This dissertation’s purpose is to analyze the role played by the International Criminal Court, specifically with regard to the Russia-Ukraine conflict. The research begins with a historical analysis of the international justice landscape which outlines how the international community has responded to calls for justice throughout history. Said analysis is followed by a study of the Nuremberg and Tokyo trials, which mark a significant break from past legal tradition and the inauguration of what is called "the season of the victor’s justice”. The historical excursus concludes with the presentation of ad hoc and mixed tribunals as the most recent solutions and responses in the complex dynamics of international law and justice. Among many novel solutions, the establishment of the ICC, which was created to overcome the fragilities and weaknesses of previous systems, was fundamental. This research provides an exhaustive look at its substantive and procedural profiles. Specifically, it examines so-called core crimes: the list of crimes on which the ICC holds jurisdiction (albeit with limitations). The concluding chapter analyzes the ICC’s "on the ground" role in the Russia-Ukraine conflict. It highlights its strengths and weaknesses via an analysis of historical legal events. Next, it presents the prosecutorial limitations encountered by the ICC, specifically with regard to the crime of aggression. The research examines the solutions brought forth by critics and experts, taking a particular look at the possible establishment of an ad hoc Tribunal. The purpose of this dissertation is to demonstrate that law is and will remain the most effective tool for settling disputes, even the most complex and delicate ones such as armed conflicts. Thus, both the international community and individual states must not let law and justice be overridden by power and force relations moving forward.

Il presente lavoro è dedicato allo studio della Corte Penale Internazionale, con particolare riguardo alla sua attività in relazione al conflitto russo-ucraino. La ricerca si apre con un’analisi storica del panorama della giustizia internazionale al fine di delineare come la comunità internazionale ha risposto alle esigenze di giustizia che si sono succedute nella storia. Si è proseguito, poi, con l’esame dei Tribunali di Norimberga e Tokyo, considerati il punto di rottura con la tradizione giuridica passata e inauguranti di quella che viene definita “la stagione dei processi dei vincitori sui vinti”. L’excursus storico si conclude con la presentazione dei Tribunali ad hoc del CdS e quelli misti quali soluzioni e risposte più recenti nelle complesse dinamiche del diritto e della giustizia internazionale. In questo panorama di soluzioni di carattere straordinario, è risultata fondamentale l’istituzione della CPI al fine di superare le fragilità e le criticità dei sistemi precedenti: di questa ne sono stati approfonditi i profili sostanziali e procedurali, con particolare riguardo ai c.d. core crimes: l’elenco tassativo di crimini in relazione ai quali la stessa detiene, seppur con delle limitazioni, la giurisdizione. Nel capitolo conclusivo è stato, infine, analizzato il ruolo che la CPI ha assunto, e tutt’ora assume “sul campo”, esaminando la sua attività in relazione al conflitto russo-ucraino ed evidenziando i punti di forza e di debolezza che emergono dall’analisi degli eventi storici e giuridici. In seguito, sono stati presentati i limiti di procedibilità che la Corte incontra, specificatamente in merito al crimine di aggressione, analizzando le soluzioni che, finora, sono state avanzate da critici ed esperti, con particolare riguardo all’istituzione di un Tribunale ad hoc. Lo scopo del presente elaborato è, dunque, dimostrare che il diritto è e rimarrà lo strumento più efficace per dirimere qualsiasi tipo di controversia, anche quelle più complesse e delicate come i conflitti armati, e che gli Stati e la comunità internazionale in tal senso devono proseguire senza lasciare che la legge e la giustizia vengano scavalcati da rapporti di forza e di potere.

La Corte Penale Internazionale: limiti e potenzialità nelle crisi internazionali. Il caso russo-ucraino.

VALLOSIO, VIOLA
2022/2023

Abstract

Il presente lavoro è dedicato allo studio della Corte Penale Internazionale, con particolare riguardo alla sua attività in relazione al conflitto russo-ucraino. La ricerca si apre con un’analisi storica del panorama della giustizia internazionale al fine di delineare come la comunità internazionale ha risposto alle esigenze di giustizia che si sono succedute nella storia. Si è proseguito, poi, con l’esame dei Tribunali di Norimberga e Tokyo, considerati il punto di rottura con la tradizione giuridica passata e inauguranti di quella che viene definita “la stagione dei processi dei vincitori sui vinti”. L’excursus storico si conclude con la presentazione dei Tribunali ad hoc del CdS e quelli misti quali soluzioni e risposte più recenti nelle complesse dinamiche del diritto e della giustizia internazionale. In questo panorama di soluzioni di carattere straordinario, è risultata fondamentale l’istituzione della CPI al fine di superare le fragilità e le criticità dei sistemi precedenti: di questa ne sono stati approfonditi i profili sostanziali e procedurali, con particolare riguardo ai c.d. core crimes: l’elenco tassativo di crimini in relazione ai quali la stessa detiene, seppur con delle limitazioni, la giurisdizione. Nel capitolo conclusivo è stato, infine, analizzato il ruolo che la CPI ha assunto, e tutt’ora assume “sul campo”, esaminando la sua attività in relazione al conflitto russo-ucraino ed evidenziando i punti di forza e di debolezza che emergono dall’analisi degli eventi storici e giuridici. In seguito, sono stati presentati i limiti di procedibilità che la Corte incontra, specificatamente in merito al crimine di aggressione, analizzando le soluzioni che, finora, sono state avanzate da critici ed esperti, con particolare riguardo all’istituzione di un Tribunale ad hoc. Lo scopo del presente elaborato è, dunque, dimostrare che il diritto è e rimarrà lo strumento più efficace per dirimere qualsiasi tipo di controversia, anche quelle più complesse e delicate come i conflitti armati, e che gli Stati e la comunità internazionale in tal senso devono proseguire senza lasciare che la legge e la giustizia vengano scavalcati da rapporti di forza e di potere.
ITA
This dissertation’s purpose is to analyze the role played by the International Criminal Court, specifically with regard to the Russia-Ukraine conflict. The research begins with a historical analysis of the international justice landscape which outlines how the international community has responded to calls for justice throughout history. Said analysis is followed by a study of the Nuremberg and Tokyo trials, which mark a significant break from past legal tradition and the inauguration of what is called "the season of the victor’s justice”. The historical excursus concludes with the presentation of ad hoc and mixed tribunals as the most recent solutions and responses in the complex dynamics of international law and justice. Among many novel solutions, the establishment of the ICC, which was created to overcome the fragilities and weaknesses of previous systems, was fundamental. This research provides an exhaustive look at its substantive and procedural profiles. Specifically, it examines so-called core crimes: the list of crimes on which the ICC holds jurisdiction (albeit with limitations). The concluding chapter analyzes the ICC’s "on the ground" role in the Russia-Ukraine conflict. It highlights its strengths and weaknesses via an analysis of historical legal events. Next, it presents the prosecutorial limitations encountered by the ICC, specifically with regard to the crime of aggression. The research examines the solutions brought forth by critics and experts, taking a particular look at the possible establishment of an ad hoc Tribunal. The purpose of this dissertation is to demonstrate that law is and will remain the most effective tool for settling disputes, even the most complex and delicate ones such as armed conflicts. Thus, both the international community and individual states must not let law and justice be overridden by power and force relations moving forward.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/36521