La libertà di espressione rappresenta, secondo l’opinione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, un fondamento essenziale delle società democratiche, nonché condizione per lo sviluppo dell’essere umano. Ad ogni modo, questa facoltà non si limita alle sole espressioni innocue, ma ricomprende anche quelle manifestazioni del pensiero che disturbano o offendono alcune fasce della popolazione. in quest’ultima categoria si inseriscono gli hate speeches, ovvero quei discorsi che comportano discriminazione, scherno, incitamento all’odio o all’intolleranza verso un singolo o un gruppo in ragione di fattori discriminanti come la razza, il credo, l’orientamento sessuale e l’identità di genere. A livello giuridico, il problema risiede nel difficile bilanciamento tra la libertà di esprimere liberamente i propri pensieri e la dignità umana e il principio di non discriminazione. In questo contesto, la rete, ha ampliato l’estensione territoriale, la velocità e la capillarità della comunicazione, rendendo possibile la diffusione dei discorsi d’odio anche nell’ambiente virtuale. L’hate speech online presenta delle peculiarità quali la pervasività delle idee sulla rete, la loro lunga permanenza nello spazio virtuale e la possibilità di esprimersi coperti dall’anonimato. Questo lavoro intende, in primo luogo, offrire una panoramica dello sviluppo della libertà di espressione e delle principali normative che sanciscono questo diritto fondamentale. In secondo luogo, descrivere l’hate speech e le normative dedicate al contrasto del fenomeno, mettere in luce le divergenze di vedute tra l’ordinamento internazionale ed europeo da un lato e quello americano dall’altro. Infine, è necessario soffermarsi ampiamente sul tema dell’hate speech online, comprendendo anche le nuove forme di odio quali il cyberbullismo e la responsabilità degli Internet Service Providers, con un focus sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani più rilevante e sugli sforzi compiuti dai vari ordinamenti per arginare questo fenomeno.
Discorsi d'odio online e Art. 10 CEDU
ZUCCOLOTTO, TOMMASO
2020/2021
Abstract
La libertà di espressione rappresenta, secondo l’opinione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, un fondamento essenziale delle società democratiche, nonché condizione per lo sviluppo dell’essere umano. Ad ogni modo, questa facoltà non si limita alle sole espressioni innocue, ma ricomprende anche quelle manifestazioni del pensiero che disturbano o offendono alcune fasce della popolazione. in quest’ultima categoria si inseriscono gli hate speeches, ovvero quei discorsi che comportano discriminazione, scherno, incitamento all’odio o all’intolleranza verso un singolo o un gruppo in ragione di fattori discriminanti come la razza, il credo, l’orientamento sessuale e l’identità di genere. A livello giuridico, il problema risiede nel difficile bilanciamento tra la libertà di esprimere liberamente i propri pensieri e la dignità umana e il principio di non discriminazione. In questo contesto, la rete, ha ampliato l’estensione territoriale, la velocità e la capillarità della comunicazione, rendendo possibile la diffusione dei discorsi d’odio anche nell’ambiente virtuale. L’hate speech online presenta delle peculiarità quali la pervasività delle idee sulla rete, la loro lunga permanenza nello spazio virtuale e la possibilità di esprimersi coperti dall’anonimato. Questo lavoro intende, in primo luogo, offrire una panoramica dello sviluppo della libertà di espressione e delle principali normative che sanciscono questo diritto fondamentale. In secondo luogo, descrivere l’hate speech e le normative dedicate al contrasto del fenomeno, mettere in luce le divergenze di vedute tra l’ordinamento internazionale ed europeo da un lato e quello americano dall’altro. Infine, è necessario soffermarsi ampiamente sul tema dell’hate speech online, comprendendo anche le nuove forme di odio quali il cyberbullismo e la responsabilità degli Internet Service Providers, con un focus sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani più rilevante e sugli sforzi compiuti dai vari ordinamenti per arginare questo fenomeno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/36346