L'adenocarcinoma delle ghiandole apocrine del seno paranale (AGASACA) è una neoplasia maligna che origina dall'epitelio secretorio della parete dei seni paranali, due diverticoli situati latero-ventralmente all'ano. E' un tumore relativamente poco frequente e rappresenta il 17% di tutte le neoplasie perianali e il 2% di quelle della cute nel cane. Ha un elevato e rapido potenziale metastatico e un comportamento biologico variabile; infatti, nella metà dei soggetti con AGASACA, il tumore si presenta come una massa sottocutanea ben visibile nella regione perineale, mentre nell'altra metà dei casi in forma di noduli di pochi millimetri riscontrati casualmente durante l'esplorazione digito-rettale ma già metastatici ai linfonodi regionali. I sintomi, se presenti, sono molto variabili perché correlati alla presenza e alle dimensioni del tumore primario (infiammazione, dolore della regione perineale, tumefazione e sanguinamento), alla megalia dei linfonodi regionali metastatici (ostruzione del canale pelvico con conseguente costipazione e tenesmo) e all'eventuale presenza di ipercalcemia paraneoplastica (con poliuria, polidipsia) che si riscontra nel 16-53% dei cani con AGASACA. Il trattamento d'elezione è la rimozione chirurgica del tumore primario e dei linfonodi regionali, mentre il ruolo della chemioterapia e della radioterapia non è ancora del tutto chiaro. Il tasso metastatico e di sopravvivenza variano notevolmente tra gli studi e il ruolo prognostico dei fattori clinici e istopatologici è spesso controverso. Lo scopo principale del presente studio retrospettivo è di valutare il possibile ruolo prognostico del Ki67, un antigene nucleare espresso durante tutte le fasi di replicazione ma non nelle cellule in quiescenza. Si è ipotizzato che elevate percentuali di Ki67 siano indicative di proliferazione cellulare incontrollata e di un elevato grado di malignità, associandosi quindi a sopravvivenza più breve. Inoltre, sono state valutate le possibili associazioni tra le caratteristiche istopatologiche e cliniche e la prognosi in 35 cani con AGASACA con e senza metastasi ai linfonodi regionali (rispettivamente in 24 e 11 cani). I risultati del presente studio dimostrano che nei cani con AGASACA trattati chirurgicamente, la presenza di metastasi linfonodali alla diagnosi sia un fattore prognostico negativo, che riduce significativamente il tempo libero da malattia e di sopravvivenza. È emerso, inoltre, che le dimensioni del tumore primario e l'infiltrazione vascolare sono associate negativamente alla sopravvivenza. Tuttavia, l'espressione dell'antigene Ki67 non è significativamente associata alla sopravvivenza e all'intervallo di tempo libero da malattia, sia nei soggetti trattati solo chirurgicamente sia in quelli che hanno ricevuto anche chemioterapia adiuvante.

Valore prognostico del Ki67 e di altri fattori clinici ed istopatologici nell'adenocarcinoma delle ghiandole apocrine del seno paranale del cane

CINO, MARZIA
2018/2019

Abstract

L'adenocarcinoma delle ghiandole apocrine del seno paranale (AGASACA) è una neoplasia maligna che origina dall'epitelio secretorio della parete dei seni paranali, due diverticoli situati latero-ventralmente all'ano. E' un tumore relativamente poco frequente e rappresenta il 17% di tutte le neoplasie perianali e il 2% di quelle della cute nel cane. Ha un elevato e rapido potenziale metastatico e un comportamento biologico variabile; infatti, nella metà dei soggetti con AGASACA, il tumore si presenta come una massa sottocutanea ben visibile nella regione perineale, mentre nell'altra metà dei casi in forma di noduli di pochi millimetri riscontrati casualmente durante l'esplorazione digito-rettale ma già metastatici ai linfonodi regionali. I sintomi, se presenti, sono molto variabili perché correlati alla presenza e alle dimensioni del tumore primario (infiammazione, dolore della regione perineale, tumefazione e sanguinamento), alla megalia dei linfonodi regionali metastatici (ostruzione del canale pelvico con conseguente costipazione e tenesmo) e all'eventuale presenza di ipercalcemia paraneoplastica (con poliuria, polidipsia) che si riscontra nel 16-53% dei cani con AGASACA. Il trattamento d'elezione è la rimozione chirurgica del tumore primario e dei linfonodi regionali, mentre il ruolo della chemioterapia e della radioterapia non è ancora del tutto chiaro. Il tasso metastatico e di sopravvivenza variano notevolmente tra gli studi e il ruolo prognostico dei fattori clinici e istopatologici è spesso controverso. Lo scopo principale del presente studio retrospettivo è di valutare il possibile ruolo prognostico del Ki67, un antigene nucleare espresso durante tutte le fasi di replicazione ma non nelle cellule in quiescenza. Si è ipotizzato che elevate percentuali di Ki67 siano indicative di proliferazione cellulare incontrollata e di un elevato grado di malignità, associandosi quindi a sopravvivenza più breve. Inoltre, sono state valutate le possibili associazioni tra le caratteristiche istopatologiche e cliniche e la prognosi in 35 cani con AGASACA con e senza metastasi ai linfonodi regionali (rispettivamente in 24 e 11 cani). I risultati del presente studio dimostrano che nei cani con AGASACA trattati chirurgicamente, la presenza di metastasi linfonodali alla diagnosi sia un fattore prognostico negativo, che riduce significativamente il tempo libero da malattia e di sopravvivenza. È emerso, inoltre, che le dimensioni del tumore primario e l'infiltrazione vascolare sono associate negativamente alla sopravvivenza. Tuttavia, l'espressione dell'antigene Ki67 non è significativamente associata alla sopravvivenza e all'intervallo di tempo libero da malattia, sia nei soggetti trattati solo chirurgicamente sia in quelli che hanno ricevuto anche chemioterapia adiuvante.
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