The present work aims to deepen and compare the different interpretations formulated on ADHD within the medical and psychosocial sciences. ADHD has in fact been considered now a condition resulting from brain lesions or anomalies, now a social construct. Through an in-depth analysis of the reference literature, the objective is to explore the different perspectives that have contributed to defining ADHD over time and that have led to its medicalization and, subsequently, to its depathologization, analyzing how these evolutions have shaped the understanding and treatment of the condition. The thesis is divided into 3 chapters: The first chapter will examine the historical evolution of the concept of ADHD, starting from the first theories developed at the beginning of the 20th century, and then moving on to the contrast between the biomedical model and the constructionist model, up to the psycho-medical model and the neuroscience. This chapter will provide an overview of how ADHD was progressively conceived first as deviant behavior and then as a neuropsychiatric disorder. The second chapter will focus on the era of pharmacology, focusing on the use of Ritalin, often referred to as the “high grades pill”. The different approaches to the use of this drug in the United States and Italy will be examined, highlighting the cultural and regulatory differences that influence diagnostic and therapeutic practices. The criticisms raised by different fields (medical, social and educational) towards the growing dependence on pharmacological treatments to manage ADHD will also be discussed. The third chapter will introduce an alternative perspective to pathologization: Neurodiversity. This approach proposes an inclusive and non-pathologizing vision of neurodevelopmental disorders, recognizing ADHD not as a pathology to be cured, but as a natural variant of human diversity. The concept of Neurodiversity, the process of claim-making and the representations of these ideas in pop culture will be explored, with a particular focus on the work “Raised on Ritalin” by Tyler Page. This work therefore aims to offer a critical view of the predominant narratives on ADHD, exploring the tensions between its pathologization and the new perspectives that seek to redefine it in a more inclusive perspective. Through the analysis of theories, practices and cultural representations, it is intended to stimulate a reflection on the limits and potential of current conceptions of ADHD and its possible future evolutions.

Il presente lavoro si prefigge di approfondire e confrontare le diverse interpretazioni formulate sull'ADHD all’interno delle scienze mediche e psico-sociali. L’ADHD è stata infatti considerata ora una condizione derivante da lesioni o anomalie cerebrali, ora un costrutto sociale. Attraverso un'analisi approfondita della letteratura di riferimento, l'obiettivo è esplorare le diverse prospettive che hanno contribuito a definire l'ADHD nel corso del tempo e che hanno portato alla sua medicalizzazione e, successivamente, alla sua depatologizzazione, analizzando come queste evoluzioni abbiano modellato la comprensione e il trattamento della condizione. La tesi si articola in 3 capitoli: Nel primo capitolo si esaminerà l’evoluzione storica del concetto di ADHD, partendo dalle prime teorizzazioni sviluppate a inizio ‘900, per poi passare alla contrapposizione tra il modello biomedico e il modello costruzionista, fino ad arrivare al modello psico-medico e alle neuroscienze. Questo capitolo fornirà una panoramica su come l’ADHD sia stato progressivamente concepito prima come comportamento deviante e poi come disturbo neuropsichiatrico. Il secondo capitolo si focalizzerà sull’era della farmacologizzazione, concentrandosi sull’uso del Ritalin, spesso definito come la “pillola dei voti alti”. Saranno esaminati i diversi approcci all’uso di questo farmaco negli Stati Uniti e in Italia, mettendo in luce le differenze culturali e normative che influenzano le pratiche diagnostiche e terapeutiche. Verranno inoltre discusse le critiche mosse da diversi ambiti (medico, sociale e educativo) nei confronti della crescente dipendenza dai trattamenti farmacologici per gestire l’ADHD. Nel terzo capitolo verrà introdotta una prospettiva alternativa alla patologizzazione: la Neurodiversità. Questo approccio propone una visione inclusiva e non patologizzante dei disturbi del neurosviluppo, riconoscendo l’ADHD non come una patologia da curare, ma come una variante naturale della diversità umana. Verranno esplorati il concetto di Neurodiversità, il processo di claim-making e le rappresentazioni di queste idee nella cultura pop, con un focus particolare sull’opera “Raised on Ritalin” di Tyler Page. Questo lavoro mira, quindi, a offrire una visione critica delle narrazioni predominanti sull’ADHD, esplorando le tensioni tra la sua patologizzazione e le nuove prospettive che cercano di ridefinirlo in un’ottica più inclusiva. Attraverso l’analisi delle teorie, delle pratiche e delle rappresentazioni culturali, si intende stimolare una riflessione sui limiti e le potenzialità delle attuali concezioni dell’ADHD e delle sue possibili future evoluzioni.

Dalla Patologizzazione alla Neurodiversitá: un Viaggio attraverso l'ADHD.

GHIGLIERI, ELISA
2023/2024

Abstract

Il presente lavoro si prefigge di approfondire e confrontare le diverse interpretazioni formulate sull'ADHD all’interno delle scienze mediche e psico-sociali. L’ADHD è stata infatti considerata ora una condizione derivante da lesioni o anomalie cerebrali, ora un costrutto sociale. Attraverso un'analisi approfondita della letteratura di riferimento, l'obiettivo è esplorare le diverse prospettive che hanno contribuito a definire l'ADHD nel corso del tempo e che hanno portato alla sua medicalizzazione e, successivamente, alla sua depatologizzazione, analizzando come queste evoluzioni abbiano modellato la comprensione e il trattamento della condizione. La tesi si articola in 3 capitoli: Nel primo capitolo si esaminerà l’evoluzione storica del concetto di ADHD, partendo dalle prime teorizzazioni sviluppate a inizio ‘900, per poi passare alla contrapposizione tra il modello biomedico e il modello costruzionista, fino ad arrivare al modello psico-medico e alle neuroscienze. Questo capitolo fornirà una panoramica su come l’ADHD sia stato progressivamente concepito prima come comportamento deviante e poi come disturbo neuropsichiatrico. Il secondo capitolo si focalizzerà sull’era della farmacologizzazione, concentrandosi sull’uso del Ritalin, spesso definito come la “pillola dei voti alti”. Saranno esaminati i diversi approcci all’uso di questo farmaco negli Stati Uniti e in Italia, mettendo in luce le differenze culturali e normative che influenzano le pratiche diagnostiche e terapeutiche. Verranno inoltre discusse le critiche mosse da diversi ambiti (medico, sociale e educativo) nei confronti della crescente dipendenza dai trattamenti farmacologici per gestire l’ADHD. Nel terzo capitolo verrà introdotta una prospettiva alternativa alla patologizzazione: la Neurodiversità. Questo approccio propone una visione inclusiva e non patologizzante dei disturbi del neurosviluppo, riconoscendo l’ADHD non come una patologia da curare, ma come una variante naturale della diversità umana. Verranno esplorati il concetto di Neurodiversità, il processo di claim-making e le rappresentazioni di queste idee nella cultura pop, con un focus particolare sull’opera “Raised on Ritalin” di Tyler Page. Questo lavoro mira, quindi, a offrire una visione critica delle narrazioni predominanti sull’ADHD, esplorando le tensioni tra la sua patologizzazione e le nuove prospettive che cercano di ridefinirlo in un’ottica più inclusiva. Attraverso l’analisi delle teorie, delle pratiche e delle rappresentazioni culturali, si intende stimolare una riflessione sui limiti e le potenzialità delle attuali concezioni dell’ADHD e delle sue possibili future evoluzioni.
From Pathologization to Neurodiversity: a Journey through ADHD.
The present work aims to deepen and compare the different interpretations formulated on ADHD within the medical and psychosocial sciences. ADHD has in fact been considered now a condition resulting from brain lesions or anomalies, now a social construct. Through an in-depth analysis of the reference literature, the objective is to explore the different perspectives that have contributed to defining ADHD over time and that have led to its medicalization and, subsequently, to its depathologization, analyzing how these evolutions have shaped the understanding and treatment of the condition. The thesis is divided into 3 chapters: The first chapter will examine the historical evolution of the concept of ADHD, starting from the first theories developed at the beginning of the 20th century, and then moving on to the contrast between the biomedical model and the constructionist model, up to the psycho-medical model and the neuroscience. This chapter will provide an overview of how ADHD was progressively conceived first as deviant behavior and then as a neuropsychiatric disorder. The second chapter will focus on the era of pharmacology, focusing on the use of Ritalin, often referred to as the “high grades pill”. The different approaches to the use of this drug in the United States and Italy will be examined, highlighting the cultural and regulatory differences that influence diagnostic and therapeutic practices. The criticisms raised by different fields (medical, social and educational) towards the growing dependence on pharmacological treatments to manage ADHD will also be discussed. The third chapter will introduce an alternative perspective to pathologization: Neurodiversity. This approach proposes an inclusive and non-pathologizing vision of neurodevelopmental disorders, recognizing ADHD not as a pathology to be cured, but as a natural variant of human diversity. The concept of Neurodiversity, the process of claim-making and the representations of these ideas in pop culture will be explored, with a particular focus on the work “Raised on Ritalin” by Tyler Page. This work therefore aims to offer a critical view of the predominant narratives on ADHD, exploring the tensions between its pathologization and the new perspectives that seek to redefine it in a more inclusive perspective. Through the analysis of theories, practices and cultural representations, it is intended to stimulate a reflection on the limits and potential of current conceptions of ADHD and its possible future evolutions.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/3539