Lo sport è un’esperienza ricca di emozioni, esse rappresentano un elemento fondamentale in ambito sportivo perché in grado di accrescere o ostacolare la prestazione sia individuale che di gruppo. Una vittoria importante può scatenare gioia e felicità così come una sconfitta può provocare tristezza e delusione. Lo stato emotivo dell’atleta può incidere sull’esito della competizione, influenzando la sua prestazione durante l’allenamento e in gara. Per una performance ottimale, dunque, oltre alla preparazione fisica diventa fondamentale anche la preparazione mentale, la gestione delle emozioni, il rapporto che l’atleta ha con esse e l’approccio strategico che utilizza per renderle funzionali e raggiungere una performance ottimale. In che modo dunque è possibile imparare a riconoscere le proprie emozioni, gestirle così da mantenere alta la concentrazione e raggiungere l’obiettivo prefissato facendo coincidere la prestazione reale con quella potenziale? L’intento dell’elaborato è proprio questo, definire le diverse emozioni provate dall’atleta prima e durante una competizione, in questo caso di pattinaggio artistico a rotelle, e fare in modo che, attraverso tecniche descritte, esse vengano gestite in maniera tale da raggiungere la performance desiderata. Nel primo capitolo si parlerà di emozioni, dell’influenza che esse hanno su ogni singolo individuo, di come quest’ultimo possa sviluppare una sorta di intelligenza emotiva e dell’importante ruolo svolto della Psicologia dello Sport. Nel secondo capitolo verrà introdotto il pattinaggio artistico a rotelle mettendo in evidenza le emozioni che le atlete provano prima, durante e dopo una competizione e l’impatto che esse hanno sia in ambito fisiologico che cognitivo. L’obiettivo del terzo capitolo è invece quello di spiegare come le emozioni possano essere gestite nel migliore dei modi attraverso differenti modelli, tecniche e metodologie. Le strategie utilizzate sono molteplici: prima di tutto verrà presentato il modello SFERA, un modello che permette all’atleta, agendo su alcuni fattori fondamentali, di ottimizzare la performance e far coincidere la prestazione reale con quella potenziale. Successivamente verranno esposte alcune tecniche come il training autogeno, la visualizzazione immaginativa, detta anche Imagery, definita come una simulazione in cui la mente dell’atleta immagina come eseguire al meglio un movimento, quali emozioni possano pervaderlo, come gestire l’ansia da prestazione e il nervosismo ed infine il self-talk o auto-dialogo, il quale obiettivo è quello di sviluppare l’autoinduzione di stati emotivi e di autocontrollo, attraverso la ripetizione di “promemoria cognitivi” tipici del meccanismo stimolo-risposta. Per concludere verrà preso in considerazione il Modello IZOF, proposto da Hanin, secondo il quale ogni atleta possiede la sua zona ideale di ansia in cui riesce a realizzare prestazioni ottimali.

La gestione delle emozioni nel pattinaggio artistico a rotelle

VALENTI, ALICE
2020/2021

Abstract

Lo sport è un’esperienza ricca di emozioni, esse rappresentano un elemento fondamentale in ambito sportivo perché in grado di accrescere o ostacolare la prestazione sia individuale che di gruppo. Una vittoria importante può scatenare gioia e felicità così come una sconfitta può provocare tristezza e delusione. Lo stato emotivo dell’atleta può incidere sull’esito della competizione, influenzando la sua prestazione durante l’allenamento e in gara. Per una performance ottimale, dunque, oltre alla preparazione fisica diventa fondamentale anche la preparazione mentale, la gestione delle emozioni, il rapporto che l’atleta ha con esse e l’approccio strategico che utilizza per renderle funzionali e raggiungere una performance ottimale. In che modo dunque è possibile imparare a riconoscere le proprie emozioni, gestirle così da mantenere alta la concentrazione e raggiungere l’obiettivo prefissato facendo coincidere la prestazione reale con quella potenziale? L’intento dell’elaborato è proprio questo, definire le diverse emozioni provate dall’atleta prima e durante una competizione, in questo caso di pattinaggio artistico a rotelle, e fare in modo che, attraverso tecniche descritte, esse vengano gestite in maniera tale da raggiungere la performance desiderata. Nel primo capitolo si parlerà di emozioni, dell’influenza che esse hanno su ogni singolo individuo, di come quest’ultimo possa sviluppare una sorta di intelligenza emotiva e dell’importante ruolo svolto della Psicologia dello Sport. Nel secondo capitolo verrà introdotto il pattinaggio artistico a rotelle mettendo in evidenza le emozioni che le atlete provano prima, durante e dopo una competizione e l’impatto che esse hanno sia in ambito fisiologico che cognitivo. L’obiettivo del terzo capitolo è invece quello di spiegare come le emozioni possano essere gestite nel migliore dei modi attraverso differenti modelli, tecniche e metodologie. Le strategie utilizzate sono molteplici: prima di tutto verrà presentato il modello SFERA, un modello che permette all’atleta, agendo su alcuni fattori fondamentali, di ottimizzare la performance e far coincidere la prestazione reale con quella potenziale. Successivamente verranno esposte alcune tecniche come il training autogeno, la visualizzazione immaginativa, detta anche Imagery, definita come una simulazione in cui la mente dell’atleta immagina come eseguire al meglio un movimento, quali emozioni possano pervaderlo, come gestire l’ansia da prestazione e il nervosismo ed infine il self-talk o auto-dialogo, il quale obiettivo è quello di sviluppare l’autoinduzione di stati emotivi e di autocontrollo, attraverso la ripetizione di “promemoria cognitivi” tipici del meccanismo stimolo-risposta. Per concludere verrà preso in considerazione il Modello IZOF, proposto da Hanin, secondo il quale ogni atleta possiede la sua zona ideale di ansia in cui riesce a realizzare prestazioni ottimali.
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