Dall’inizio del ‘900, in seguito alla seconda rivoluzione industriale, si è gradualmente affermato il modello di crescita economica definito “economia lineare”, fondato sul procedimento produttivo “take-make-use-dispose”. Col tempo però sono emerse numerose fragilità: inefficienza economica, perdita di valore durante il processo produttivo, erosione del capitale naturale, danni ambientali, insostenibilità sul lungo periodo e altre ancora. Così, negli ultimi decenni, ha iniziato a diffondersi il modello dell’“economia circolare”, che si basa su un nuovo processo produttivo, ciclico e ripetitivo, che prevede le fasi del recupero, del riciclo e del riutilizzo. Questo paradigma negli ultimi decenni sta ricevendo sempre più attenzioni, grazie anche all’operato di numerose organizzazioni internazionali e fondazioni, come la MacArthur Foundation. Il suo crescente successo è dovuto in gran parte ai vantaggi che comporta, quali la sostenibilità ambientale, il minore sfruttamento di risorse e l’aumento dell’efficienza economica, grazie ai ridotti scarti lungo la filiera produttiva. Una delle applicazioni pratiche di questa nuova teoria economica, a livello urbano ed industriale, è rappresentata dagli EIP (Ecological Industrial Parks), ovvero aree industriali al cui interno sono presenti numerosi collegamenti e relazioni tra imprese diverse, che massimizzano il riutilizzo degli scarti degli altri stabilimenti, rendendoli input per il proprio processo produttivo. In questo elaborato si approfondiscono i concetti alla base degli EIP, come l’ecologia industriale, il metabolismo industriale e la simbiosi industriale, si analizzano le varie tipologie di EIP, le performance richieste ai parchi industriali per poter raggiungere lo status di EIP e le difficoltà nel loro sviluppo. Guardando l’esperienza italiana, questo settore si rivela carente e fermo alle APEA (Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate). Di conseguenza se ne approfondiscono le caratteristiche e differenze con gli EIP. In seguito, si analizza il panorama degli EIP a livello internazionale, confrontando i casi europei più conosciuti, quali Kalundborg in Danimarca e Valuepark in Germania, con altri più recenti, quali Tianjin in Cina, Synergy Park in Australia ed il progetto di UNIDO in Vietnam, facendo emergere le caratteristiche principali e gli elementi favorevoli per lo sviluppo degli EIP. Infine, nell’elaborato si studia la realtà degli EIP sotto diversi aspetti, indagando se questo modello economico-industriale possa essere in grado di rivestire un ruolo da protagonista nel futuro sviluppo economico sostenibile post-pandemico.

ECOLOGICAL INDUSTRIAL PARKS COME MODELLO DI ATTUAZIONE PRATICA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE. ANALISI DI ALCUNI CASI IN EUROPA E NEL MONDO

MULATERO, TOMMASO
2020/2021

Abstract

Dall’inizio del ‘900, in seguito alla seconda rivoluzione industriale, si è gradualmente affermato il modello di crescita economica definito “economia lineare”, fondato sul procedimento produttivo “take-make-use-dispose”. Col tempo però sono emerse numerose fragilità: inefficienza economica, perdita di valore durante il processo produttivo, erosione del capitale naturale, danni ambientali, insostenibilità sul lungo periodo e altre ancora. Così, negli ultimi decenni, ha iniziato a diffondersi il modello dell’“economia circolare”, che si basa su un nuovo processo produttivo, ciclico e ripetitivo, che prevede le fasi del recupero, del riciclo e del riutilizzo. Questo paradigma negli ultimi decenni sta ricevendo sempre più attenzioni, grazie anche all’operato di numerose organizzazioni internazionali e fondazioni, come la MacArthur Foundation. Il suo crescente successo è dovuto in gran parte ai vantaggi che comporta, quali la sostenibilità ambientale, il minore sfruttamento di risorse e l’aumento dell’efficienza economica, grazie ai ridotti scarti lungo la filiera produttiva. Una delle applicazioni pratiche di questa nuova teoria economica, a livello urbano ed industriale, è rappresentata dagli EIP (Ecological Industrial Parks), ovvero aree industriali al cui interno sono presenti numerosi collegamenti e relazioni tra imprese diverse, che massimizzano il riutilizzo degli scarti degli altri stabilimenti, rendendoli input per il proprio processo produttivo. In questo elaborato si approfondiscono i concetti alla base degli EIP, come l’ecologia industriale, il metabolismo industriale e la simbiosi industriale, si analizzano le varie tipologie di EIP, le performance richieste ai parchi industriali per poter raggiungere lo status di EIP e le difficoltà nel loro sviluppo. Guardando l’esperienza italiana, questo settore si rivela carente e fermo alle APEA (Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate). Di conseguenza se ne approfondiscono le caratteristiche e differenze con gli EIP. In seguito, si analizza il panorama degli EIP a livello internazionale, confrontando i casi europei più conosciuti, quali Kalundborg in Danimarca e Valuepark in Germania, con altri più recenti, quali Tianjin in Cina, Synergy Park in Australia ed il progetto di UNIDO in Vietnam, facendo emergere le caratteristiche principali e gli elementi favorevoli per lo sviluppo degli EIP. Infine, nell’elaborato si studia la realtà degli EIP sotto diversi aspetti, indagando se questo modello economico-industriale possa essere in grado di rivestire un ruolo da protagonista nel futuro sviluppo economico sostenibile post-pandemico.
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