INTRODUCTION: The presence of overweight or obesity in women has been associated with reduced reproductive success in both natural fertility and the outcomes of assisted reproductive technology. However, recent large case-control studies in the context of in vitro fertilization have questioned an unambiguous effect of overweight/obesity. OBJECTIVES: The aim was to evaluate the potential impact of body weight and degree of insulin resistance, as measured by the HOMA index, on clinical and laboratory variables related to an in vitro fertilization cycle and conception rate. MATERIALS AND METHODS: A total of 380 patients were enrolled for a total of 515 IVF treatments. Only IVF cycles with autologous oocytes were included. Patients with diabetes mellitus and those with polycystic ovary syndrome were excluded. Controlled ovarian hyperstimulation (COH) was achieved using one of the standard protocols, selected according to the patient's age, type of infertility diagnosis, BMI, basal FSH, AMH values, and according to basal follicular count. Blood glucose and insulinemia were measured in fasting state, and the HOMA index was obtained: blood glucose (mg/dl) *insulinemia (mUI/L)/405. Normal values of insulin sensitivity are considered for an index between 0.22 and 2.5. BMI was calculated by dividing weight expressed in kg by the square of height in meters. In a subgroup of 162 patients, abdominal circumference was measured using a dressmaker's tape measure and taken at the level of the umbilical line, with patient in supine position. RESULTS: The total and average dose of exogenous gonadotropins used for COH, the percentage of cycles cancelled due to nonresponse, the number of days of stimulation, serum estradiol levels reached on the day of trigger, the OSI index, and the number of fertilized, cleaved, and evolved oocytes at the blastocyst stage were all found to be superimposable between the two groups. In contrast, mean endometrial thickness was significantly greater in cycles involving the insulin-resistant group of women (11.0±2.6 vs 9.8±2.0 P value<0.01). The metaphase II oocyte rate was significantly lower in the insulin-resistant women (75% vs 83%, p value=0.01). The embryo implantation rate was 23% in women with insulin resistance and 27% in others (not statistically significant). The incidence of miscarriage in the first trimester was 25% and 18% (nonsignificant difference). CONCLUSIONS: While more oocytes were retrieved in women with insulin resistance, the percentage of mature oocytes was lower than in women with normal insulin sensitivity. This could be given by a different "quality" of follicular function. In women with insulin resistance, a greater endometrial thickness achieved during COH was also noted. Regarding pregnancy and abortion rates, we observed a negative trend in women with insulin resistance. Although statistical significance was not reached, it can be hypothesized that implantation, pregnancy and miscarriage risk may be influenced by dysmetabolism, which could make the endometrium less receptive.

INTRODUZIONE: La presenza di sovrappeso o obesità nella donna sono stati associati ad una riduzione del successo riproduttivo sia per quanto riguarda la fertilità naturale, sia per quanto riguarda gli esiti delle tecniche di fecondazione assistita. Tuttavia, recenti studi condotti su vaste casistiche nell'ambito della fecondazione in vitro hanno messo in discussione un effetto univoco del sovrappeso/obesità. OBIETTIVI: Lo scopo è stato quello di valutare il potenziale impatto di peso corporeo e del grado di resistenza all'insulina, misurato mediante l’HOMA index, sulle variabili cliniche e di laboratorio correlate ad un ciclo di fecondazione in vitro e sul tasso di concepimenti. MATERIALI E METODI: Sono state arruolate 380 pazienti per un totale di 515 trattamenti di FIV. Sono stati inclusi solo cicli di FIV con ovociti autologhi. Sono state escluse le pazienti affette da diabete mellito e quelle affette da sindrome dell’ovaio policistico. L’iperstimolazione ovarica controllata (COH) è stata ottenuta utilizzando uno dei protocolli standard, selezionato in base all’età della paziente, al tipo di diagnosi di infertilità, al BMI, ai valori basali di FSH, di AMH, e in base alla conta follicolare basale. La glicemia e l’insulinemia sono state dosate a digiuno e l’indice HOMA è stato ottenuto: glicemia (mg/dl) *insulinemia (mUI/L) /405. Valori normali di sensibilità all’insulina sono considerati per un indice compreso tra 0,22 e 2,5. Il BMI è stato calcolato dividendo il peso espresso in kg per il quadrato dell’altezza in metri. In un sottogruppo di 162 pazienti è stata misurata la circonferenza addominale usando un metro da sarto e rilevandola a livello della linea ombelicale, con paziente in posizione supina. RISULTATI: La dose totale e media di gonadotropine esogene impiegate per la COH, la percentuale di cicli cancellati per mancata risposta, il numero di giorni di stimolazione, i livelli di estradiolo serico raggiunti il giorno del trigger, l’indice OSI, il numero di ovociti fertilizzati, clivati ed evoluti allo stadio di blastocisti sono risultati tutti sovrapponibili tra i due gruppi. Al contrario, lo spessore endometriale medio è risultato significativamente maggiore nei cicli che riguardavano il gruppo di donne insulinoresistenti (11,0±2,6 vs 9,8±2,0 P value<0,01). La percentuale di ovociti in metafase II è stata significativamente inferiore nelle donne insulino-resistenti (75% vs 83%, p value=0,01). Il tasso di impianto embrionario è stato del 23% nelle donne con insulinoresistenza e del 27% nelle altre (non statisticamente significativo). L’incidenza di aborto spontaneo nel primo trimestre è risultata rispettivamente del 25% e del 18% (differenza non significativa). CONCLUSIONI: A fronte di un numero di ovociti recuperati maggiore nelle donne con resistenza all’insulina, la percentuale di ovociti maturi era inferiore rispetto alle donne con normale sensibilità all’insulina. Questo potrebbe essere dato da una diversa “qualità” della funzione follicolare. Nelle donne con insulinoresistenza si è anche notato un maggiore spessore endometriale raggiunto durante COH. Per quanto riguarda i tassi di gravidanza e di abortività abbiamo osservato una tendenza negativa nelle donne con insulinoresistenza. Anche se non si è raggiunta la significatività statistica, si può ipotizzare che impianto, gravidanza e rischio di aborto spontaneo possano essere influenzati dal dismetabolismo, il quale potrebbe rendere l’endometrio meno recettivo.

OUTCOME DI UN PERCORSO DI FECONDAZIONE ASSISTITA IN RELAZIONE AL PESO CORPOREO E ALLA SENSIBILITA’ ALL’INSULINA NELLA DONNA: STUDIO PROSPETTICO

FORNASIERI, FABIO
2021/2022

Abstract

INTRODUZIONE: La presenza di sovrappeso o obesità nella donna sono stati associati ad una riduzione del successo riproduttivo sia per quanto riguarda la fertilità naturale, sia per quanto riguarda gli esiti delle tecniche di fecondazione assistita. Tuttavia, recenti studi condotti su vaste casistiche nell'ambito della fecondazione in vitro hanno messo in discussione un effetto univoco del sovrappeso/obesità. OBIETTIVI: Lo scopo è stato quello di valutare il potenziale impatto di peso corporeo e del grado di resistenza all'insulina, misurato mediante l’HOMA index, sulle variabili cliniche e di laboratorio correlate ad un ciclo di fecondazione in vitro e sul tasso di concepimenti. MATERIALI E METODI: Sono state arruolate 380 pazienti per un totale di 515 trattamenti di FIV. Sono stati inclusi solo cicli di FIV con ovociti autologhi. Sono state escluse le pazienti affette da diabete mellito e quelle affette da sindrome dell’ovaio policistico. L’iperstimolazione ovarica controllata (COH) è stata ottenuta utilizzando uno dei protocolli standard, selezionato in base all’età della paziente, al tipo di diagnosi di infertilità, al BMI, ai valori basali di FSH, di AMH, e in base alla conta follicolare basale. La glicemia e l’insulinemia sono state dosate a digiuno e l’indice HOMA è stato ottenuto: glicemia (mg/dl) *insulinemia (mUI/L) /405. Valori normali di sensibilità all’insulina sono considerati per un indice compreso tra 0,22 e 2,5. Il BMI è stato calcolato dividendo il peso espresso in kg per il quadrato dell’altezza in metri. In un sottogruppo di 162 pazienti è stata misurata la circonferenza addominale usando un metro da sarto e rilevandola a livello della linea ombelicale, con paziente in posizione supina. RISULTATI: La dose totale e media di gonadotropine esogene impiegate per la COH, la percentuale di cicli cancellati per mancata risposta, il numero di giorni di stimolazione, i livelli di estradiolo serico raggiunti il giorno del trigger, l’indice OSI, il numero di ovociti fertilizzati, clivati ed evoluti allo stadio di blastocisti sono risultati tutti sovrapponibili tra i due gruppi. Al contrario, lo spessore endometriale medio è risultato significativamente maggiore nei cicli che riguardavano il gruppo di donne insulinoresistenti (11,0±2,6 vs 9,8±2,0 P value<0,01). La percentuale di ovociti in metafase II è stata significativamente inferiore nelle donne insulino-resistenti (75% vs 83%, p value=0,01). Il tasso di impianto embrionario è stato del 23% nelle donne con insulinoresistenza e del 27% nelle altre (non statisticamente significativo). L’incidenza di aborto spontaneo nel primo trimestre è risultata rispettivamente del 25% e del 18% (differenza non significativa). CONCLUSIONI: A fronte di un numero di ovociti recuperati maggiore nelle donne con resistenza all’insulina, la percentuale di ovociti maturi era inferiore rispetto alle donne con normale sensibilità all’insulina. Questo potrebbe essere dato da una diversa “qualità” della funzione follicolare. Nelle donne con insulinoresistenza si è anche notato un maggiore spessore endometriale raggiunto durante COH. Per quanto riguarda i tassi di gravidanza e di abortività abbiamo osservato una tendenza negativa nelle donne con insulinoresistenza. Anche se non si è raggiunta la significatività statistica, si può ipotizzare che impianto, gravidanza e rischio di aborto spontaneo possano essere influenzati dal dismetabolismo, il quale potrebbe rendere l’endometrio meno recettivo.
ITA
INTRODUCTION: The presence of overweight or obesity in women has been associated with reduced reproductive success in both natural fertility and the outcomes of assisted reproductive technology. However, recent large case-control studies in the context of in vitro fertilization have questioned an unambiguous effect of overweight/obesity. OBJECTIVES: The aim was to evaluate the potential impact of body weight and degree of insulin resistance, as measured by the HOMA index, on clinical and laboratory variables related to an in vitro fertilization cycle and conception rate. MATERIALS AND METHODS: A total of 380 patients were enrolled for a total of 515 IVF treatments. Only IVF cycles with autologous oocytes were included. Patients with diabetes mellitus and those with polycystic ovary syndrome were excluded. Controlled ovarian hyperstimulation (COH) was achieved using one of the standard protocols, selected according to the patient's age, type of infertility diagnosis, BMI, basal FSH, AMH values, and according to basal follicular count. Blood glucose and insulinemia were measured in fasting state, and the HOMA index was obtained: blood glucose (mg/dl) *insulinemia (mUI/L)/405. Normal values of insulin sensitivity are considered for an index between 0.22 and 2.5. BMI was calculated by dividing weight expressed in kg by the square of height in meters. In a subgroup of 162 patients, abdominal circumference was measured using a dressmaker's tape measure and taken at the level of the umbilical line, with patient in supine position. RESULTS: The total and average dose of exogenous gonadotropins used for COH, the percentage of cycles cancelled due to nonresponse, the number of days of stimulation, serum estradiol levels reached on the day of trigger, the OSI index, and the number of fertilized, cleaved, and evolved oocytes at the blastocyst stage were all found to be superimposable between the two groups. In contrast, mean endometrial thickness was significantly greater in cycles involving the insulin-resistant group of women (11.0±2.6 vs 9.8±2.0 P value<0.01). The metaphase II oocyte rate was significantly lower in the insulin-resistant women (75% vs 83%, p value=0.01). The embryo implantation rate was 23% in women with insulin resistance and 27% in others (not statistically significant). The incidence of miscarriage in the first trimester was 25% and 18% (nonsignificant difference). CONCLUSIONS: While more oocytes were retrieved in women with insulin resistance, the percentage of mature oocytes was lower than in women with normal insulin sensitivity. This could be given by a different "quality" of follicular function. In women with insulin resistance, a greater endometrial thickness achieved during COH was also noted. Regarding pregnancy and abortion rates, we observed a negative trend in women with insulin resistance. Although statistical significance was not reached, it can be hypothesized that implantation, pregnancy and miscarriage risk may be influenced by dysmetabolism, which could make the endometrium less receptive.
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