The following work constitutes an attempt to investigate the conciliar dynamics in Gaul in the late sixth century, starting with their presentation in Gregory of Tours's Historia francorum. The highly personalistic interpretation of the author, although inserted in a historiography particularly attentive to the great facts, and the strong corporatism he shows towards the aristocratic groups, occupying the bishopric offices, do not diminish the importance of the synodal descriptions present: he is in fact the apical element of an ecclesiastical structure which, in the region, constitutes the main element of continuity between an imperial framework in rarefaction and the new political structures of the Germanic rulers. Two elements must be kept in mind when dealing with the Historiae: the bishop of Tours perceives himself as a member of the Frankish kingdom, however always pointing out his senatorial and Gallo-Roman family origins, and he is at the same time a public figure, who interfaces directly with the various Merovingian rulers. He therefore fully embodies the values of that social group which, in the course of late antiquity, had assumed a strong internal cohesion in Gaul, through the union of Romanitas with Christianitas of the Nicene type, and which had played a preponderant role in the conversion of Clovis. At the same time Gregory, a native of Clermont-Ferrad, a city in Auvergne, where he was born around 538, is no stranger to the dynamics of his family, which controlled some of the most important episcopal see of central-southern Gaul. We must also not forget that Tours, where Gregory was bishop between 573 and 594, the year of his death, was the main metropolitan seat within the Merovingian territory, thanks to the spiritual prestige deriving from the presence, in the city sanctuary, of the relics of the blessed Martino, which made the head of the local clergy a privileged and necessary interlocutor of the highest secular offices.
Il seguente lavoro costituisce il tentativo d’indagare le dinamiche conciliari nella Gallia del tardo VI secolo, a partire dalla loro presentazione nell’Historia francorum di Gregorio di Tours. L’interpretazione fortemente personalistica dell’autore, pur inserita in una storiografia particolarmente attenta ai grandi fatti, ed il forte corporativismo che mostra nei confronti dei gruppi aristocratici, occupanti le cariche vescovili, non sminuiscono la portata delle descrizioni sinodali presenti: egli è infatti l’elemento apicale di una struttura ecclesiastica che, nella regione, costituisce il principale elemento di continuità fra un’impalcatura imperiale in rarefazione e le nuove strutture politiche dei dominatori germanici. Due elementi vanno tenuti presenti quando ci si confronta con le Historiae: il vescovo di Tours percepisce se stesso come membro del regno franco, rimarcando però sempre le sue origini famigliari senatorie e gallo-romane, ed è allo stesso tempo un personaggio pubblico, che s’interfaccia direttamente con i vari sovrani merovingi. Egli incarna quindi a pieno i valori di quel gruppo sociale che, nel corso della tardoantichità, aveva assunto in Gallia una forte coesione interna, attraverso l’unione della romanitas alla christianitas di tipo niceno, e che aveva avuto un ruolo preponderante nella stessa conversione di Clodoveo. Allo stesso tempo Gregorio, originario di Clermont-Ferrad, città dell’Alvernia, in cui egli era nato intorno al 538, non è estraneo alle dinamiche della propria famiglia, la quale controllava alcune fra le più importanti sedi episcopali della Gallia centro-meridionale. Non bisogna dimenticare inoltre che Tours, dove Gregorio fu vescovo fra il 573 e il 594, anno della sua morte, costituiva la principale sede metropolitica all’interno del territorio merovingio, grazie al prestigio spirituale derivante dalla presenza, nel santuario cittadino, delle reliquie del beato Martino, fatto che rendeva il capo del clero locale interlocutore privilegiato e necessario della massime cariche secolari.
Prospettive episcopali nel conciliarismo merovingio del VI secolo
POGGIO, ANDREA
2020/2021
Abstract
Il seguente lavoro costituisce il tentativo d’indagare le dinamiche conciliari nella Gallia del tardo VI secolo, a partire dalla loro presentazione nell’Historia francorum di Gregorio di Tours. L’interpretazione fortemente personalistica dell’autore, pur inserita in una storiografia particolarmente attenta ai grandi fatti, ed il forte corporativismo che mostra nei confronti dei gruppi aristocratici, occupanti le cariche vescovili, non sminuiscono la portata delle descrizioni sinodali presenti: egli è infatti l’elemento apicale di una struttura ecclesiastica che, nella regione, costituisce il principale elemento di continuità fra un’impalcatura imperiale in rarefazione e le nuove strutture politiche dei dominatori germanici. Due elementi vanno tenuti presenti quando ci si confronta con le Historiae: il vescovo di Tours percepisce se stesso come membro del regno franco, rimarcando però sempre le sue origini famigliari senatorie e gallo-romane, ed è allo stesso tempo un personaggio pubblico, che s’interfaccia direttamente con i vari sovrani merovingi. Egli incarna quindi a pieno i valori di quel gruppo sociale che, nel corso della tardoantichità, aveva assunto in Gallia una forte coesione interna, attraverso l’unione della romanitas alla christianitas di tipo niceno, e che aveva avuto un ruolo preponderante nella stessa conversione di Clodoveo. Allo stesso tempo Gregorio, originario di Clermont-Ferrad, città dell’Alvernia, in cui egli era nato intorno al 538, non è estraneo alle dinamiche della propria famiglia, la quale controllava alcune fra le più importanti sedi episcopali della Gallia centro-meridionale. Non bisogna dimenticare inoltre che Tours, dove Gregorio fu vescovo fra il 573 e il 594, anno della sua morte, costituiva la principale sede metropolitica all’interno del territorio merovingio, grazie al prestigio spirituale derivante dalla presenza, nel santuario cittadino, delle reliquie del beato Martino, fatto che rendeva il capo del clero locale interlocutore privilegiato e necessario della massime cariche secolari.File | Dimensione | Formato | |
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