Il lavoro finale nasce da una mia curiosità personale rispetto all’insegnamento di “Didattica dell’italiano per stranieri” e, con la mia attuale esperienza di residenza in Inghilterra, ho avuto l’opportunità di poter osservare da vicino il fenomeno dell’apprendimento di una lingua seconda. La ricerca ha come obiettivo quello di comprendere il raggiungimento di una consapevolezza linguistica della lingua inglese L2, in particolare da parte di individui madrelingua italiani. La ricerca condotta si è avvalsa di interviste semi-strutturate, rivolte a giovani italiani residenti in Inghilterra da un periodo non superiore ai cinque anni. Si sono analizzati i concetti principali della glottodidattica riguardanti le differenze tra lingua di prima socializzazione e lingua seconda, evidenziando le diverse teorie formulate attorno ai due concetti e le diverse modalità di apprendimento. Inoltre, si è proposta l’opposizione tra acquisizione esplicita ed acquisizione implicita, in modo da comprendere le diverse implicazioni di ognuna e prendendo in esame alcuni dei maggiori contributi letterari sull’argomento. Nella seconda parte dell’elaborato si sono portati alla luce i concetti basilari dell’acquisizione di una lingua seconda, ovvero input, output e intake, e le teorie sviluppatesi dal concetto di lingua secondaria, menzionando per esempio le ipotesi dell’interferenza (Jarvis Pavlenko, 2007) e degli stadi di apprendimento formulati da Krashen e Terrell (1984). In particolare, si è approfondita l’ipotesi di noticing sviluppata da Richard Schmidt (1990), dando un grande contributo agli studi della Second Language Acquisition. Le interviste svolte sono state molto interessanti e hanno portato alla luce diverse informazioni che sono state analizzate in modo comparativo alla luce dei concetti letterari presi in considerazione nei capitoli precedenti. Si sono riscontrate diverse similitudini tra le diverse esperienze esposte dai diversi intervistati, ma anche alcune differenze che sono state utili per riuscire a trarre le conclusioni.
Noticing Hypothesis: un'indagine sulla consapevolezza dei parlanti di inglese L2 rispetto alle proprie strategie di apprendimento
BOSSO, MANUELA
2020/2021
Abstract
Il lavoro finale nasce da una mia curiosità personale rispetto all’insegnamento di “Didattica dell’italiano per stranieri” e, con la mia attuale esperienza di residenza in Inghilterra, ho avuto l’opportunità di poter osservare da vicino il fenomeno dell’apprendimento di una lingua seconda. La ricerca ha come obiettivo quello di comprendere il raggiungimento di una consapevolezza linguistica della lingua inglese L2, in particolare da parte di individui madrelingua italiani. La ricerca condotta si è avvalsa di interviste semi-strutturate, rivolte a giovani italiani residenti in Inghilterra da un periodo non superiore ai cinque anni. Si sono analizzati i concetti principali della glottodidattica riguardanti le differenze tra lingua di prima socializzazione e lingua seconda, evidenziando le diverse teorie formulate attorno ai due concetti e le diverse modalità di apprendimento. Inoltre, si è proposta l’opposizione tra acquisizione esplicita ed acquisizione implicita, in modo da comprendere le diverse implicazioni di ognuna e prendendo in esame alcuni dei maggiori contributi letterari sull’argomento. Nella seconda parte dell’elaborato si sono portati alla luce i concetti basilari dell’acquisizione di una lingua seconda, ovvero input, output e intake, e le teorie sviluppatesi dal concetto di lingua secondaria, menzionando per esempio le ipotesi dell’interferenza (Jarvis Pavlenko, 2007) e degli stadi di apprendimento formulati da Krashen e Terrell (1984). In particolare, si è approfondita l’ipotesi di noticing sviluppata da Richard Schmidt (1990), dando un grande contributo agli studi della Second Language Acquisition. Le interviste svolte sono state molto interessanti e hanno portato alla luce diverse informazioni che sono state analizzate in modo comparativo alla luce dei concetti letterari presi in considerazione nei capitoli precedenti. Si sono riscontrate diverse similitudini tra le diverse esperienze esposte dai diversi intervistati, ma anche alcune differenze che sono state utili per riuscire a trarre le conclusioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/35468