This thesis explores the phenomenon of violence in prison, analyzing the factors that contribute to counterproductive behaviors (CBW) caused by work-related stress, evaluating its complexity from the analysis of the prison environment, the role of the police and that of the prisoners. The prison environment is characterized by a high level of pressure and tension, affecting not only inmates but also custodial staff and prison operators. Through a multidisciplinary approach, the link between stress, moral disengagement and moral agency is explored, highlighting how these elements can fuel violent and unethical behaviors within the prison system. The concept of moral disengagement is analysed, that is to say the tendency of individuals to justify harmful behaviour by means of psychological mechanisms of avoiding their own responsibilities. Another central aspect of research is moral agency, which concerns the ability of individuals to make ethical decisions by taking responsibility for their actions. It is analysed how the prison environment can negatively influence this dimension, increasing incidents of violence whose repercussions affect relations between staff and prisoners. In response to these critical issues, a self-managed therapeutic detention model is proposed, the objective of which is to promote a holistic approach to the path of change of prisoners. By providing a prison setting in which the restricted can express their emotions and face their traumas, It presents an alternative to the current penitentiary model aimed at improving the quality of life for all actors who revolve around the prison. Finally, the thesis proposes practical examples to encourage the adoption of this model, emphasizing the importance of adequate training for prison staff and policies that support the mental well-being of prison officers. The final objective of this paper is to hypothesize a more humane and effective vision of the penitentiary system, based on the analysis of experiences made in other states, Capable of breaking down the causes of violence and encouraging the re-socialization of prisoners in order to ensure an inclusive and civil society.
La presente tesi esplora il fenomeno della violenza in carcere, analizzando i fattori che contribuiscono ai comportamenti controproducenti (CBW) causati dallo stress lavoro correlato valutando la sua complessità dall'analisi dell'ambiente detentivo, del ruolo degli agenti e di quello dei detenuti. Il contesto detentivo si caratterizza per essere un ambiente carico di pressioni e tensioni che influenzano non solo le persone recluse, ma anche il personale di custodia e gli operatori penitenziari. Attraverso un approccio multidisciplinare, si approfondisce il legame tra stress, disimpegno morale e agency morale, sottolineando come questi elementi possano alimentare comportamenti violenti e non etici all'interno del sistema carcerario. Si analizza il concetto di disimpegno morale, ossia la tendenza degli individui a giustificare comportamenti nocivi per mezzo di meccanismi psicologici di evitamento delle proprie responsabilità. Un altro aspetto centrale della ricerca è l'agency morale, che riguarda la capacità degli individui di prendere decisioni etiche assumendosi la responsabilità del proprio agire. Si analizza come il contesto detentivo possa influenzare in maniera negativa tale dimensione, aumentando gli episodi di violenza le cui ripercussioni ricadono sulle relazioni tra personale e detenuti. In risposta a queste criticità, si propone un modello di detenzione terapeutico autogestito, il cui obiettivo è quello di promuovere un approccio olistico al percorso di cambiamento dei detenuti. Attraverso la previsione di un contesto detentivo in cui i ristretti possano esprimere le proprie emozioni e affrontare i propri traumi, si presenta una alternativa all’attuale modello penitenziario volto a migliorare la qualità della vita di tutti gli attori che ruotano attorno al carcere. Infine, la tesi propone esempi pratici per favorire l’adozione di questo modello, enfatizzando l'importanza di una formazione adeguata per il personale carcerario e di politiche che supportino il benessere mentale degli agenti penitenziari. L'obiettivo finale di questo elaborato è quello di ipotizzare una visione del sistema penitenziario più umana ed efficace, basata sull'analisi di esperienze compiute in altri Stati, capace di abbattere le cause della violenza e di favorire il percorso risocializzante dei detenuti al fine di garantire una società inclusiva e civile.
I luoghi di detenzione in Italia: analisi delle relazioni tra violenza, disimpegno morale e modelli di detenzione terapeutici e autogestiti
TOLU, MARIA CATERINA
2023/2024
Abstract
La presente tesi esplora il fenomeno della violenza in carcere, analizzando i fattori che contribuiscono ai comportamenti controproducenti (CBW) causati dallo stress lavoro correlato valutando la sua complessità dall'analisi dell'ambiente detentivo, del ruolo degli agenti e di quello dei detenuti. Il contesto detentivo si caratterizza per essere un ambiente carico di pressioni e tensioni che influenzano non solo le persone recluse, ma anche il personale di custodia e gli operatori penitenziari. Attraverso un approccio multidisciplinare, si approfondisce il legame tra stress, disimpegno morale e agency morale, sottolineando come questi elementi possano alimentare comportamenti violenti e non etici all'interno del sistema carcerario. Si analizza il concetto di disimpegno morale, ossia la tendenza degli individui a giustificare comportamenti nocivi per mezzo di meccanismi psicologici di evitamento delle proprie responsabilità. Un altro aspetto centrale della ricerca è l'agency morale, che riguarda la capacità degli individui di prendere decisioni etiche assumendosi la responsabilità del proprio agire. Si analizza come il contesto detentivo possa influenzare in maniera negativa tale dimensione, aumentando gli episodi di violenza le cui ripercussioni ricadono sulle relazioni tra personale e detenuti. In risposta a queste criticità, si propone un modello di detenzione terapeutico autogestito, il cui obiettivo è quello di promuovere un approccio olistico al percorso di cambiamento dei detenuti. Attraverso la previsione di un contesto detentivo in cui i ristretti possano esprimere le proprie emozioni e affrontare i propri traumi, si presenta una alternativa all’attuale modello penitenziario volto a migliorare la qualità della vita di tutti gli attori che ruotano attorno al carcere. Infine, la tesi propone esempi pratici per favorire l’adozione di questo modello, enfatizzando l'importanza di una formazione adeguata per il personale carcerario e di politiche che supportino il benessere mentale degli agenti penitenziari. L'obiettivo finale di questo elaborato è quello di ipotizzare una visione del sistema penitenziario più umana ed efficace, basata sull'analisi di esperienze compiute in altri Stati, capace di abbattere le cause della violenza e di favorire il percorso risocializzante dei detenuti al fine di garantire una società inclusiva e civile.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: La presente tesi esplora le dinamiche esistenti tra disimpegno morale e contesti altamente stressanti come quello detentivo, e analizza la relazione esistente tra queste variabili e il fenomeno della violenza.
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/3541