La figura di Montesquieu nel tempo ha indubbiamente alimentato, non solo in ambito giuridico, un dibattito eccezionale; non potendo approfondire ogni aspetto della sua produzione, in questo elaborato ci si limiterà necessariamente a porre l'accento su determinati aspetti, valorizzando alcuni collegamenti che sono parsi particolarmente interessanti, anche per la loro peculiare collocazione all’interno della stessa opera De l’esprit des lois. L’obiettivo di questo studio, dunque, è quello di riuscire ad individuare, attraverso l'analisi di alcuni fra i più significativi pensieri di Montesquieu, come la funzione giudiziaria possa costituire un baluardo fondamentale di ciò che l’Autore identifica come libertà individuale, a fronte di chi, attraverso un uso dispotico del potere politico, possa essere in grado di minarla. Al fine di meglio comprendere alcuni tratti salienti dell’ideologia dell’Autore, si è ritenuto necessario delineare il contesto nel quale la riflessione scaturisce, sia sotto il profilo storico, sia sotto quello filosofico-dottrinale; per questo motivo l’elaborato comincerà col trattare della complicata situazione giuridica risalente già al VI secolo, dovuta ai sempre più evidenti scompensi che il sistema di diritto comune andava dimostrando; per poi giungere, attraverso i dibattiti dottrinali e gli avvenimenti storici, a trattare di quegli stati assoluti che caratterizzano l'Europa del XVIII secolo; per poi concludere con i caratteri che più si addicono, nel pensiero di Montesquieu, a quello che è definito come “lo Stato moderno”. Un tratto tipico dell’opera dell'Autore è la multidisciplinarietà, essa deriva da quel mondo greco antico da egli fortemente ammirato, attraverso questa si potrà, infatti, avere modo di ottenere quei dettami che Montesquieu individua come consoni e necessari per un governo che intende garantire libertà, sfruttando non solo le conoscenze derivanti dallo studio della materia giuridica, ma anche quelle fornite dalle diverse scienze padroneggiate dall’Autore; per fare questo, inoltre, si tratterà della teoria “della separazione dei poteri”, attraverso la quale si porranno a confronto quelle organizzazioni di governo che l’Autore individua come opposte: il regno dispotico da un lato; e la monarchia e la repubblica dall’altro, definite come potenzialmente “moderate” ed in grado di conferire la libertà ai propri sudditi, anche se fondate su aspetti e modalità istituzionali differenti. In fine, si potranno analizzare quelle specifiche regole e norme che caratterizzano lo stato che ha per fine la libertà sottolineate da Montesquieu, soffermandosi poi, su alcune delle più innovative intuizioni giuridiche dell’epoca, le quali risulteranno in grado di far luce in ambiti del governo tipicamente oscuri al tempo e, purtroppo, in molti luoghi, oscuri ancora oggi.
La funzione giudiziaria nel pensiero di Montesquieu
MORELLO, PIETRO
2022/2023
Abstract
La figura di Montesquieu nel tempo ha indubbiamente alimentato, non solo in ambito giuridico, un dibattito eccezionale; non potendo approfondire ogni aspetto della sua produzione, in questo elaborato ci si limiterà necessariamente a porre l'accento su determinati aspetti, valorizzando alcuni collegamenti che sono parsi particolarmente interessanti, anche per la loro peculiare collocazione all’interno della stessa opera De l’esprit des lois. L’obiettivo di questo studio, dunque, è quello di riuscire ad individuare, attraverso l'analisi di alcuni fra i più significativi pensieri di Montesquieu, come la funzione giudiziaria possa costituire un baluardo fondamentale di ciò che l’Autore identifica come libertà individuale, a fronte di chi, attraverso un uso dispotico del potere politico, possa essere in grado di minarla. Al fine di meglio comprendere alcuni tratti salienti dell’ideologia dell’Autore, si è ritenuto necessario delineare il contesto nel quale la riflessione scaturisce, sia sotto il profilo storico, sia sotto quello filosofico-dottrinale; per questo motivo l’elaborato comincerà col trattare della complicata situazione giuridica risalente già al VI secolo, dovuta ai sempre più evidenti scompensi che il sistema di diritto comune andava dimostrando; per poi giungere, attraverso i dibattiti dottrinali e gli avvenimenti storici, a trattare di quegli stati assoluti che caratterizzano l'Europa del XVIII secolo; per poi concludere con i caratteri che più si addicono, nel pensiero di Montesquieu, a quello che è definito come “lo Stato moderno”. Un tratto tipico dell’opera dell'Autore è la multidisciplinarietà, essa deriva da quel mondo greco antico da egli fortemente ammirato, attraverso questa si potrà, infatti, avere modo di ottenere quei dettami che Montesquieu individua come consoni e necessari per un governo che intende garantire libertà, sfruttando non solo le conoscenze derivanti dallo studio della materia giuridica, ma anche quelle fornite dalle diverse scienze padroneggiate dall’Autore; per fare questo, inoltre, si tratterà della teoria “della separazione dei poteri”, attraverso la quale si porranno a confronto quelle organizzazioni di governo che l’Autore individua come opposte: il regno dispotico da un lato; e la monarchia e la repubblica dall’altro, definite come potenzialmente “moderate” ed in grado di conferire la libertà ai propri sudditi, anche se fondate su aspetti e modalità istituzionali differenti. In fine, si potranno analizzare quelle specifiche regole e norme che caratterizzano lo stato che ha per fine la libertà sottolineate da Montesquieu, soffermandosi poi, su alcune delle più innovative intuizioni giuridiche dell’epoca, le quali risulteranno in grado di far luce in ambiti del governo tipicamente oscuri al tempo e, purtroppo, in molti luoghi, oscuri ancora oggi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/36286