L’elaborato affronta una questione estremamente complessa e molto rilevante nel dibattito pubblico: il tema delle mafie. La ricerca si focalizza sul fenomeno mafioso in Piemonte, attraverso l’osservazione delle principali teorie sulla diffusione della criminalità organizzata in aree non tradizionali, con particolare attenzione al caso della Val di Susa. Lo studio affronta diverse tesi analizzanti il fenomeno mafioso in aree non contigue: la tesi della diffusione del fenomeno mafioso in aree non tradizionali, che fa riferimento ai fattori di contesto e alle motivazioni del trasferimento di attori mafiosi; la teoria dell’area grigia; le tesi sullo scioglimento delle amministrazioni comunali. Inoltre, l’elaborato mostra l’applicazione di queste stesse teorie a casi avvenuti sul territorio piemontese. Questo lavoro è suddivisibile in tre parti, che fanno riferimento ai tre capitoli dell’elaborato. In un primo momento, vengono presi in considerazione la letteratura sociologica e gli studi riguardanti la diffusione del fenomeno mafioso in aree non tradizionali. Vengono analizzate numerose teorie come quella “della non esportabilità della mafia”, quella “del contagio”, “della piovra”… infine, con l’ausilio del testo “Mafie vecchie, mafie nuove” di Rocco Sciarrone, viene osservato come la realtà sia molto più complessa e di conseguenza difficilmente semplificabile e comprensibile attraverso queste lineari teorie. Infatti, sembrerebbe che i fattori in grado di portare al compimento del processo di diffusione del fenomeno mafioso in aree non tradizionali, siano numerose. Inoltre, lo studio mostra come questo processo, sia possibile laddove vi sia l’incontro di elementi specifici: determinate caratteristiche di una data area, i fattori di contesto e uno spostamento di individui mafiosi. Con il proseguire della ricerca, si giunge all’applicazione della tesi della diffusione in aree non tradizionali alle numerose vicende di carattere mafioso avvenute sul territorio piemontese. Si ha l’osservazione di alcuni episodi di carattere mafioso avvenuti in due distinte zone del Piemonte: l’area metropolitana di Torino e i piccoli e medi comuni distribuiti sull’intero territorio piemontese. Nella parte conclusiva dell’elaborato le teorie, prese in considerazione precedentemente, vengono applicate al caso di Bardonecchia e della Val di Susa. Tramite l’analisi delle molteplici vicende, si sviluppa una riflessione sui fattori di contesto che hanno facilitato l’arrivo e l’insediamento di individui mafiosi in questo territorio. Vengono esaminate le caratteristiche del comune di Bardonecchia. Attraverso questa disamina si coglie come, grazie ad una particolare facilità di inserimento all’interno dell’amministrazione (dovuta alla piccola dimensione del comune) e ad un considerevole dinamismo economico, quella di Bardonecchia sia stata una amministrazione redditizia, dal punto di vista sia economico che sociale, in cui effettuare l’insediamento di un’organizzazione criminale. Per concludere, l’elaborato, tenendo conto delle relazioni ministeriali, analizza le motivazioni dello scioglimento del comune di Bardonecchia, prendendo in considerazione i diversi tipi di motivi legati agli scioglimenti comunali dedotti da Vittorio Mete. Nel caso specifico di Bardonecchia, vengono evidenziati soprattutto i motivi di “contesto ambientale”, riconducibili a delle irregolarità amministrative e “responsabilità imputabili agli amministratori”.

Il fenomeno mafioso in Piemonte: il caso della Val di Susa

WALCH, NICOLE
2020/2021

Abstract

L’elaborato affronta una questione estremamente complessa e molto rilevante nel dibattito pubblico: il tema delle mafie. La ricerca si focalizza sul fenomeno mafioso in Piemonte, attraverso l’osservazione delle principali teorie sulla diffusione della criminalità organizzata in aree non tradizionali, con particolare attenzione al caso della Val di Susa. Lo studio affronta diverse tesi analizzanti il fenomeno mafioso in aree non contigue: la tesi della diffusione del fenomeno mafioso in aree non tradizionali, che fa riferimento ai fattori di contesto e alle motivazioni del trasferimento di attori mafiosi; la teoria dell’area grigia; le tesi sullo scioglimento delle amministrazioni comunali. Inoltre, l’elaborato mostra l’applicazione di queste stesse teorie a casi avvenuti sul territorio piemontese. Questo lavoro è suddivisibile in tre parti, che fanno riferimento ai tre capitoli dell’elaborato. In un primo momento, vengono presi in considerazione la letteratura sociologica e gli studi riguardanti la diffusione del fenomeno mafioso in aree non tradizionali. Vengono analizzate numerose teorie come quella “della non esportabilità della mafia”, quella “del contagio”, “della piovra”… infine, con l’ausilio del testo “Mafie vecchie, mafie nuove” di Rocco Sciarrone, viene osservato come la realtà sia molto più complessa e di conseguenza difficilmente semplificabile e comprensibile attraverso queste lineari teorie. Infatti, sembrerebbe che i fattori in grado di portare al compimento del processo di diffusione del fenomeno mafioso in aree non tradizionali, siano numerose. Inoltre, lo studio mostra come questo processo, sia possibile laddove vi sia l’incontro di elementi specifici: determinate caratteristiche di una data area, i fattori di contesto e uno spostamento di individui mafiosi. Con il proseguire della ricerca, si giunge all’applicazione della tesi della diffusione in aree non tradizionali alle numerose vicende di carattere mafioso avvenute sul territorio piemontese. Si ha l’osservazione di alcuni episodi di carattere mafioso avvenuti in due distinte zone del Piemonte: l’area metropolitana di Torino e i piccoli e medi comuni distribuiti sull’intero territorio piemontese. Nella parte conclusiva dell’elaborato le teorie, prese in considerazione precedentemente, vengono applicate al caso di Bardonecchia e della Val di Susa. Tramite l’analisi delle molteplici vicende, si sviluppa una riflessione sui fattori di contesto che hanno facilitato l’arrivo e l’insediamento di individui mafiosi in questo territorio. Vengono esaminate le caratteristiche del comune di Bardonecchia. Attraverso questa disamina si coglie come, grazie ad una particolare facilità di inserimento all’interno dell’amministrazione (dovuta alla piccola dimensione del comune) e ad un considerevole dinamismo economico, quella di Bardonecchia sia stata una amministrazione redditizia, dal punto di vista sia economico che sociale, in cui effettuare l’insediamento di un’organizzazione criminale. Per concludere, l’elaborato, tenendo conto delle relazioni ministeriali, analizza le motivazioni dello scioglimento del comune di Bardonecchia, prendendo in considerazione i diversi tipi di motivi legati agli scioglimenti comunali dedotti da Vittorio Mete. Nel caso specifico di Bardonecchia, vengono evidenziati soprattutto i motivi di “contesto ambientale”, riconducibili a delle irregolarità amministrative e “responsabilità imputabili agli amministratori”.
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