La crisi da “Covid-19” ha riacceso l’interesse verso il fenomeno della povertà, ampliando l’area dei soggetti in condizione di indigenza, fino ad includere le classi ritenute un tempo “al sicuro” da fenomeni di impoverimento: quelle dei cosiddetti “nuovi poveri”: individui e nuclei familiari che, a causa delle misure governative adottate per contenere il dilagare dell’epidemia, sarebbero nell’opinione pubblica inaspettatamente diventati indigenti. L’analisi che segue è diretta ad indagare come il tema della “nuova povertà” si sia strutturato durante il periodo di primo lockdown e come lo abbiano enfatizzato le rappresentazioni dei media. A tale scopo, utilizzando precisamente la formula “nuovi poveri” come chiave di ricerca, è stata condotta un’analisi sugli articoli di stampa pubblicati dal “Corriere della Sera” e “La Repubblica” nel periodo tra i mesi di marzo e maggio dell’anno 2020: ciò è stato possibile attraverso una ricerca in rete sul dibattito creatosi attorno all’Ordinanza nr.658 del 29 marzo 2020: un intervento di carattere emergenziale, a seguito del consistente numero di richieste di aiuto alimentare provenienti, appunto, dai “nuovi poveri”. Il contenuto degli articoli presi in esame ha portato in superficie un’Italia non preparata ad affrontare la nuova sfida dell’emergenza epidemica, perché ancora troppo debole economicamente, con una costante crescita della povertà assoluta e caratterizzata da forti disuguaglianze sociali. L’analisi condotta sui quotidiani ha mostrato dunque, come la povertà sia tutt’altro un fenomeno omogeneo, bensì, multidimensionale, in virtù del quale si può parlare di differenti figure che vi sono connesse e anche di livelli diversi di deprivazione sperimentata dai singoli individui, ciascuno secondo una specifica modalità.

I "nuovi poveri" ai tempi del Coronavirus

IORDACHESCU, MIRIAM
2020/2021

Abstract

La crisi da “Covid-19” ha riacceso l’interesse verso il fenomeno della povertà, ampliando l’area dei soggetti in condizione di indigenza, fino ad includere le classi ritenute un tempo “al sicuro” da fenomeni di impoverimento: quelle dei cosiddetti “nuovi poveri”: individui e nuclei familiari che, a causa delle misure governative adottate per contenere il dilagare dell’epidemia, sarebbero nell’opinione pubblica inaspettatamente diventati indigenti. L’analisi che segue è diretta ad indagare come il tema della “nuova povertà” si sia strutturato durante il periodo di primo lockdown e come lo abbiano enfatizzato le rappresentazioni dei media. A tale scopo, utilizzando precisamente la formula “nuovi poveri” come chiave di ricerca, è stata condotta un’analisi sugli articoli di stampa pubblicati dal “Corriere della Sera” e “La Repubblica” nel periodo tra i mesi di marzo e maggio dell’anno 2020: ciò è stato possibile attraverso una ricerca in rete sul dibattito creatosi attorno all’Ordinanza nr.658 del 29 marzo 2020: un intervento di carattere emergenziale, a seguito del consistente numero di richieste di aiuto alimentare provenienti, appunto, dai “nuovi poveri”. Il contenuto degli articoli presi in esame ha portato in superficie un’Italia non preparata ad affrontare la nuova sfida dell’emergenza epidemica, perché ancora troppo debole economicamente, con una costante crescita della povertà assoluta e caratterizzata da forti disuguaglianze sociali. L’analisi condotta sui quotidiani ha mostrato dunque, come la povertà sia tutt’altro un fenomeno omogeneo, bensì, multidimensionale, in virtù del quale si può parlare di differenti figure che vi sono connesse e anche di livelli diversi di deprivazione sperimentata dai singoli individui, ciascuno secondo una specifica modalità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/35481