This study aims to investigate the position of black women on the Italian labour market with a particular focus on women from Sub-Saharan Africa and from the Horn of Africa. The analytical framework herein adopted for describing the occupational position of these women is Intersectionality. Thus it describes how the simultaneous and multiple belonging of a person to a gender, ethnicity, social class, sexuality and nationality generates a specific position of "black women" on the Italian labour market and society. The first part of this study provides an overview of the origins and developments of the intersectional approach, from its first applications and conceptualisations, arising from the Black African-American feminist thought of the 1960s and 1970s, to its systematisation in the non-discrimination law and in the academic debate starting from the contribution of the black jurist and activist Kimberlé Crenshaw in the late 1980s. Intersectionality turns out to be a useful theoretical and methodological tool which deconstructs and reconsiders categories and power differentials that represent specific subjectivities and membership as well as unfair relations, discriminations and social inequalities. In this regard, the intersectional perspective is placed between the subjective level of black women’s position and agency as well as the objective and structural level of the institutional, legal, economic, political, social and cultural system. In order to set black women in a context and define the significance of the structure, the second chapter focuses on the migration regime, the welfare/care regime, the employment/gender regime and their dependencies. The migration regulations, the "familistic" welfare and the recent (de)regulation of the labour market, which foster flexibility, determine the migrant female specific occupational position. This study aspires to combine the existing literature on intersectional studies, female migration and foreign labour market with the qualitative analysis of fourteen interviews conducted in Verona and introduced in the third chapter. The statements, experiences and stories of the interviewed key informants and black women outline, on the one hand, the "gendered" and "racialized" occupational context that defines the labour demand of migrant women and, on the other hand, the agency, position and specific point of view of black women subject of this study.

Il presente elaborato si propone di indagare come si collocano le donne nere, in particolare quelle provenienti dall’Africa sub-sahariana e dal Corno d’Africa, sul mercato del lavoro in Italia. La lente analitica adottata al fine di definire la posizione occupazionale di queste donne è intersezionale. Si tratta dunque di descrivere come l’appartenenza delle donne a diverse categorie, come quella di genere, di etnia, di classe sociale, di sessualità, di nazionalità in modo multiplo e simultaneo generi un posizionamento specifico in quanto "donne nere" all’interno del mercato del lavoro e della società italiana. La prima parte della ricerca fornisce una panoramica sulle origini e sugli sviluppi dell’approccio intersezionale, dalle sue prime applicazioni e concettualizzazioni, che derivano dal pensiero femminista nero afroamericano degli anni Sessanta e Settanta, alla sua sistematizzazione all’interno del diritto antidiscriminatorio e del dibattito accademico a partire dal contributo della giurista e attivista nera Kimberlé Crenshaw alla fine degli anni Ottanta. L’intersezionalità si rivela essere un utile strumento teorico ma anche metodologico capace di decostruire e ripensare alcune categorie e differenziali di potere che costituiscono soggettività e appartenenze particolari oltre che relazioni ingiuste, discriminazioni e disuguaglianze sociali. A questo proposito, la prospettiva intersezionale si colloca tra il livello soggettivo, del posizionamento particolare delle donne nere e della loro agency, e quello oggettivo e strutturale, del sistema istituzionale, normativo, economico, politico, sociale e culturale. Per inquadrare il contesto nel quale si collocano le donne nere e quindi definire il peso della struttura ci si concentra, nel secondo capitolo, sul regime migratorio, sul regime di welfare/di cura, su quello occupazionale/di genere e sul loro intrecciarsi ed influenzarsi reciproco. Le forme di regolazione del diritto migratorio, così come il welfare di tipo familistico e la (de)regolamentazione del mercato del lavoro attuale, che privilegia logiche di flessibilità, determinano una particolare posizione occupazionale femminile migrante. La tesi cerca di far dialogare la letteratura esistente nell’ambito degli studi intersezionali, delle migrazioni femminili e del mercato del lavoro straniero con una parte di analisi qualitativa di quattordici interviste condotte nel territorio veronese e presentate nel terzo capitolo. Le narrazioni, i vissuti e le rappresentazioni, che emergono dalle testimoni privilegiate e dalle donne nere intervistate delineano, da un lato, il contesto occupazionale "genderizzato" ed "etnicizzato" che definisce la domanda di lavoro per le donne migranti e, dall’altro lato, l’agency, la posizione e il punto di vista specifico delle donne nere oggetto del presente studio.

Essere una lavoratrice nera in Italia: un’analisi intersezionale sulle donne immigrate di origine africana nel veronese

GALANTE, GIORGIA
2020/2021

Abstract

Il presente elaborato si propone di indagare come si collocano le donne nere, in particolare quelle provenienti dall’Africa sub-sahariana e dal Corno d’Africa, sul mercato del lavoro in Italia. La lente analitica adottata al fine di definire la posizione occupazionale di queste donne è intersezionale. Si tratta dunque di descrivere come l’appartenenza delle donne a diverse categorie, come quella di genere, di etnia, di classe sociale, di sessualità, di nazionalità in modo multiplo e simultaneo generi un posizionamento specifico in quanto "donne nere" all’interno del mercato del lavoro e della società italiana. La prima parte della ricerca fornisce una panoramica sulle origini e sugli sviluppi dell’approccio intersezionale, dalle sue prime applicazioni e concettualizzazioni, che derivano dal pensiero femminista nero afroamericano degli anni Sessanta e Settanta, alla sua sistematizzazione all’interno del diritto antidiscriminatorio e del dibattito accademico a partire dal contributo della giurista e attivista nera Kimberlé Crenshaw alla fine degli anni Ottanta. L’intersezionalità si rivela essere un utile strumento teorico ma anche metodologico capace di decostruire e ripensare alcune categorie e differenziali di potere che costituiscono soggettività e appartenenze particolari oltre che relazioni ingiuste, discriminazioni e disuguaglianze sociali. A questo proposito, la prospettiva intersezionale si colloca tra il livello soggettivo, del posizionamento particolare delle donne nere e della loro agency, e quello oggettivo e strutturale, del sistema istituzionale, normativo, economico, politico, sociale e culturale. Per inquadrare il contesto nel quale si collocano le donne nere e quindi definire il peso della struttura ci si concentra, nel secondo capitolo, sul regime migratorio, sul regime di welfare/di cura, su quello occupazionale/di genere e sul loro intrecciarsi ed influenzarsi reciproco. Le forme di regolazione del diritto migratorio, così come il welfare di tipo familistico e la (de)regolamentazione del mercato del lavoro attuale, che privilegia logiche di flessibilità, determinano una particolare posizione occupazionale femminile migrante. La tesi cerca di far dialogare la letteratura esistente nell’ambito degli studi intersezionali, delle migrazioni femminili e del mercato del lavoro straniero con una parte di analisi qualitativa di quattordici interviste condotte nel territorio veronese e presentate nel terzo capitolo. Le narrazioni, i vissuti e le rappresentazioni, che emergono dalle testimoni privilegiate e dalle donne nere intervistate delineano, da un lato, il contesto occupazionale "genderizzato" ed "etnicizzato" che definisce la domanda di lavoro per le donne migranti e, dall’altro lato, l’agency, la posizione e il punto di vista specifico delle donne nere oggetto del presente studio.
ITA
This study aims to investigate the position of black women on the Italian labour market with a particular focus on women from Sub-Saharan Africa and from the Horn of Africa. The analytical framework herein adopted for describing the occupational position of these women is Intersectionality. Thus it describes how the simultaneous and multiple belonging of a person to a gender, ethnicity, social class, sexuality and nationality generates a specific position of "black women" on the Italian labour market and society. The first part of this study provides an overview of the origins and developments of the intersectional approach, from its first applications and conceptualisations, arising from the Black African-American feminist thought of the 1960s and 1970s, to its systematisation in the non-discrimination law and in the academic debate starting from the contribution of the black jurist and activist Kimberlé Crenshaw in the late 1980s. Intersectionality turns out to be a useful theoretical and methodological tool which deconstructs and reconsiders categories and power differentials that represent specific subjectivities and membership as well as unfair relations, discriminations and social inequalities. In this regard, the intersectional perspective is placed between the subjective level of black women’s position and agency as well as the objective and structural level of the institutional, legal, economic, political, social and cultural system. In order to set black women in a context and define the significance of the structure, the second chapter focuses on the migration regime, the welfare/care regime, the employment/gender regime and their dependencies. The migration regulations, the "familistic" welfare and the recent (de)regulation of the labour market, which foster flexibility, determine the migrant female specific occupational position. This study aspires to combine the existing literature on intersectional studies, female migration and foreign labour market with the qualitative analysis of fourteen interviews conducted in Verona and introduced in the third chapter. The statements, experiences and stories of the interviewed key informants and black women outline, on the one hand, the "gendered" and "racialized" occupational context that defines the labour demand of migrant women and, on the other hand, the agency, position and specific point of view of black women subject of this study.
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