The development of increasingly sophisticated technologies capable of collecting and analyzing enormous volumes of data and the growing availability of personal and non-personal data have led to the birth of new business models operating in what is now called the cd. "Data-driven economy". The present work proceeds to illustrate the development of the European strategy relating to the ongoing digital revolution, which took shape in the Digital Agenda program, representing one of the seven flagship initiatives of the Europe 2020 Strategy: the European Commission highlighted the benefits in a series of communications taken from the analysis of digital information and with a view to the development of commerce and competition, policies are encouraged to guarantee the free flow of data, the interoperability of digital formats and tools for data processing and standardization of these, aimed at solving the problems of access to information and aimed at increasing the skills necessary for the management and analysis of digital data. In order to promote wider access and greater sharing of digital information, the need to overcome the proposal that emerged during the European debate on the introduction of a further right of ownership of data is highlighted, formulated with the intention of overcoming the difficulty in protecting the raw data with the discipline of existing intellectual property rights and to guarantee greater protection of the investments made by the companies in the technological infrastructures for data analysis. To the possible introduction of a new property regime, which finds no economic justification and which could lead to a greater closure of the market and to a strengthening of some economic operators already influential in it, we highlight the preference expressed in relying exclusively on contract law and data protection through technical protection measures. However, this last solution encounters limits due to the different bargaining power of the parties, which theme is discussed in the present work in the context of the broader debate concerning the possibilities of intervention of the antitrust discipline in relation to the conduct deriving from the exploitation of the big given as an economic resource by the various industrial incumbents. The ever-increasing innovation of the markets in question and of the technologies in the possession of digital companies makes clear some of the limits inherent in the competitive discipline, deriving not only from the letter of the law, which needs to be readjusted in the face of today's challenges, but also by the inability of knowing how to grasp the need to pursue through the aforementioned discipline the increasing concentration of economic and political power that accumulates in the hands of a few companies in the form of digital information. On the basis of these limits, the possibility of intervening through regulation is discussed, with a view to balancing the dynamism of digital markets on the one hand and the interest to innovate of industrial incumbents and on the other hand the protection that must be placed in the comparisons with competitive mechanisms but also with regard to consumer privacy and their right to be informed and aware of information collection and analysis mechanisms.
Lo sviluppo di tecnologie sempre più sofisticate capaci di raccogliere e analizzare enormi volumi di dati e la crescente disponibilità di dati personali e non personali hanno determinato la nascita di nuovi modelli di business operanti in quella che ad oggi viene definita la cd. ¿data-driven economy¿. Il presente lavoro procede ad illustrare lo sviluppo della strategia europea relativa alla rivoluzione digitale in corso, che si è concretizzata nel programma Digital Agenda, rappresentante una delle sette flagship initiatives della Europe 2020 Strategy: la Commissione Europea in una serie di comunicazioni ha evidenziato i benefici tratti dall'analisi di informazioni digitali e in un'ottica tesa allo sviluppo del commercio e della concorrenza vengono incoraggiate politiche atte a garantire il libero flusso dei dati, l'interoperabilità dei formati digitali e degli strumenti per l'elaborazione dei dati e la standardizzazione di questi, tese a risolvere i problemi di accesso alle informazioni e finalizzate ad incrementare le competenze necessarie alla gestione e all'analisi dei dati digitali. Nell'ottica di promuovere un accesso più ampio e una maggiore condivisione delle informazioni digitali si evidenzia la necessità di superare la proposta emersa in sede di dibattito europeo sull'introduzione di un ulteriore diritto di proprietà sui dati, formulata con l'intento di superare la difficoltà nel proteggere i dati grezzi con la disciplina dei diritti di proprietà intellettuale esistenti e di garantire una maggiore protezione degli investimenti compiuti dalle imprese nelle infrastrutture tecnologiche per l'analisi dei dati. Alla possibile introduzione di un nuovo regime di proprietà, il quale non trova alcuna giustificazione economica e che potrebbe portare ad una maggiore chiusura del mercato e ad un rafforzamento di alcuni operatori economici già influenti in esso, si evidenzia la preferenza manifestata nell'affidarsi esclusivamente al diritto contrattuale e alla protezione dei dati attraverso le misure tecniche di protezione. Tuttavia, quest'ultima soluzione incontra dei limiti dovuti al diverso potere contrattuale delle parti, il quale tema viene discusso nel presente lavoro nell'ambito del più ampio dibattito inerente alle possibilità di intervento della disciplina antitrust in relazione alle condotte che derivano dallo sfruttamento dei big data quale risorsa economica da parte dei vari incumbent industriali. La sempre maggiore innovazione dei mercati in questione e delle tecnologie in possesso delle imprese digitali rende evidenti alcuni limiti propri della disciplina concorrenziale, derivanti non solo dalla lettera della norma, la quale necessita di essere riadattata a fronte delle sfide odierne, ma anche dall'incapacità di saper cogliere la necessità di perseguire attraverso la suddetta disciplina la sempre maggiore concentrazione di potere economico e politico che si accumula nelle mani di poche imprese nella forma di informazioni digitali. Sulla base di tali limiti si discute della possibilità di intervenire attraverso la regolamentazione, nell'ottica di bilanciare da un lato la dinamicità dei mercati digitali e l'interesse ad innovare propria degli incumbent industriali e dall'altro lato la protezione che deve essere disposta nei confronti dei meccanismi concorrenziali ma altresì nei confronti della privacy dei consumatori e del loro diritto ad essere informati e consapevoli dei meccanismi di raccolta e analisi delle informazioni.
Big Data: profili di protezione giuridica e norme antitrust
PIRRONITTO, CLAUDIA
2018/2019
Abstract
Lo sviluppo di tecnologie sempre più sofisticate capaci di raccogliere e analizzare enormi volumi di dati e la crescente disponibilità di dati personali e non personali hanno determinato la nascita di nuovi modelli di business operanti in quella che ad oggi viene definita la cd. ¿data-driven economy¿. Il presente lavoro procede ad illustrare lo sviluppo della strategia europea relativa alla rivoluzione digitale in corso, che si è concretizzata nel programma Digital Agenda, rappresentante una delle sette flagship initiatives della Europe 2020 Strategy: la Commissione Europea in una serie di comunicazioni ha evidenziato i benefici tratti dall'analisi di informazioni digitali e in un'ottica tesa allo sviluppo del commercio e della concorrenza vengono incoraggiate politiche atte a garantire il libero flusso dei dati, l'interoperabilità dei formati digitali e degli strumenti per l'elaborazione dei dati e la standardizzazione di questi, tese a risolvere i problemi di accesso alle informazioni e finalizzate ad incrementare le competenze necessarie alla gestione e all'analisi dei dati digitali. Nell'ottica di promuovere un accesso più ampio e una maggiore condivisione delle informazioni digitali si evidenzia la necessità di superare la proposta emersa in sede di dibattito europeo sull'introduzione di un ulteriore diritto di proprietà sui dati, formulata con l'intento di superare la difficoltà nel proteggere i dati grezzi con la disciplina dei diritti di proprietà intellettuale esistenti e di garantire una maggiore protezione degli investimenti compiuti dalle imprese nelle infrastrutture tecnologiche per l'analisi dei dati. Alla possibile introduzione di un nuovo regime di proprietà, il quale non trova alcuna giustificazione economica e che potrebbe portare ad una maggiore chiusura del mercato e ad un rafforzamento di alcuni operatori economici già influenti in esso, si evidenzia la preferenza manifestata nell'affidarsi esclusivamente al diritto contrattuale e alla protezione dei dati attraverso le misure tecniche di protezione. Tuttavia, quest'ultima soluzione incontra dei limiti dovuti al diverso potere contrattuale delle parti, il quale tema viene discusso nel presente lavoro nell'ambito del più ampio dibattito inerente alle possibilità di intervento della disciplina antitrust in relazione alle condotte che derivano dallo sfruttamento dei big data quale risorsa economica da parte dei vari incumbent industriali. La sempre maggiore innovazione dei mercati in questione e delle tecnologie in possesso delle imprese digitali rende evidenti alcuni limiti propri della disciplina concorrenziale, derivanti non solo dalla lettera della norma, la quale necessita di essere riadattata a fronte delle sfide odierne, ma anche dall'incapacità di saper cogliere la necessità di perseguire attraverso la suddetta disciplina la sempre maggiore concentrazione di potere economico e politico che si accumula nelle mani di poche imprese nella forma di informazioni digitali. Sulla base di tali limiti si discute della possibilità di intervenire attraverso la regolamentazione, nell'ottica di bilanciare da un lato la dinamicità dei mercati digitali e l'interesse ad innovare propria degli incumbent industriali e dall'altro lato la protezione che deve essere disposta nei confronti dei meccanismi concorrenziali ma altresì nei confronti della privacy dei consumatori e del loro diritto ad essere informati e consapevoli dei meccanismi di raccolta e analisi delle informazioni.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
794621_tesipirronittoclaudia.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.19 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.19 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/36228