Pyometra is defined as a uterine disease with presence of muco-purulent material inside the uterine lumen. It is typically observed in diestrus and the incidence in intact bitches overcomes 30%. The colonization of the uterine lumen by bacteria ascending from the vagina when the cervix is open during estrus and the impairment of local immune defenses as an effect of progesterone production contribute to the pathogenesis of pyometra. The present study aimed i) to describe what bacteria are more frequently isolated from the vagina and the uterus of bitches presenting with pyometra; ii) to assess antimicrobial resistance of isolated bacteria in order to evaluate the choice of post-surgical antimicrobial therapy. Twenty-two bitches diagnosed with pyometra that underwent ovariohysterectomy at the Veterinary Teaching Hospital of the University of Torino (Italy) were included in the study. No limit on breed, age, or weight was set. History and diagnosis were collected and recorded. Once surgery was deemed as necessary, a vaginal swab for microbiology was performed in general anesthesia and a uterine swab for microbiology was performed after hysterectomy was completed. Samples were sent to the laboratory of the Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (Padua, Italy) and were processed within 48 hours. Culture revealed the presence of pure or mixed colonies in the uterus and vagina of the included bitches. E. coli was the most frequently isolated bacteria (77.3% from both vaginal and uterine swabs), followed by Gram + cocci (27.3% from vaginal swabs, 13.6% from uterine swabs) and bacteria belonging to the genus Pseudomonas (22.7% from vaginal swabs, 9.1% from uterine swabs). Other species included Proteus spp., Actinomyces spp., Acinetobacter spp., Haemophilus haemoglobinophilus, Klebsiella spp.). A match between bacteria isolated from the vagina and the uterus was found for 81.1% of the included bitches. Antimicrobial resistance was found for lincosamides (95%), macrolides (88.2%) and β-lactam antibiotics (47.9%), whereas majority of the isolated bacteria presented sensitivity towards phoenicols (100%), Fluoroquinolones (92.7%) and aminoglycosides (81.8%). All uterine isolates (100%) showed resistance towards penicillins. In 13 patients (59.1%) resistance towards the antimicrobial administered post-surgery was pointed out, however no animal showed any complication after surgery. Our population matched those of previous studies on pyometra for breed, age, weight, and isolated bacterial species (Beaudu-Lange et al., 2021; Golinska et al., 2021). A limitation of the present study is the small sample size, that did not allow for the assessment of statistical differences. Further studies should focus on implementing different techniques (i.e., Next Generation Sequencing) for microbiological analysis to compare vaginal and uterine microbiome in bitches diagnosed with pyometra. We conclude that performing a vaginal swab is useful in bitches diagnosed with pyometra in order to choose the antimicrobial therapy, although a uterine swab should always be performed in bitches undergoing ovariohysterectomy. Furthermore, our results suggest that post-surgical antimicrobial therapy protects against possible infections caused by laparotomy, but the removal of the uterus with its content seems to be sufficient to contrast infection due to pyometra.
La piometra è una patologia uterina ad eziologia batterica che si presenta come una raccolta di materiale purulento all’interno del lume dell’organo. È tipica della specie canina e colpisce circa un terzo dei soggetti interi, in età adulta/anziana, tipicamente in fase diestrale. Lo studio ha avuto come obiettivo 1) l’identificazione degli agenti eziologici ed il loro confronto con la flora batterica vaginale in cagne con piometra; 2) l’indagine del profilo di sensibilità o resistenza a più classi di antibiotici dei microrganismi isolati. Lo studio ha incluso 22 pazienti dell’Ospedale Veterinario Universitario del Dipartimento di Scienze Veterinarie (TO), sottoposti a ovarioisterectomia, sui quali è stato eseguito un tampone batteriologico vaginale, prima dell’intervento, e un tampone batteriologico uterino, dopo l’asportazione dell’organo. L’esame batteriologico e l’antibiogramma sono stati eseguiti dall’IZS delle Venezie. L’età media delle cagne è risultata di 9,2 anni (DS 3,2 anni). Sette soggetti erano meticci e 15 di razza pura. L’esame colturale ha rilevato la presenza di una sola specie batterica nel 60% dei tamponi uterini ed è stato isolato con maggior frequenza Escherichia coli, isolato anche nella maggior parte dei tamponi vaginali. La flora vaginale è risultata composta da più specie batteriche rispetto a quella uterina, cocchi Gram positivi, Pseudomonas spp., Proteus spp., Actinomyces spp., Acinetobacter spp., Haemophilus haemoglobinophilus, Klebsiella spp.. In oltre 80% dei casi si è rilevata una corrispondenza tra specie batteriche isolate da tampone vaginale e da tampone uterino. Gli antibiogrammi non hanno evidenziato particolari resistenze nei batteri isolati. Si è individuato solamente un ceppo di Staphylococcus spp. coagulasi negativo meticillino-resistente. I ceppi di E. Coli emolitici o mucosi hanno presentato in genere maggiori resistenze all’amoxicillina-acido clavulanico ed alle cefalosporine di I generazione, ma sono risultati totalmente sensibili all’enrofloxacina. Un risultato particolarmente interessante è che nel 50% dei casi i batteri isolati dall’utero presentavano resistenza nei confronti dell’antibiotico somministrato dal giorno dell’intervento: tuttavia, l’evoluzione clinica era del tutto favorevole, ed è rimasta tale anche senza modificare la terapia dopo l’esito dell’antibiogramma. Ciò significa che la sensibilità in vitro non sempre corrisponde a quella in vivo e che, rimossa chirurgicamente la causa della patologia, la guarigione si basa anche sulla capacità di risposta dell'organismo. In conclusione, lo studio ha consentito di stabilire che l’esame batteriologico vaginale può essere utile nel formulare una diagnosi eziologica in cagne affette da piometra. Inoltre, si è evidenziato che nella popolazione in esame i batteri isolati non presentavano particolari resistenze. Infine, l’antibiotico scelto all’inizio della terapia, il più delle volte amoxicillina-acido clavulanico, risulta efficace pur se contraddetto dal profilo di sensibilità dei microrganismi isolati. Questo risultato ci suggerisce di valutare sempre con cura la reale necessità di associare più principi attivi appartenenti a classi diverse di antimicrobici, o di sostituire il farmaco di prima scelta con un antibiotico ‘critico’ per la medicina umana. Varrebbe la pena poter confermare questo dato con ulteriori studi, incrementando la numerosità campionaria al fine di poter analizzare i risultati con un esame inferenziale significativo.
La piometra nella cagna: indagine sui batteri coinvolti e sulle relative antibiotico-resistenze
PIVIDORI, EMANUELE
2020/2021
Abstract
La piometra è una patologia uterina ad eziologia batterica che si presenta come una raccolta di materiale purulento all’interno del lume dell’organo. È tipica della specie canina e colpisce circa un terzo dei soggetti interi, in età adulta/anziana, tipicamente in fase diestrale. Lo studio ha avuto come obiettivo 1) l’identificazione degli agenti eziologici ed il loro confronto con la flora batterica vaginale in cagne con piometra; 2) l’indagine del profilo di sensibilità o resistenza a più classi di antibiotici dei microrganismi isolati. Lo studio ha incluso 22 pazienti dell’Ospedale Veterinario Universitario del Dipartimento di Scienze Veterinarie (TO), sottoposti a ovarioisterectomia, sui quali è stato eseguito un tampone batteriologico vaginale, prima dell’intervento, e un tampone batteriologico uterino, dopo l’asportazione dell’organo. L’esame batteriologico e l’antibiogramma sono stati eseguiti dall’IZS delle Venezie. L’età media delle cagne è risultata di 9,2 anni (DS 3,2 anni). Sette soggetti erano meticci e 15 di razza pura. L’esame colturale ha rilevato la presenza di una sola specie batterica nel 60% dei tamponi uterini ed è stato isolato con maggior frequenza Escherichia coli, isolato anche nella maggior parte dei tamponi vaginali. La flora vaginale è risultata composta da più specie batteriche rispetto a quella uterina, cocchi Gram positivi, Pseudomonas spp., Proteus spp., Actinomyces spp., Acinetobacter spp., Haemophilus haemoglobinophilus, Klebsiella spp.. In oltre 80% dei casi si è rilevata una corrispondenza tra specie batteriche isolate da tampone vaginale e da tampone uterino. Gli antibiogrammi non hanno evidenziato particolari resistenze nei batteri isolati. Si è individuato solamente un ceppo di Staphylococcus spp. coagulasi negativo meticillino-resistente. I ceppi di E. Coli emolitici o mucosi hanno presentato in genere maggiori resistenze all’amoxicillina-acido clavulanico ed alle cefalosporine di I generazione, ma sono risultati totalmente sensibili all’enrofloxacina. Un risultato particolarmente interessante è che nel 50% dei casi i batteri isolati dall’utero presentavano resistenza nei confronti dell’antibiotico somministrato dal giorno dell’intervento: tuttavia, l’evoluzione clinica era del tutto favorevole, ed è rimasta tale anche senza modificare la terapia dopo l’esito dell’antibiogramma. Ciò significa che la sensibilità in vitro non sempre corrisponde a quella in vivo e che, rimossa chirurgicamente la causa della patologia, la guarigione si basa anche sulla capacità di risposta dell'organismo. In conclusione, lo studio ha consentito di stabilire che l’esame batteriologico vaginale può essere utile nel formulare una diagnosi eziologica in cagne affette da piometra. Inoltre, si è evidenziato che nella popolazione in esame i batteri isolati non presentavano particolari resistenze. Infine, l’antibiotico scelto all’inizio della terapia, il più delle volte amoxicillina-acido clavulanico, risulta efficace pur se contraddetto dal profilo di sensibilità dei microrganismi isolati. Questo risultato ci suggerisce di valutare sempre con cura la reale necessità di associare più principi attivi appartenenti a classi diverse di antimicrobici, o di sostituire il farmaco di prima scelta con un antibiotico ‘critico’ per la medicina umana. Varrebbe la pena poter confermare questo dato con ulteriori studi, incrementando la numerosità campionaria al fine di poter analizzare i risultati con un esame inferenziale significativo.File | Dimensione | Formato | |
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