Molte specie animali si trovano oggi in stato di cattività, ovvero sono detenuti, per svariati scopi, in strutture create dall’uomo nelle quali l’ambiente è molto diverso da quello in cui si troverebbero allo stato naturale. Questo può causare diversi disturbi a causa della diversità con l’ambiente per il quale si sono evoluti nel corso di milioni di anni, portando alla comparsa di stress. La risposta dell’organismo a questa alterazione da un lato può essere considerata come una normale risposta dell’organismo alle condizioni avverse in cui viene a trovarsi anche in natura, ma dall’altro, se protratto a lungo nel tempo, può diventare cronico e causare la comparsa di diversi disturbi, sia di tipo comportamentale che fisiologico. Per quanto possa sembrare un discorso puramente etico, molte delle specie che si trovano oggi nello stato di cattività sono considerate come seriamente minacciate e rischiano di estinguersi, scenario che porterebbe ad una perdita di biodiversità, un elemento che gioca un ruolo importantissimo nel corretto funzionamento degli ecosistemi terrestri. L’intervento dell’essere umano potrebbe aiutare ad evitare che questa diminuisca, grazie al ruolo che giardini zoologici e strutture di ricerca giocano in questo campo come mediatori delle tematiche ambientali al pubblico, per sensibilizzare sull’importanza di questo argomento, ma non solo. Dato che esemplari di diverse specie sono trattenute dagli esseri umani, attraverso una corretta gestione e coordinazione tra le varie strutture è possibile mantenere vitali delle popolazioni che un giorno potranno essere utilizzate per favorire la ripresa demografica di specie a rischio. Qui entra in gioco il concetto di benessere animale, fondamentale per garantire che gli esemplari in cattività godano di buona salute, stabilendo le linee guida da seguire per la corretta gestione delle varie specie. Concentrandosi sui primati, questi hanno delle esigenze particolari a causa della loro complessa struttura sociale, e di conseguenza necessitano di un ambiente in cui possano interagire con esemplari della stessa specie. Le cause della mancanza di interazioni sociali sono state oggetto di diversi studi, che hanno evidenziato come questi animali soffrano in particolar modo della mancanza di cure materne, sviluppando diversi comportamenti anomali, tra cui l’autolesionismo, fin dalla giovane età, che risultano difficili da eradicare una volta diventati adulti. Tuttavia, quest’ordine è di importanza vitale per il corretto funzionamento degli ecosistemi in cui vivono, e di conseguenza è necessario che gli esemplari che si trovano in cattività godano di tutte le attenzioni necessarie a garantirne il benessere, in modo tale da permettere che un giorno si possa trovare una soluzione alla loro continua diminuzione demografica, anche grazie attraverso gli studi effettuati in cattività.
Benessere dei Primati in cattività
BRIGNONE, FRANCESCO
2020/2021
Abstract
Molte specie animali si trovano oggi in stato di cattività, ovvero sono detenuti, per svariati scopi, in strutture create dall’uomo nelle quali l’ambiente è molto diverso da quello in cui si troverebbero allo stato naturale. Questo può causare diversi disturbi a causa della diversità con l’ambiente per il quale si sono evoluti nel corso di milioni di anni, portando alla comparsa di stress. La risposta dell’organismo a questa alterazione da un lato può essere considerata come una normale risposta dell’organismo alle condizioni avverse in cui viene a trovarsi anche in natura, ma dall’altro, se protratto a lungo nel tempo, può diventare cronico e causare la comparsa di diversi disturbi, sia di tipo comportamentale che fisiologico. Per quanto possa sembrare un discorso puramente etico, molte delle specie che si trovano oggi nello stato di cattività sono considerate come seriamente minacciate e rischiano di estinguersi, scenario che porterebbe ad una perdita di biodiversità, un elemento che gioca un ruolo importantissimo nel corretto funzionamento degli ecosistemi terrestri. L’intervento dell’essere umano potrebbe aiutare ad evitare che questa diminuisca, grazie al ruolo che giardini zoologici e strutture di ricerca giocano in questo campo come mediatori delle tematiche ambientali al pubblico, per sensibilizzare sull’importanza di questo argomento, ma non solo. Dato che esemplari di diverse specie sono trattenute dagli esseri umani, attraverso una corretta gestione e coordinazione tra le varie strutture è possibile mantenere vitali delle popolazioni che un giorno potranno essere utilizzate per favorire la ripresa demografica di specie a rischio. Qui entra in gioco il concetto di benessere animale, fondamentale per garantire che gli esemplari in cattività godano di buona salute, stabilendo le linee guida da seguire per la corretta gestione delle varie specie. Concentrandosi sui primati, questi hanno delle esigenze particolari a causa della loro complessa struttura sociale, e di conseguenza necessitano di un ambiente in cui possano interagire con esemplari della stessa specie. Le cause della mancanza di interazioni sociali sono state oggetto di diversi studi, che hanno evidenziato come questi animali soffrano in particolar modo della mancanza di cure materne, sviluppando diversi comportamenti anomali, tra cui l’autolesionismo, fin dalla giovane età, che risultano difficili da eradicare una volta diventati adulti. Tuttavia, quest’ordine è di importanza vitale per il corretto funzionamento degli ecosistemi in cui vivono, e di conseguenza è necessario che gli esemplari che si trovano in cattività godano di tutte le attenzioni necessarie a garantirne il benessere, in modo tale da permettere che un giorno si possa trovare una soluzione alla loro continua diminuzione demografica, anche grazie attraverso gli studi effettuati in cattività.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/35325