Endomyocardial biopsy (EMB) is considered the technique of choice for the evaluation of acute rejection following cardiac transplantation. However, this procedure is invasive, subject to variability of interpretation and lacking a well-defined histological classification. An alternative to the biopsy approach is the study of free circulating DNA from the donor (dd-cfDNA), considered an early and non-invasive marker of acute rejection. In this study, a new digital PCR droplet assay (ddPCR) was validated and optimized for the quantification of dd-cfDNA in heart transplant rejection monitoring, based on the HLA mismatch between donor and recipient, which uses a panel of specific probes for allelic variants of the HLA-DRB1 gene. The patient cohort analyzed consisted of 19 adult subjects, predominantly male (78.9%), transplanted between July 2019 and June 2020. In general, dd-cfDNA levels increased within the first week after transplant, presumably due to ischemia-reperfusion injury, in line with the data in the literature. Subsequently, the dd-cfDNA values found stabilize below 1% in conditions of good cardiac function and absence of rejection (with BEM evaluation of 0R), while in patients who develop acute rejection (with BEM evaluation of 1R) ) the percentage increases significantly with a p value of 0.0001. In contrast, in patients who develop infectious and cardiovascular complications not related to rejection, there are no significant increases in dd-cfDNA levels. This study confirms that dd-cfDNA represents a valid biomarker of acute rejection in heart transplantation. Furthermore, the dd-PCR assay based on the HLA mismatch between donor and recipient and validated here, is a sensitive, fast and affordable tool for monitoring rejection.
La biopsia endomiocardica (BEM) è considerata la tecnica di elezione per la valutazione del rigetto acuto a seguito di trapianto cardiaco. Questa procedura tuttavia è invasiva, soggetta a variabilità di interpretazione e mancante di una classificazione istologica ben definita. Un’ alternativa all’approccio bioptico è lo studio del DNA libero circolante proveniente dal donatore (dd-cfDNA), considerato un marcatore precoce e non invasivo di rigetto acuto. In questo studio è stato validato e ottimizzato un nuovo saggio di droplet digital PCR (ddPCR) per la quantificazione del dd-cfDNA nel monitoraggio del rigetto nel trapianto cardiaco, basato sul mismatch HLA tra donatore e ricevente, il quale sfrutta un pannello di sonde specifiche per le varianti alleliche del gene HLA-DRB1. La coorte di pazienti analizzata è composta da 19 soggetti adulti, prevalentemente di sesso maschile (78,9%), trapiantati tra luglio 2019 e giugno 2020. In generale, i livelli di dd-cfDNA risultano aumentati entro la prima settimana dal trapianto, presumibilmente a causa del danno da ischemia-riperfusione, in linea con i dati presenti in letteratura. Successivamente i valori di dd-cfDNA riscontrati si stabilizzano al di sotto dell’1% in condizioni di buona funzionalità cardiaca e assenza di rigetto (con valutazione alla BEM di 0R), mentre nei pazienti che sviluppano rigetto acuto (con valutazione alla BEM di 1R) la percentuale aumenta significativamente con un p value pari a 0,0001. Al contrario, nei pazienti che sviluppano complicanze infettive e cardiovascolari non correlate a rigetto, non vi sono incrementi significativi dei livelli di dd-cfDNA. Questo studio conferma che il dd-cfDNA rappresenta un valido biomarcatore di rigetto acuto nel trapianto cardiaco. Inoltre, il saggio di dd-PCR basato sul mismatch HLA tra donatore e ricevente e qui validato, risulta essere uno strumento sensibile, rapido ed economicamente accessibile per il monitoraggio del rigetto.
Validazione e ottimizzazione di un nuovo test non invasivo e clinicamente fruibile per la diagnosi precoce di rigetto nel trapianto di cuore
MORA, NICOLA
2019/2020
Abstract
La biopsia endomiocardica (BEM) è considerata la tecnica di elezione per la valutazione del rigetto acuto a seguito di trapianto cardiaco. Questa procedura tuttavia è invasiva, soggetta a variabilità di interpretazione e mancante di una classificazione istologica ben definita. Un’ alternativa all’approccio bioptico è lo studio del DNA libero circolante proveniente dal donatore (dd-cfDNA), considerato un marcatore precoce e non invasivo di rigetto acuto. In questo studio è stato validato e ottimizzato un nuovo saggio di droplet digital PCR (ddPCR) per la quantificazione del dd-cfDNA nel monitoraggio del rigetto nel trapianto cardiaco, basato sul mismatch HLA tra donatore e ricevente, il quale sfrutta un pannello di sonde specifiche per le varianti alleliche del gene HLA-DRB1. La coorte di pazienti analizzata è composta da 19 soggetti adulti, prevalentemente di sesso maschile (78,9%), trapiantati tra luglio 2019 e giugno 2020. In generale, i livelli di dd-cfDNA risultano aumentati entro la prima settimana dal trapianto, presumibilmente a causa del danno da ischemia-riperfusione, in linea con i dati presenti in letteratura. Successivamente i valori di dd-cfDNA riscontrati si stabilizzano al di sotto dell’1% in condizioni di buona funzionalità cardiaca e assenza di rigetto (con valutazione alla BEM di 0R), mentre nei pazienti che sviluppano rigetto acuto (con valutazione alla BEM di 1R) la percentuale aumenta significativamente con un p value pari a 0,0001. Al contrario, nei pazienti che sviluppano complicanze infettive e cardiovascolari non correlate a rigetto, non vi sono incrementi significativi dei livelli di dd-cfDNA. Questo studio conferma che il dd-cfDNA rappresenta un valido biomarcatore di rigetto acuto nel trapianto cardiaco. Inoltre, il saggio di dd-PCR basato sul mismatch HLA tra donatore e ricevente e qui validato, risulta essere uno strumento sensibile, rapido ed economicamente accessibile per il monitoraggio del rigetto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/3534