This work has tried to reconstruct the different roles and different characteristics that unions have assumed over the course of history in the period between the second half of the nineteenth century up to the 1960s, during which the union goes through various evolutionary phases. The thesis has focused on the events of the modern state, in particular from the end of the 1800s. In that period of time civilization was witnessing the beginning of the crisis of the sovereign state and, at the same time, society, which was reinvigorating itself to provide for the shortcomings of the state, was organizing itself firstly into associations and then into welfare and then trade unions, giving life to new intermediate communities. In the first decade of 1900 there is a return of aggregations between people and new important rights are acquired such as universal male suffrage in 1913. The overcoming of the limitations imposed by the sovereign state stops with the outbreak of the two World Wars. It will then resume with the works of the Constituent Assembly that mark the transition from liberal democracy, where the institutional recognition of associations by the state was almost non-existent, to pluralist democracy, where the constituent fathers recorded the reorganization of society and recognized its value in the social landscape. The historical events following the enactment of the Constitution mark a flourishing moment for of associated territorial and social communities. Foremost the trade unions, which have been a fundamental factor for the construction of a more aware, mature, attentive to others, open, supportive and freer society. Deeply investigating what is been explained above, the first organized forms of workers present in Italy were the Mutual Aid Societies: the Albertine Statute again recognized the right of assembly and consequently the debate on the role of intermediate bodies reopened. They were inspired by solidarity principles towards shareholders. Their purpose was to assist, instruct and educate members. As a consequence of the industrialization that took over all of Europe, the characteristics and needs of the working class in Italy has changed. The workers of the factories were structured in associations with claiming functions and in a contrasting position to the employers. In this period the concept of trade unions began to be introduced as we mean it today. In other words: a free association of workers with the aim of protecting their interests. Between 1891 and 1919 there was a bloom of organizational structures: from the resistance leagues, to the labor chambers, up to the first Confederation of workers. With the arrival of Fascism, the trade union took on a completely different connotation from the one it had been given until then. The concept of a corporation was introduced, for each category there was a single trade union, it became a subject of public law. This dissertation made it possible to better understand the approach that the constituent fathers wanted to give to the post-fascist trade union, which is still in force today. In this phase the constituents discussed for a long time what the characteristics of the trade union associations should be, because they would have played a central role in the future of the choices of economic policy and the labor market. Finally, the thesis work focused on the analysis of trade union events after the Second World War, with particular attention to the birth of the CIS
Questo lavoro ha cercato di ricostruire i diversi ruoli e le diverse caratteristiche che i sindacati hanno assunto nel corso della storia nel periodo compreso tra la seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del 1900 durante il quale il sindacato attraversa diverse fasi evolutive. Il lavoro si è concentrato sulle vicende dello Stato moderno, in particolare dalla fine del 1800, dove si assiste all’inizio della crisi dello Stato sovrano e dove, contemporaneamente, la società, rinvigorendosi per provvedere alle mancanze dello Stato, si organizza in associazioni prima assistenziali e poi sindacali dando vita a nuove comunità intermedie. Nel primo decennio del 1900 si assiste ad un ritorno di aggregazioni tra persone e si acquisiscono nuovi importanti diritto come il suffragio universale maschile nel 1913. Il superamento delle limitazioni imposte dallo Stato sovrano si arresta con lo scoppio delle due guerre mondiali e riprenderà con i lavori dell’Assemblea costituente che segnano il passaggio dalla democrazia liberale, ove il riconoscimento istituzionale delle associazioni da parte dello Stato era pressochè inesistente, alla democrazia pluralista, dove i padri costituenti registrarono la riorganizzazione della società e ne riconobbero il valore apportato al panorama sociale. Le vicende storiche successive all’emanazione della Costituzione segnano un fiorire di comunità associate territoriali e sociali, in primis il sindacato, che sono state fattore fondamentale per la costruzione di una società più consapevole, più matura, più attenta agli altri, più aperta, più solidale e più libera. Approfondendo quanto ora esposto, le prime forme organizzate di lavoratori presenti in Italia erano le Società di mutuo soccorso -lo Statuto albertino tornava a riconoscere il diritto di riunione e di conseguenza si riaprì il dibattito sul ruolo dei corpi intermedi-: si ispiravano a principi solidaristici nei confronti dei soci; avevano come scopo l’assistenza, l’istruzione e l’educazione dei soci. Come conseguenza dell’industrializzazione che invase tutta l’Europa, in Italia mutarono i connotati e le esigenze della classe lavoratrice: i lavoratori delle fabbriche si strutturarono in associazioni con funzioni rivendicative e in posizione di contrasto rispetto ai datori di lavoro. In questo periodo si iniziò ad introdurre la concezione di sindacato come noi oggi la intendiamo, ossia una libera associazioni di lavoratori con lo scopo di tutelare i propri interessi. Tra il 1891 e il 1919 ci fu un fiorire di strutture organizzative: dalle leghe di resistenza, alle camere del lavoro fino alla prima Confederazione di lavoratori. Con l’avvento del fascismo il sindacato assunse una connotazione completamente differente da quella che sino ad allora gli era stata data: si introdusse il concetto di Corporazione, per ogni categoria vi era un unico sindacato, esso diveniva un soggetto di diritto pubblico. Lo studio di questo periodo ha permesso di comprendere più a fondo l’impostazione che i padri costituenti hanno voluto dare al sindacato post-fascista, tutt’ora vigente. In questa fase i costituenti discussero a lungo su quali dovessero essere i connotati delle associazioni sindacali, perché essi avrebbero ricoperto un ruolo centrale nel futuro delle scelte della politica economica e del mercato del lavoro. Il lavoro, infine, si è concentrato sull’analisi delle vicende sindacali del secondo dopoguerra con particolare attenzione alla nascita della Cisl e ai
Il sindacato come corpo intermedio: esperienze italiane tra istituzioni e società nella storia
PEZZULICH, GIULIA
2020/2021
Abstract
Questo lavoro ha cercato di ricostruire i diversi ruoli e le diverse caratteristiche che i sindacati hanno assunto nel corso della storia nel periodo compreso tra la seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del 1900 durante il quale il sindacato attraversa diverse fasi evolutive. Il lavoro si è concentrato sulle vicende dello Stato moderno, in particolare dalla fine del 1800, dove si assiste all’inizio della crisi dello Stato sovrano e dove, contemporaneamente, la società, rinvigorendosi per provvedere alle mancanze dello Stato, si organizza in associazioni prima assistenziali e poi sindacali dando vita a nuove comunità intermedie. Nel primo decennio del 1900 si assiste ad un ritorno di aggregazioni tra persone e si acquisiscono nuovi importanti diritto come il suffragio universale maschile nel 1913. Il superamento delle limitazioni imposte dallo Stato sovrano si arresta con lo scoppio delle due guerre mondiali e riprenderà con i lavori dell’Assemblea costituente che segnano il passaggio dalla democrazia liberale, ove il riconoscimento istituzionale delle associazioni da parte dello Stato era pressochè inesistente, alla democrazia pluralista, dove i padri costituenti registrarono la riorganizzazione della società e ne riconobbero il valore apportato al panorama sociale. Le vicende storiche successive all’emanazione della Costituzione segnano un fiorire di comunità associate territoriali e sociali, in primis il sindacato, che sono state fattore fondamentale per la costruzione di una società più consapevole, più matura, più attenta agli altri, più aperta, più solidale e più libera. Approfondendo quanto ora esposto, le prime forme organizzate di lavoratori presenti in Italia erano le Società di mutuo soccorso -lo Statuto albertino tornava a riconoscere il diritto di riunione e di conseguenza si riaprì il dibattito sul ruolo dei corpi intermedi-: si ispiravano a principi solidaristici nei confronti dei soci; avevano come scopo l’assistenza, l’istruzione e l’educazione dei soci. Come conseguenza dell’industrializzazione che invase tutta l’Europa, in Italia mutarono i connotati e le esigenze della classe lavoratrice: i lavoratori delle fabbriche si strutturarono in associazioni con funzioni rivendicative e in posizione di contrasto rispetto ai datori di lavoro. In questo periodo si iniziò ad introdurre la concezione di sindacato come noi oggi la intendiamo, ossia una libera associazioni di lavoratori con lo scopo di tutelare i propri interessi. Tra il 1891 e il 1919 ci fu un fiorire di strutture organizzative: dalle leghe di resistenza, alle camere del lavoro fino alla prima Confederazione di lavoratori. Con l’avvento del fascismo il sindacato assunse una connotazione completamente differente da quella che sino ad allora gli era stata data: si introdusse il concetto di Corporazione, per ogni categoria vi era un unico sindacato, esso diveniva un soggetto di diritto pubblico. Lo studio di questo periodo ha permesso di comprendere più a fondo l’impostazione che i padri costituenti hanno voluto dare al sindacato post-fascista, tutt’ora vigente. In questa fase i costituenti discussero a lungo su quali dovessero essere i connotati delle associazioni sindacali, perché essi avrebbero ricoperto un ruolo centrale nel futuro delle scelte della politica economica e del mercato del lavoro. Il lavoro, infine, si è concentrato sull’analisi delle vicende sindacali del secondo dopoguerra con particolare attenzione alla nascita della Cisl e aiFile | Dimensione | Formato | |
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