L’elaborato ha l’obiettivo di esaminare il principio di creazione giurisprudenziale della “gradualità” in applicazione ai benefici penitenziari e alle misure alternative alla detenzione a carattere rieducativo. La seguente relazione si occupa in particolar modo di analisi e disamina della giurisprudenza costituzionale e di Cassazione, con lo scopo di ripercorrere le origini del principio di “gradualità”. In un primo momento, in quanto corollario necessario del principio di rieducazione, è stato riportato il percorso ermeneutico compiuto dalla Corte costituzionale in merito al principio di rieducazione e agli ulteriori principi che si rifanno al percorso risocializzante del detenuto all’interno dell’ordinamento penitenziario, quali l’individualizzazione del trattamento, la flessibilità della pena e il divieto di automatismi assoluti in ambito penitenziario. In un secondo momento, l’analisi si è concentrata sull’evoluzione giurisprudenziale che nel tempo ha coinvolto il principio di “gradualità”, tramite un’ampia disamina delle sentenze in merito tra gli anni che vanno dal 1974 al 2021, mettendo a confronto il percorso seguito dalla Corte costituzionale e quello intrapreso dalla Corte di Cassazione, evidenziando le similitudini e le divergenze dei due approcci interpretativi analizzati. La seconda parte dell’elaborato si è occupata di legare il principio di gradualità ai singoli benefici penitenziari e misure alternative che rientrano nel percorso trattamentale e rieducativo del condannato, in particolare la liberazione anticipata, i permessi premio, il lavoro all’esterno, la semilibertà, l’affidamento in prova al servizio sociale e la liberazione condizionale. Ciò è stato svolto non solo tramite l’analisi della disciplina normativa degli istituti esaminati, bensì anche con l’aiuto di ulteriore disamina giurisprudenziale in grado di evidenziare di volta in volta il singolo istituto in esame. Dunque, lo scopo ultimo di questa Tesi è tenere traccia del percorso giurisprudenziale in materia di principio di “gradualità” e ripercorrere il percorso interpretativo seguito dalla giurisprudenza di legittimità negli ultimi quarant’anni, partendo dall’introduzione della Legge sull’ordinamento penitenziario del 1975, sino ai giorni nostri, con l’obiettivo di evidenziare le argomentazioni e le tecniche utilizzate dalla giurisprudenza di legittimità in materia di gradualità e progressività trattamentale e di rimarcare la sempre più pregnante esigenza di spostare il focus dell’ordinamento penitenziario da una realtà generalmente carcero-centrica, ad una dimensione che mira sempre di più alla concreta rieducazione dei condannati.

I benefici penitenziari e il principio di "gradualità"

BARBOSA DE LIMA, KAROLINA
2022/2023

Abstract

L’elaborato ha l’obiettivo di esaminare il principio di creazione giurisprudenziale della “gradualità” in applicazione ai benefici penitenziari e alle misure alternative alla detenzione a carattere rieducativo. La seguente relazione si occupa in particolar modo di analisi e disamina della giurisprudenza costituzionale e di Cassazione, con lo scopo di ripercorrere le origini del principio di “gradualità”. In un primo momento, in quanto corollario necessario del principio di rieducazione, è stato riportato il percorso ermeneutico compiuto dalla Corte costituzionale in merito al principio di rieducazione e agli ulteriori principi che si rifanno al percorso risocializzante del detenuto all’interno dell’ordinamento penitenziario, quali l’individualizzazione del trattamento, la flessibilità della pena e il divieto di automatismi assoluti in ambito penitenziario. In un secondo momento, l’analisi si è concentrata sull’evoluzione giurisprudenziale che nel tempo ha coinvolto il principio di “gradualità”, tramite un’ampia disamina delle sentenze in merito tra gli anni che vanno dal 1974 al 2021, mettendo a confronto il percorso seguito dalla Corte costituzionale e quello intrapreso dalla Corte di Cassazione, evidenziando le similitudini e le divergenze dei due approcci interpretativi analizzati. La seconda parte dell’elaborato si è occupata di legare il principio di gradualità ai singoli benefici penitenziari e misure alternative che rientrano nel percorso trattamentale e rieducativo del condannato, in particolare la liberazione anticipata, i permessi premio, il lavoro all’esterno, la semilibertà, l’affidamento in prova al servizio sociale e la liberazione condizionale. Ciò è stato svolto non solo tramite l’analisi della disciplina normativa degli istituti esaminati, bensì anche con l’aiuto di ulteriore disamina giurisprudenziale in grado di evidenziare di volta in volta il singolo istituto in esame. Dunque, lo scopo ultimo di questa Tesi è tenere traccia del percorso giurisprudenziale in materia di principio di “gradualità” e ripercorrere il percorso interpretativo seguito dalla giurisprudenza di legittimità negli ultimi quarant’anni, partendo dall’introduzione della Legge sull’ordinamento penitenziario del 1975, sino ai giorni nostri, con l’obiettivo di evidenziare le argomentazioni e le tecniche utilizzate dalla giurisprudenza di legittimità in materia di gradualità e progressività trattamentale e di rimarcare la sempre più pregnante esigenza di spostare il focus dell’ordinamento penitenziario da una realtà generalmente carcero-centrica, ad una dimensione che mira sempre di più alla concreta rieducazione dei condannati.
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