La mia domanda di tesi è nata dalla lettura dei testi sulla popolazione dei Banande del Congo e riguarda l’impatto che l’arrivo di forze esterne ha avuto sul contesto congolese nel suo complesso e in una micro-dimensione come quella della società nande. Tracciare la storia di un paese come il Congo non è un processo privo di difficoltà. Prima degli anni Sessanta, solo i documenti scritti venivano ritenuti delle risorse attendibili; successivamente si è compreso che la “tradizione orale” costituiva la documentazione più abbondante sulla storia africana. In particolar modo, si ricordano i nomi di Jan Vansina, François Bontinck, Jean-Luc Vellut, Bogumil Jewsiewichi, Joseph Cornet e Léon de Saint Moulin, primi studiosi non congolesi che intrapreso questo percorso di ricerca sul territorio africano basandosi sulle fonti orali. Inoltre, la storia come disciplina era considerata una prerogativa “extra-africanista”, non si interessava cioè alla storia africana prima dell’arrivo dei bianchi. In Congo, la storia era in generale un insegnamento interamente improntato sull’Europa e sul punto di vista europeo e fu solamente all’inizio degli anni Settanta che in Congo furono attribuiti i primi diplomi di storia nel secondo ciclo di studi universitari. Solo dagli anni Settanta, dunque, si è iniziato a diplomare degli “storici nazionali”. Per quanto riguarda la periodizzazione della storia congolese, mi sono avvalsa della suddivisione, ampiamente discussa da Ndaywel è Nziem, tra periodo antico e periodo moderno, inserendo nel periodo moderno anche la contemporaneità. Il momento che segna il passaggio da un periodo all’altro si estende dal XVII al XVIII-XIX secolo, quando le forze giunte da fuori hanno imposto una riorganizzazione dello spazio commerciale e politico. Ne consegue che con “storia del Congo antico” si fa riferimento a tutto il periodo precedente. Nel primo capitolo mi son concentrata sulla storia del Congo, dall’antichità sino ai giorni nostri, mettendo in luce quelle che sono state le dinamiche presenti sul territorio congolese prima dell’arrivo di arabi e portoghesi. Il periodo leopoldino prima e il passaggio a colonia belga hanno instaurato dinamiche precise. A questo è seguita l’indipendenza nel 1960 e l’instaurazione del regime di Mobutu. Il susseguirsi degli eventi ci conduce all’attuale condizione del paese, sotto la presidenza di Félix Tshisekedi. Nel secondo capitolo ho introdotto la società dei Banande, ripercorrendone le caratteristiche peculiari nel rapporto che essi hanno stabilito con il territorio e nell’organizzazione sociale che hanno sviluppato. Ho descritto le dinamiche inerenti ai rapporti uomo/donna e il rituale del matrimonio, l’intronizzazione della figura del capo e i processi che caratterizzano il rituale della sepoltura. Ho infine riportato le credenze e l’importanza della musica e delle danze all’interno della cultura nande. Nel terzo capitolo, infine, ho analizzato le conseguenze generatesi nel corso dei secoli con l’arrivo di forze esogene, a livello macro - sull’intera area congolese - e nel micro - in una società definita come quella dei Banande-. I Banande, per quanto peculiari, sono infatti inseriti in un contesto che vive delle dinamiche precise e sono stati dunque anch’essi soggetti ad influenze esterne.
L’IMPATTO DI FORZE ESOGENE SUL CONTESTO CONGOLESE: I BANANDE DEL CONGO
BOI, MARTINA
2020/2021
Abstract
La mia domanda di tesi è nata dalla lettura dei testi sulla popolazione dei Banande del Congo e riguarda l’impatto che l’arrivo di forze esterne ha avuto sul contesto congolese nel suo complesso e in una micro-dimensione come quella della società nande. Tracciare la storia di un paese come il Congo non è un processo privo di difficoltà. Prima degli anni Sessanta, solo i documenti scritti venivano ritenuti delle risorse attendibili; successivamente si è compreso che la “tradizione orale” costituiva la documentazione più abbondante sulla storia africana. In particolar modo, si ricordano i nomi di Jan Vansina, François Bontinck, Jean-Luc Vellut, Bogumil Jewsiewichi, Joseph Cornet e Léon de Saint Moulin, primi studiosi non congolesi che intrapreso questo percorso di ricerca sul territorio africano basandosi sulle fonti orali. Inoltre, la storia come disciplina era considerata una prerogativa “extra-africanista”, non si interessava cioè alla storia africana prima dell’arrivo dei bianchi. In Congo, la storia era in generale un insegnamento interamente improntato sull’Europa e sul punto di vista europeo e fu solamente all’inizio degli anni Settanta che in Congo furono attribuiti i primi diplomi di storia nel secondo ciclo di studi universitari. Solo dagli anni Settanta, dunque, si è iniziato a diplomare degli “storici nazionali”. Per quanto riguarda la periodizzazione della storia congolese, mi sono avvalsa della suddivisione, ampiamente discussa da Ndaywel è Nziem, tra periodo antico e periodo moderno, inserendo nel periodo moderno anche la contemporaneità. Il momento che segna il passaggio da un periodo all’altro si estende dal XVII al XVIII-XIX secolo, quando le forze giunte da fuori hanno imposto una riorganizzazione dello spazio commerciale e politico. Ne consegue che con “storia del Congo antico” si fa riferimento a tutto il periodo precedente. Nel primo capitolo mi son concentrata sulla storia del Congo, dall’antichità sino ai giorni nostri, mettendo in luce quelle che sono state le dinamiche presenti sul territorio congolese prima dell’arrivo di arabi e portoghesi. Il periodo leopoldino prima e il passaggio a colonia belga hanno instaurato dinamiche precise. A questo è seguita l’indipendenza nel 1960 e l’instaurazione del regime di Mobutu. Il susseguirsi degli eventi ci conduce all’attuale condizione del paese, sotto la presidenza di Félix Tshisekedi. Nel secondo capitolo ho introdotto la società dei Banande, ripercorrendone le caratteristiche peculiari nel rapporto che essi hanno stabilito con il territorio e nell’organizzazione sociale che hanno sviluppato. Ho descritto le dinamiche inerenti ai rapporti uomo/donna e il rituale del matrimonio, l’intronizzazione della figura del capo e i processi che caratterizzano il rituale della sepoltura. Ho infine riportato le credenze e l’importanza della musica e delle danze all’interno della cultura nande. Nel terzo capitolo, infine, ho analizzato le conseguenze generatesi nel corso dei secoli con l’arrivo di forze esogene, a livello macro - sull’intera area congolese - e nel micro - in una società definita come quella dei Banande-. I Banande, per quanto peculiari, sono infatti inseriti in un contesto che vive delle dinamiche precise e sono stati dunque anch’essi soggetti ad influenze esterne.File | Dimensione | Formato | |
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