Introduzione. Il defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD dall’inglese Implantable Cardioverter Defibrillator) è la terapia più efficace nell’impedire la morte cardiaca improvvisa nei pazienti a rischio di sviluppare aritmie maligne. Malgrado sia riconosciuto il suo ruolo nella riduzione dei tassi di mortalità cardiovascolare, l’ICD ha un forte impatto nella vita dei pazienti che possono andare incontro a difficoltà di accettazione del dispositivo. Il lavoro di tesi ha l’obiettivo di identificare in letteratura le principali modificazioni nelle abitudini di vita quotidiana, le implicazioni e sensazioni che il paziente con ICD sperimenta nel primo periodo post-impianto unitamente a interventi volti a migliorarne la qualità di vita. Materiali e Metodi. È stata effettuata una revisione della letteratura sulla banca dati Pubmed e attraverso la consultazione di siti istituzionali. Sono stati formulati i quesiti clinici che hanno permesso di ottenere le informazioni necessarie e pertinenti all’obiettivo di tesi. Risultati. Sono stati analizzati e inclusi ventisette studi di letteratura primaria e secondaria tra cui principalmente studi trasversali, seguiti da studi qualitativi e studi osservazionali. Sono riportati temi relativi ai fattori associati a disagio psicologico indotto dal dispositivo, esperienze ed emozioni vissute dai pazienti ed efficacia di interventi psicoeducativi. Discussione. I risultati dimostrano che i pazienti sottoposti a impianto di ICD sperimentano difficoltà di adattamento con conseguenze fisiche e psicologiche. Sono presenti ansia e depressione correlati agli shock e preoccupazioni sull’ICD, incertezza sul futuro, disturbi del sonno e relazionali. Gli studi relativi agli interventi educativi hanno mostrato miglioramenti significativi su sintomi e qualità di vita. Conclusioni. Confermata l’esistenza di effetti negativi conseguenti a terapia con ICD e di fattori predittivi, potrebbero essere utili ulteriori ricerche finalizzate allo sviluppo di strategie assistenziali volte a riconoscere precocemente tali fattori già durante il ricovero ospedaliero in modo da orientare l’assistenza infermieristica verso il raggiungimento di una convivenza serena con l’ICD.
Vivere con un defibrillatore cardiaco impiantabile: una revisione della letteratura sulla qualità di vita del paziente nel periodo post-impianto
TRALLO, ILARIA
2020/2021
Abstract
Introduzione. Il defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD dall’inglese Implantable Cardioverter Defibrillator) è la terapia più efficace nell’impedire la morte cardiaca improvvisa nei pazienti a rischio di sviluppare aritmie maligne. Malgrado sia riconosciuto il suo ruolo nella riduzione dei tassi di mortalità cardiovascolare, l’ICD ha un forte impatto nella vita dei pazienti che possono andare incontro a difficoltà di accettazione del dispositivo. Il lavoro di tesi ha l’obiettivo di identificare in letteratura le principali modificazioni nelle abitudini di vita quotidiana, le implicazioni e sensazioni che il paziente con ICD sperimenta nel primo periodo post-impianto unitamente a interventi volti a migliorarne la qualità di vita. Materiali e Metodi. È stata effettuata una revisione della letteratura sulla banca dati Pubmed e attraverso la consultazione di siti istituzionali. Sono stati formulati i quesiti clinici che hanno permesso di ottenere le informazioni necessarie e pertinenti all’obiettivo di tesi. Risultati. Sono stati analizzati e inclusi ventisette studi di letteratura primaria e secondaria tra cui principalmente studi trasversali, seguiti da studi qualitativi e studi osservazionali. Sono riportati temi relativi ai fattori associati a disagio psicologico indotto dal dispositivo, esperienze ed emozioni vissute dai pazienti ed efficacia di interventi psicoeducativi. Discussione. I risultati dimostrano che i pazienti sottoposti a impianto di ICD sperimentano difficoltà di adattamento con conseguenze fisiche e psicologiche. Sono presenti ansia e depressione correlati agli shock e preoccupazioni sull’ICD, incertezza sul futuro, disturbi del sonno e relazionali. Gli studi relativi agli interventi educativi hanno mostrato miglioramenti significativi su sintomi e qualità di vita. Conclusioni. Confermata l’esistenza di effetti negativi conseguenti a terapia con ICD e di fattori predittivi, potrebbero essere utili ulteriori ricerche finalizzate allo sviluppo di strategie assistenziali volte a riconoscere precocemente tali fattori già durante il ricovero ospedaliero in modo da orientare l’assistenza infermieristica verso il raggiungimento di una convivenza serena con l’ICD.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/35275