In questa Dissertazione si analizza il rapporto tra verità storica e finzione narrativa in alcune opere letterarie latino-americane. Nella letteratura, fin dall'epoca classica, la verità storica s’intreccia con la finzione narrativa ereditata dalla tradizione antica e dal contesto storico nel quale vive ogni scrittore. Il confine tra verità e menzogna come tra realtà e immaginazione, spesso risulta essere molto sottile: nei diari di viaggio dei primi esploratori o nelle cronache delle Indie, nonostante gli autori cerchino di riportare gli avvenimenti in maniera oggettiva e cronologica, non manca una visione “allucinata” e personale del Nuovo Mondo. Questi testi appartenenti alla letteratura coloniale costituiscono importanti testimonianze riguardo alla storia della conquista del Nuovo Continente, anche se sono presenti numerosi elementi fittizi. La coesistenza tra vero e falso, oltre che dal punto di vista letterario, è inoltre rintracciabile nell’organizzazione sociale e politica della Colonia in quanto la società latino-americana non crea un proprio innovativo modello di gestione politico-amministrativa del Paese, ma rimane ancorata al modello europeo, del quale ne costituisce una riproduzione. Nel corso dell’età moderna, l'uomo europeo, cercando di ricreare oltreoceano una nuova Europa, persegue obiettivi di profitto, sfruttando e sottomettendo i nativi americani. Nel ventesimo secolo questa situazione si ripresenta nelle fabbriche e risulta visibile nell'episodio del massacro dei bananieri, evento che ha profondamente segnato la storia colombiana. L'accaduto viene narrato dal romanziere Gabriel García Márquez in “Cien años de soledad” che, grazie al potere della letteratura, rappresenta la storia di un’intera nazione. All’interno della narrazione, verità storica e finzione narrativa s’intrecciano in quanto l’autore fa in modo che un artificio letterario si affermi come memoria storica di un’intera nazione e prevalga su una verità nascosta. Molti eventi storici dei quali si è a conoscenza, vengono riportati secondo ciò che l’autore vuole far conoscere riguardo ad essi. Al giorno d’oggi, inoltre, grazie alla diffusione di Internet, si assiste ad una costante propagazione di notizie che non sempre sono veritiere. Vero e falso sono dunque elementi inevitabilmente presenti in ambito letterario e nella realtà, motivo per cui spesso sono soggetti ad una reciproca influenza che si riflette nella società a partire dal contesto storico di un determinato periodo. Alcuni eventi persistono solo grazie alla letteratura che ne consente il ricordo ai posteri: verità storica e finzione narrativa costituiscono entrambe, a proprio modo, delle testimonianze.
Il rapporto tra verità storica e finzione narrativa in America Latina
CAZZATI, ANGELA
2020/2021
Abstract
In questa Dissertazione si analizza il rapporto tra verità storica e finzione narrativa in alcune opere letterarie latino-americane. Nella letteratura, fin dall'epoca classica, la verità storica s’intreccia con la finzione narrativa ereditata dalla tradizione antica e dal contesto storico nel quale vive ogni scrittore. Il confine tra verità e menzogna come tra realtà e immaginazione, spesso risulta essere molto sottile: nei diari di viaggio dei primi esploratori o nelle cronache delle Indie, nonostante gli autori cerchino di riportare gli avvenimenti in maniera oggettiva e cronologica, non manca una visione “allucinata” e personale del Nuovo Mondo. Questi testi appartenenti alla letteratura coloniale costituiscono importanti testimonianze riguardo alla storia della conquista del Nuovo Continente, anche se sono presenti numerosi elementi fittizi. La coesistenza tra vero e falso, oltre che dal punto di vista letterario, è inoltre rintracciabile nell’organizzazione sociale e politica della Colonia in quanto la società latino-americana non crea un proprio innovativo modello di gestione politico-amministrativa del Paese, ma rimane ancorata al modello europeo, del quale ne costituisce una riproduzione. Nel corso dell’età moderna, l'uomo europeo, cercando di ricreare oltreoceano una nuova Europa, persegue obiettivi di profitto, sfruttando e sottomettendo i nativi americani. Nel ventesimo secolo questa situazione si ripresenta nelle fabbriche e risulta visibile nell'episodio del massacro dei bananieri, evento che ha profondamente segnato la storia colombiana. L'accaduto viene narrato dal romanziere Gabriel García Márquez in “Cien años de soledad” che, grazie al potere della letteratura, rappresenta la storia di un’intera nazione. All’interno della narrazione, verità storica e finzione narrativa s’intrecciano in quanto l’autore fa in modo che un artificio letterario si affermi come memoria storica di un’intera nazione e prevalga su una verità nascosta. Molti eventi storici dei quali si è a conoscenza, vengono riportati secondo ciò che l’autore vuole far conoscere riguardo ad essi. Al giorno d’oggi, inoltre, grazie alla diffusione di Internet, si assiste ad una costante propagazione di notizie che non sempre sono veritiere. Vero e falso sono dunque elementi inevitabilmente presenti in ambito letterario e nella realtà, motivo per cui spesso sono soggetti ad una reciproca influenza che si riflette nella società a partire dal contesto storico di un determinato periodo. Alcuni eventi persistono solo grazie alla letteratura che ne consente il ricordo ai posteri: verità storica e finzione narrativa costituiscono entrambe, a proprio modo, delle testimonianze.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/35684