La fine dello scontro tra blocchi statunitense e sovietico, avvenuta, con la vittoria del primo sulla seconda, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, ha contribuito a far sorgere nuove istanze nazionali in diverse parti del mondo e a radicalizzare il processo di globalizzazione. Pertanto, il dibattito sulla natura delle nazioni è più che mai attuale. Le due macro-interpretazioni di questo fenomeno si contrappongono, semplificando la complessità, tra un’idea naturale e una artificiale della nazione. Secondo le tesi cosiddette “primordialiste”, la comunità nazionale si fonda su caratteri oggettivi, quali l’etnia, il sangue e altri fattori biologici che sono ineluttabili, e pertanto le nazioni hanno antiche radici storiche; invece, le istanze “moderniste” mettono in luce l’origine recente delle nazioni, asserendo che esse sono il frutto di una costruzione sociale avvenuta negli ultimi due secoli e mezzo, resa possibile dall’avvento dell’industrializzazione e delle società di massa: solo in questo modo sarebbe stato possibile creare una omogeneità culturale tra aggregati sociali che prima di questi mutamenti epocali sarebbe stata impensabile. Tra i tanti e variegati casi-studio, l’unità di analisi che è stata scelta è quella degli Stati Uniti, applicando un approccio modernista per tentare di far luce sulle caratteristiche di questa nazione. Fin dalla sua nascita a fine ‘700, l’identità nazionale americana che si tentò di costruire si rivelò un gigante dai piedi d’argilla: dietro a un’apparente coesione intorno ai principi della Dichiarazione d’Indipendenza, si celavano fattori di divisione strutturale che si sarebbero dilatati nei decenni successivi, fino all’esplosione del conflitto civile all’inizio degli anni ’60 del XIX secolo tra Unione e Confederazione. Questi fattori consistevano essenzialmente in una radicale differenza tra il sistema socio-economico protocapitalista del Nord e quello basato sulla schiavitù e le piantagioni del Sud; la lotta tra le due sezioni si fece vieppiù intensa con il procedere dell’espansione degli Stati Uniti verso l’Ovest: quale sistema avrebbe dovuto esservi impiantato? Le tensioni riguardanti questa disputa, a un certo punto, non furono più sanabili. Con la Guerra Civile vinta dal Nord e l’abolizione della schiavitù, iniziò un periodo di ricostruzione altamente conflittuale, che oscillò tra il tentativo di conferire piena cittadinanza ai neri emancipati e quello opposto di ricucire la comunità nazionale bianca (del Nord e del Sud) che era stata lacerata dal massacro bellico. A prevalere, come si poté chiaramente evincere tra fine ‘800 e inizio ‘900, fu la seconda opzione, a scapito della democrazia interrazziale. Fu nel contesto della forte industrializzazione della Gilded Age e della crescente costruzione sociale dei valori patriottici che fu possibile edificare una solida “casa” nazionale. Il caso americano presenta caratteristiche proprie e peculiari, ma si inscrive nel più ampio contesto globale dell’epoca, in cui, in maniera analoga, furono costruite le identità che stanno alla base degli Stati-nazione che ancor oggi conosciamo.
La costruzione della nazione: il caso degli Stati Uniti d'America dalla Guerra Civile all'epoca della Ricostruzione
GIORDANO, GABRIELE
2020/2021
Abstract
La fine dello scontro tra blocchi statunitense e sovietico, avvenuta, con la vittoria del primo sulla seconda, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, ha contribuito a far sorgere nuove istanze nazionali in diverse parti del mondo e a radicalizzare il processo di globalizzazione. Pertanto, il dibattito sulla natura delle nazioni è più che mai attuale. Le due macro-interpretazioni di questo fenomeno si contrappongono, semplificando la complessità, tra un’idea naturale e una artificiale della nazione. Secondo le tesi cosiddette “primordialiste”, la comunità nazionale si fonda su caratteri oggettivi, quali l’etnia, il sangue e altri fattori biologici che sono ineluttabili, e pertanto le nazioni hanno antiche radici storiche; invece, le istanze “moderniste” mettono in luce l’origine recente delle nazioni, asserendo che esse sono il frutto di una costruzione sociale avvenuta negli ultimi due secoli e mezzo, resa possibile dall’avvento dell’industrializzazione e delle società di massa: solo in questo modo sarebbe stato possibile creare una omogeneità culturale tra aggregati sociali che prima di questi mutamenti epocali sarebbe stata impensabile. Tra i tanti e variegati casi-studio, l’unità di analisi che è stata scelta è quella degli Stati Uniti, applicando un approccio modernista per tentare di far luce sulle caratteristiche di questa nazione. Fin dalla sua nascita a fine ‘700, l’identità nazionale americana che si tentò di costruire si rivelò un gigante dai piedi d’argilla: dietro a un’apparente coesione intorno ai principi della Dichiarazione d’Indipendenza, si celavano fattori di divisione strutturale che si sarebbero dilatati nei decenni successivi, fino all’esplosione del conflitto civile all’inizio degli anni ’60 del XIX secolo tra Unione e Confederazione. Questi fattori consistevano essenzialmente in una radicale differenza tra il sistema socio-economico protocapitalista del Nord e quello basato sulla schiavitù e le piantagioni del Sud; la lotta tra le due sezioni si fece vieppiù intensa con il procedere dell’espansione degli Stati Uniti verso l’Ovest: quale sistema avrebbe dovuto esservi impiantato? Le tensioni riguardanti questa disputa, a un certo punto, non furono più sanabili. Con la Guerra Civile vinta dal Nord e l’abolizione della schiavitù, iniziò un periodo di ricostruzione altamente conflittuale, che oscillò tra il tentativo di conferire piena cittadinanza ai neri emancipati e quello opposto di ricucire la comunità nazionale bianca (del Nord e del Sud) che era stata lacerata dal massacro bellico. A prevalere, come si poté chiaramente evincere tra fine ‘800 e inizio ‘900, fu la seconda opzione, a scapito della democrazia interrazziale. Fu nel contesto della forte industrializzazione della Gilded Age e della crescente costruzione sociale dei valori patriottici che fu possibile edificare una solida “casa” nazionale. Il caso americano presenta caratteristiche proprie e peculiari, ma si inscrive nel più ampio contesto globale dell’epoca, in cui, in maniera analoga, furono costruite le identità che stanno alla base degli Stati-nazione che ancor oggi conosciamo.File | Dimensione | Formato | |
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