Restauro e ricomposizione dell'opera frammentaria in gesso "la copia del fregio del tempio di Antonino e Faustina a Roma". Studio e sperimentazione per un intervento reversibile

This thesis focused on the study, conservation and restoration work carried out on the plaster copy of the frieze of the temple of Antoninus and Faustina in Rome and preserved at the Albertina Academy in Turin. It is part of the corpus of works reproducing the seven ancient Roman temples that were originally stored and exhibited in the classrooms of the School of Architecture. The copy was originally dated 1750-1766 and attributed to the brothers Ignazio and Filippo Collino. However, the consultation of the sources and the studies previously conducted allowed us to hypothesize that it was probably commissioned by Professor Antonelli between 1842 and 1855 in order to implement the complex of plaster casts in the classrooms. The direct observation of the surface of the work enabled to identify traces dating back to the execution of the artifact, which allowed us to state with certainty that the copy was made using the technique of cast with dowels, the analysis of the state of conservation enabled to hypothesize the changes that involved the object instead. Finally, where the simple direct observation of the work was not sufficient to discriminate the nature of the materials, accurate diagnostic investigations were carried out. The results of this first phase of in-depth analysis were useful for the design of the project. It was preceded by a phase of study and research of the most suitable materials for the implementation of the various operations to be carried out. In the first place, several systems were compared to remove the consistent deposit on the surfaces. Three different classes of consolidants were compared through a trial conducted on samples with the aim of identifying the best product for the treatment of ochre coloring. The research then focused on products that had adhesive properties aimed at restoring the unity of the fragments that made up the work and finally was studied a system of mechanical and adhesive constraint that allowed to anchor the artifact to a new support panel. The restoration has given readability back to a work strongly compromised both superficially and morphologically. The operations carried out both on the front and on the back have enabled to lighten the coherent deposit which was unevenly distributed. The ochre coloring emerged during the intervention was consolidated. The research conducted on adhesives allowed to identify a product with excellent properties that well met the needs of the object. With regard to the fixing of the fragments to the Aerolam panel, reinforced resin supports were made with a steel threaded bar and they were adhered to the back of the work by means of a white acrylic paste putty based on hollow glass microspheres. In parallel was treated the wooden armor within the work. The final operations included the aesthetic presentation of the artifact and of the flat surface and the design of the compensation element for the lack of the abdomen of the griffin.

Il presente elaborato di tesi si è concentrato sullo studio e sull'intervento di conservazione e restauro condotto sulla copia in gesso del fregio del tempio di Antonino e Faustina a Roma e conservato presso l’accademia Albertina di Torino. Essa fa parte del corpus di opere riproducenti i sette templi romani antichi che erano originariamente conservati ed esposti presso le aule della Scuola di Architettura. La copia era originariamente datata 1750-1766 e attribuita alla mano dei fratelli Ignazio e Filippo Collino. La consultazione delle fonti e degli studi condotti in precedenza ha però permesso di ipotizzare che essa venne probabilmente commissionato dal Prof. Antonelli tra il 1842 e il 1855 per implementare il nucleo di gessi presenti nelle aule. L’osservazione diretta della superficie dell’opera ha permesso di identificare tracce risalenti all’esecuzione del manufatto, che hanno consentito di affermare con certezza che la copia venne realizzata impiegando la tecnica del calco a tasselli, l’analisi dello stato di conservazione ha permesso invece di ipotizzare quali furono gli avvicendamenti che coinvolsero l’oggetto. Infine laddove la semplice osservazione diretta dell’opera non era sufficiente a discriminare la natura dei materiali sono state condotte delle indagini diagnostiche puntuali. Gli esiti di questa prima fase di approfondimento conoscitivo sono stati utili per la progettazione dell’intervento. Esso è stato preceduto da una fase di studio e ricerca dei materiali più idonei all’attuazione delle varie operazioni da eseguire. Sono stati innanzitutto posti a confronto diversi sistemi per rimuovere il deposito coerente presente sulle superfici. Attraverso una sperimentazione, condotta su provini, sono state poste a confronto tre diverse classi di consolidanti con l’obiettivo di individuare il prodotto migliore per il trattamento della coloritura ocra. La ricerca si è poi concentrata su prodotti che presentassero proprietà adesive volte a ripristinare l’unitarietà dei frammenti che componevano l’opera ed infine è stato studiato un sistema di vincolo sia meccanico che adesivo che consentisse di ancorare il manufatto ad un nuovo pannello di supporto. Il restauro condotto ha restituito leggibilità ad un’opera fortemente compromessa sia superficialmente, che morfologicamente. Le operazioni eseguite sia sul fronte che sul retro hanno permesso di alleggerire il deposito coerente che si presentava disomogeneamente distribuito. La coloritura ocra emersa durante l’intervento è stata consolidata. La ricerca condotta sugli adesivi ha permesso di individuare un prodotto con ottime proprietà che ben soddisfaceva le esigenze dell’oggetto. Per quanto riguarda il fissaggio dei frammenti al pannello in Aerolam sono stati realizzati dei supporti in resina armati con una barra filettata in acciaio, adesi al retro dell’opera mediante uno stucco acrilico bianco in pasta a base di microsfere cave di vetro. In parallelo è stata trattata l’armatura lignea presente all’interno dell’opera. Le operazioni conclusive hanno previsto la presentazione estetica del manufatto e del piano di fondo e la progettazione dell’elemento di risarcimento per la mancanza in corrispondenza dell’addome del grifone.