A conclusione del lavoro svolto non posso che confermare il fascino e la capacità di attrazione che ancora la poesia di Ungaretti esercita. La sua vita, le sue esperienze e il suo modo di esprimere con parole essenziali e profonde, hanno un valore universale e ci aiutano a conoscere noi stessi in rapporto alla nostra individuale esperienza di vita. A colpirci nella vita di Ungaretti è la potenza del suo élan vital. Anche difronte ai continui “naufragi” a cui ci costringe l’esistenza, Ungaretti sa ogni volta ritrovare in sé la forza per riprendere il viaggio. L’esperienza in guerra è tragica. Ungaretti prima di arruolarsi volontario era sicuro di poter arrestare la guerra con la stessa. Un’utopica idea. Respirando un determinato clima e vivendo delle esperienze brutalmente indelebili capì ed ebbe un vero legame con la vita. Con la forza della scrittura riuscì anche a coinvolgere i compagni stessi, soldati semplici che probabilmente non si confrontarono mai con la poesia, ma la capivano. Questa è la vera forza, la grande energia. Le sue composizioni nascono dal suo profondo amore per la poesia ma soprattutto dall’amore di aprirsi al mondo. Potremmo dire che è anche grazie a Moammed, il suo alter ego, che si rese conto di quanto fosse importante avere un’identità nel mondo attraverso il contatto vitale con una lingua, mediante la quale esprimersi. Di questa esperienza in guerra Ungaretti ci trasmette un profondo messaggio: quando le avversità si presentano non rimane altro che vivere, affrontarle e superarle. Le persone non devono privarsi mai di vivere la vita, anche se travolge, anche se sentono questa forza immensa che ci domina: “tutta la vita in balia del viaggio”. Non bisogna arginare la potenza dell’esistenza anzi bisogna fluire con essa. Ungaretti è un esempio di coraggio e passionalità. Lascia la sua amata Alessandria a poco più di vent’anni; spinto da una immensa curiosità di sapere cosa offre l’“oltre”, si troverà tutta la vita nella condizione del nomade, viaggerà tutta la vita descrivendo le sue emozioni e parlando di un sentimento che domina tutti gli altri: l’irrequietezza di andare è dettata dal sentimento di sentirsi “stranieri nel mondo”. Tutta la vita di Ungaretti è un lungo cammino che non si arresta nemmeno con la morte. Un percorso che per ogni viaggio richiede, da parte di chi lo intraprende un animo intrepido.
Tutta la vita in balia del viaggio
CUSENZA, ELISA
2020/2021
Abstract
A conclusione del lavoro svolto non posso che confermare il fascino e la capacità di attrazione che ancora la poesia di Ungaretti esercita. La sua vita, le sue esperienze e il suo modo di esprimere con parole essenziali e profonde, hanno un valore universale e ci aiutano a conoscere noi stessi in rapporto alla nostra individuale esperienza di vita. A colpirci nella vita di Ungaretti è la potenza del suo élan vital. Anche difronte ai continui “naufragi” a cui ci costringe l’esistenza, Ungaretti sa ogni volta ritrovare in sé la forza per riprendere il viaggio. L’esperienza in guerra è tragica. Ungaretti prima di arruolarsi volontario era sicuro di poter arrestare la guerra con la stessa. Un’utopica idea. Respirando un determinato clima e vivendo delle esperienze brutalmente indelebili capì ed ebbe un vero legame con la vita. Con la forza della scrittura riuscì anche a coinvolgere i compagni stessi, soldati semplici che probabilmente non si confrontarono mai con la poesia, ma la capivano. Questa è la vera forza, la grande energia. Le sue composizioni nascono dal suo profondo amore per la poesia ma soprattutto dall’amore di aprirsi al mondo. Potremmo dire che è anche grazie a Moammed, il suo alter ego, che si rese conto di quanto fosse importante avere un’identità nel mondo attraverso il contatto vitale con una lingua, mediante la quale esprimersi. Di questa esperienza in guerra Ungaretti ci trasmette un profondo messaggio: quando le avversità si presentano non rimane altro che vivere, affrontarle e superarle. Le persone non devono privarsi mai di vivere la vita, anche se travolge, anche se sentono questa forza immensa che ci domina: “tutta la vita in balia del viaggio”. Non bisogna arginare la potenza dell’esistenza anzi bisogna fluire con essa. Ungaretti è un esempio di coraggio e passionalità. Lascia la sua amata Alessandria a poco più di vent’anni; spinto da una immensa curiosità di sapere cosa offre l’“oltre”, si troverà tutta la vita nella condizione del nomade, viaggerà tutta la vita descrivendo le sue emozioni e parlando di un sentimento che domina tutti gli altri: l’irrequietezza di andare è dettata dal sentimento di sentirsi “stranieri nel mondo”. Tutta la vita di Ungaretti è un lungo cammino che non si arresta nemmeno con la morte. Un percorso che per ogni viaggio richiede, da parte di chi lo intraprende un animo intrepido.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/35980