Sebbene, in linea con la posizione della Commissione Europea, si riconosca che la montagna ha bisogno di interventi specifici in quanto a contesto svantaggiato, non esiste a livello comunitario una specifica politica dedicata, volta a proteggere maggiormente gli interessi delle Terre Alte. Tuttavia, ciò non significa che la questione dei territori montani sia assente dai dibattiti e delle politiche della UE. L’articolo 174 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) sancisce che, per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale al suo interno, l’Unione deve mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite o insulari, e che un’attenzione particolare deve essere rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici. Per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027) la Commissione propone di rendere moderna la politica di coesione, vale a dire la principale politica di investimenti dell’UE e una delle sue più concrete espressioni di solidarietà. Guardando all’Italia, il suo territorio è caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di centri abitati di piccole dimensioni, perlopiù dislocati in territori rurali e montani, distanti dalle città e dai centri di offerta dei servizi essenziali in campo sanitario, dell’istruzione e della mobilità. Tali territori, definiti “Aree Interne”, hanno subito un processo di spopolamento a partire dalla seconda metà del Novecento, quando con la crescita economica si sono sviluppati i grandi poli urbani, specialmente nel Nord-Italia, e la popolazione ha iniziato ad emigrare nelle città in cerca di lavoro e di una vita migliore. Nonostante esistano strategie a livello nazionale (fondo per la montagna, Strategia Nazionale Aree Interne) e politiche regionali volte a sovvertire le tendenze demografiche e a promuovere processi di sviluppo locale (PSR, Bando residenzialità, Botteghe dei servizi), resta ancora lontana e pressoché utopica una soluzione. L’elaborato, strutturato in quattro capitoli, si propone di analizzare il processo che ha portato allo spopolamento anche a livello europeo delle Aree Interne, i limiti e le criticità in tema di legislazione, e le sistematiche opportunità offerte al rilancio della montagna anche alla luce degli strascichi imposti dalla pandemia di Covid-19. In ultimo, si propone un caso studio sulla base del progetto Clickwood, finanziato dal PSR 2014-2020, Bando Regione Piemonte, Misura 16 – Operazione 16.1.1 “Costituzione, gestione e operatività dei gruppi operativi dei Pei”, (Foreste), presentato dalla nostra azienda familiare e in fase di realizzazione, volto alla creazione di una filiera a “km zero” di approvvigionamento del legno dal bosco al consumatore finale, tramite un sito di e-commerce con consegna a domicilio e garanzia di tracciabilità, in virtù degli obblighi della Due Diligence EUTR Europea.

LE POLITICHE ECONOMICHE PER LA MONTAGNA: STRATEGIE, OPPORTUNITÀ’ E LIMITI NELLA GESTIONE DELLE TERRE ALTE. IL CASO “CLICKWOOD”

GIORDANO, STEFANIA
2020/2021

Abstract

Sebbene, in linea con la posizione della Commissione Europea, si riconosca che la montagna ha bisogno di interventi specifici in quanto a contesto svantaggiato, non esiste a livello comunitario una specifica politica dedicata, volta a proteggere maggiormente gli interessi delle Terre Alte. Tuttavia, ciò non significa che la questione dei territori montani sia assente dai dibattiti e delle politiche della UE. L’articolo 174 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) sancisce che, per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale al suo interno, l’Unione deve mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite o insulari, e che un’attenzione particolare deve essere rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici. Per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027) la Commissione propone di rendere moderna la politica di coesione, vale a dire la principale politica di investimenti dell’UE e una delle sue più concrete espressioni di solidarietà. Guardando all’Italia, il suo territorio è caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di centri abitati di piccole dimensioni, perlopiù dislocati in territori rurali e montani, distanti dalle città e dai centri di offerta dei servizi essenziali in campo sanitario, dell’istruzione e della mobilità. Tali territori, definiti “Aree Interne”, hanno subito un processo di spopolamento a partire dalla seconda metà del Novecento, quando con la crescita economica si sono sviluppati i grandi poli urbani, specialmente nel Nord-Italia, e la popolazione ha iniziato ad emigrare nelle città in cerca di lavoro e di una vita migliore. Nonostante esistano strategie a livello nazionale (fondo per la montagna, Strategia Nazionale Aree Interne) e politiche regionali volte a sovvertire le tendenze demografiche e a promuovere processi di sviluppo locale (PSR, Bando residenzialità, Botteghe dei servizi), resta ancora lontana e pressoché utopica una soluzione. L’elaborato, strutturato in quattro capitoli, si propone di analizzare il processo che ha portato allo spopolamento anche a livello europeo delle Aree Interne, i limiti e le criticità in tema di legislazione, e le sistematiche opportunità offerte al rilancio della montagna anche alla luce degli strascichi imposti dalla pandemia di Covid-19. In ultimo, si propone un caso studio sulla base del progetto Clickwood, finanziato dal PSR 2014-2020, Bando Regione Piemonte, Misura 16 – Operazione 16.1.1 “Costituzione, gestione e operatività dei gruppi operativi dei Pei”, (Foreste), presentato dalla nostra azienda familiare e in fase di realizzazione, volto alla creazione di una filiera a “km zero” di approvvigionamento del legno dal bosco al consumatore finale, tramite un sito di e-commerce con consegna a domicilio e garanzia di tracciabilità, in virtù degli obblighi della Due Diligence EUTR Europea.
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