Escherichia coli e Staphylococcus pseudintermedius appartengono alla normale flora batterica del cane, il primo vive abitualmente nell’intestino ed il secondo sulla cute dell’ospite, ma possono essere agenti di patologie quali cistiti, infezioni uterine, setticemie neonatali, dermatiti, che vengono trattate mediante la somministrazione di antibiotici. L’elevata prevalenza di queste due specie batteriche in soggetti sani le rende idonee allo studio dell’antibiotico-resistenza. Poiché nell’allevamento del cane è possibile che ci sia un uso eccessivo di antibiotici, al momento dell’accoppiamento/inseminazione artificiale oppure al parto, i batteri possono aver sviluppato resistenza verso gli antimicrobici di più largo impiego. L’obiettivo è stato quello di utilizzare i due batteri come indicatori dell’impiego di antibiotici nell’allevamento del cane, confrontandone il profilo di resistenza con quello di ceppi isolati da una popolazione di cani di proprietà, viventi in ambiente domestico. L’indagine è stata svolta su 2 gruppi di animali sani non sottoposti a trattamenti farmacologici da almeno un mese, rappresentati da 25 cagne provenienti da allevamenti piemontesi e 25 cagne di proprietà scelte tra i pazienti dell’Ospedale Veterinario dell’Università di Torino ed ambulatori privati. Da ciascun soggetto sono stati prelevati un tampone cutaneo perivulvare e uno rettale, per massimizzare la possibilità di isolare le due specie batteriche. I campioni sono stati inviati all’IZSVe dove sono stati eseguiti gli esami batteriologici. L’identificazione microbiologica è stata fatta mediante metodo MALDI-TOF MS e successivamente è stata valutata la sensibilità ad un pannello di antibiotici mediante il metodo minima concentrazione inibente. Mediante test di Fisher si sono confrontate la resistenza agli antibiotici, la presenza di E. coli ESBL e di S. pseudintermedius meticillino-resistente, nonché la presenza di ceppi multiresistenti tra animali di allevamento e di proprietà. Sono stati raccolti 100 tamponi da cui, nei cani di allevamento, sono stati isolati 41 ceppi di E. coli e 9 di S. pseudintermedius; 32 e 10 dai soggetti di proprietà. Nei cani di allevamento, la percentuale di resistenza ai principi attivi testati è risultata generalmente più elevata rispetto ai cani di proprietà, con differenze statisticamente significative per diversi antimicrobici in E. coli. Inoltre, la presenza di ceppi di E. coli ESBL è risultata significativamente maggiore nei cani di allevamento, così come la presenza di ceppi di E. coli multiresistenti. I ceppi meticillino-resistenti di S. pseudintermedius non sono risultati significativamente diversi in una delle due categorie considerate, così come la presenza di ceppi di S. pseudintermedius multiresistenti. I nostri risultati svelano una situazione di largo uso di antibiotici negli allevamenti canini piemontesi, ma la distribuzione delle resistenze nei diversi allevamenti suggerisce una situazione disomogenea. È preoccupante anche il quadro negli animali proprietà, sottolineando il fatto che si tratta di soggetti sani e che dividono l’ambiente con l’uomo. È necessario avere consapevolezza delle implicazioni quando si decide di somministrare una terapia antibiotica, in modo da non utilizzarla in maniera indiscriminata, con il rischio di avvicinarsi ancora più velocemente ad un futuro in cui le opzioni terapeutiche efficaci per gli animali e per l’uomo saranno sempre più limitate.
Profili di antibiotico-resistenza in Escherichia coli e Staphylococcus pseudintermedius isolati da cagne di proprietà e di allevamento
SCHENA, SABRINA
2022/2023
Abstract
Escherichia coli e Staphylococcus pseudintermedius appartengono alla normale flora batterica del cane, il primo vive abitualmente nell’intestino ed il secondo sulla cute dell’ospite, ma possono essere agenti di patologie quali cistiti, infezioni uterine, setticemie neonatali, dermatiti, che vengono trattate mediante la somministrazione di antibiotici. L’elevata prevalenza di queste due specie batteriche in soggetti sani le rende idonee allo studio dell’antibiotico-resistenza. Poiché nell’allevamento del cane è possibile che ci sia un uso eccessivo di antibiotici, al momento dell’accoppiamento/inseminazione artificiale oppure al parto, i batteri possono aver sviluppato resistenza verso gli antimicrobici di più largo impiego. L’obiettivo è stato quello di utilizzare i due batteri come indicatori dell’impiego di antibiotici nell’allevamento del cane, confrontandone il profilo di resistenza con quello di ceppi isolati da una popolazione di cani di proprietà, viventi in ambiente domestico. L’indagine è stata svolta su 2 gruppi di animali sani non sottoposti a trattamenti farmacologici da almeno un mese, rappresentati da 25 cagne provenienti da allevamenti piemontesi e 25 cagne di proprietà scelte tra i pazienti dell’Ospedale Veterinario dell’Università di Torino ed ambulatori privati. Da ciascun soggetto sono stati prelevati un tampone cutaneo perivulvare e uno rettale, per massimizzare la possibilità di isolare le due specie batteriche. I campioni sono stati inviati all’IZSVe dove sono stati eseguiti gli esami batteriologici. L’identificazione microbiologica è stata fatta mediante metodo MALDI-TOF MS e successivamente è stata valutata la sensibilità ad un pannello di antibiotici mediante il metodo minima concentrazione inibente. Mediante test di Fisher si sono confrontate la resistenza agli antibiotici, la presenza di E. coli ESBL e di S. pseudintermedius meticillino-resistente, nonché la presenza di ceppi multiresistenti tra animali di allevamento e di proprietà. Sono stati raccolti 100 tamponi da cui, nei cani di allevamento, sono stati isolati 41 ceppi di E. coli e 9 di S. pseudintermedius; 32 e 10 dai soggetti di proprietà. Nei cani di allevamento, la percentuale di resistenza ai principi attivi testati è risultata generalmente più elevata rispetto ai cani di proprietà, con differenze statisticamente significative per diversi antimicrobici in E. coli. Inoltre, la presenza di ceppi di E. coli ESBL è risultata significativamente maggiore nei cani di allevamento, così come la presenza di ceppi di E. coli multiresistenti. I ceppi meticillino-resistenti di S. pseudintermedius non sono risultati significativamente diversi in una delle due categorie considerate, così come la presenza di ceppi di S. pseudintermedius multiresistenti. I nostri risultati svelano una situazione di largo uso di antibiotici negli allevamenti canini piemontesi, ma la distribuzione delle resistenze nei diversi allevamenti suggerisce una situazione disomogenea. È preoccupante anche il quadro negli animali proprietà, sottolineando il fatto che si tratta di soggetti sani e che dividono l’ambiente con l’uomo. È necessario avere consapevolezza delle implicazioni quando si decide di somministrare una terapia antibiotica, in modo da non utilizzarla in maniera indiscriminata, con il rischio di avvicinarsi ancora più velocemente ad un futuro in cui le opzioni terapeutiche efficaci per gli animali e per l’uomo saranno sempre più limitate.File | Dimensione | Formato | |
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