi bioceramici possono essere utilizzati per garantire una maggiore forza di adesione a livello radicolare rispetto ai cementi tradizionali, senza andare ad alterare l’attività delle MMPs. La tecnica di otturazione a caldo riduce l’attività enzimatica endogena ma, se associata a otturazione con cemento bioceramico, dopo 12 mesi comporta una maggiore forza di adesione. Il calore riduce le differenze tra le procedure adesive SE e ER. La tecnica ER produce un incremento dell’attività enzimatica. L’invecchiamento incrementa l’attività delle metalloproteinasi e tende ad aumentare, soprattutto nei cementi tradizionali associati a tecnica ER, la forza di adesione.File | Dimensione | Formato | |
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