Riprendendo ed adattando la filosofia alla base della Metafisica della Qualità, introdotta dallo scrittore e filosofo statunitense Robert M. Pirsig, così come non esiste una definizione univoca, assoluta ed oggettivamente definibile del termine Qualità ma diversi ed autorevoli modi di intenderla, qualsiasi essi siano nulla vale più della percezione della sua assenza. Questa percezione ha un costo molto elevato, che nella peggiore delle ipotesi si traduce nell’allontanamento di chi ha deciso di valutare il prodotto o servizio di una impresa presente sul mercato. Le teorie e gli strumenti classici della Qualità, introdotti ed affermatisi a partire dagli anni ’50 e ’60 del secolo scorso in Giappone ed America, hanno indubbiamente posto le basi del miglioramento dell’offerta, sempre più di Qualità e Customer oriented, o per meglio dire, Customer Driven. Appurato che il costo di maggior impatto sia l’insoddisfazione del cliente finale, esistono però tutta una serie di inefficienze che, ancor prima di giungere alle sensazioni del cliente, comportano costi non preventivati a monte e non ribaltabili su quest’ultimo, pena la scarsa competitività sul mercato. Gli strumenti introdotti nel tempo da diverse figure di spicco che hanno contribuito con il loro genio e la loro visione al miglioramento continuo (Kaizen), possono essere quindi applicati o adattati alle diverse tipologie di impresa: dalla grande impresa, contesto in cui si sono sviluppati, fino alla piccola impresa, considerando che alla base di essi vi è sempre un approccio filosofico al lavoro come mezzo principale del miglioramento, in primis personale. In quest’ottica si tenta, con la presente, di effettuare una disamina, di approccio pragmatico, al tracciamento delle inefficienze, spesso dettate proprio da una mancanza di approccio culturale al lavoro, che comportano costi di non qualità non recuperabili.
TRACCIABILITÀ ED ANALISI DELLE NON CONFORMITÀ NELLA PMI. IL CONTROLLO DEI COSTI DI NON QUALITÀ PER UNA GESTIONE EFFICACE
POMIERE, PAOLO
2020/2021
Abstract
Riprendendo ed adattando la filosofia alla base della Metafisica della Qualità, introdotta dallo scrittore e filosofo statunitense Robert M. Pirsig, così come non esiste una definizione univoca, assoluta ed oggettivamente definibile del termine Qualità ma diversi ed autorevoli modi di intenderla, qualsiasi essi siano nulla vale più della percezione della sua assenza. Questa percezione ha un costo molto elevato, che nella peggiore delle ipotesi si traduce nell’allontanamento di chi ha deciso di valutare il prodotto o servizio di una impresa presente sul mercato. Le teorie e gli strumenti classici della Qualità, introdotti ed affermatisi a partire dagli anni ’50 e ’60 del secolo scorso in Giappone ed America, hanno indubbiamente posto le basi del miglioramento dell’offerta, sempre più di Qualità e Customer oriented, o per meglio dire, Customer Driven. Appurato che il costo di maggior impatto sia l’insoddisfazione del cliente finale, esistono però tutta una serie di inefficienze che, ancor prima di giungere alle sensazioni del cliente, comportano costi non preventivati a monte e non ribaltabili su quest’ultimo, pena la scarsa competitività sul mercato. Gli strumenti introdotti nel tempo da diverse figure di spicco che hanno contribuito con il loro genio e la loro visione al miglioramento continuo (Kaizen), possono essere quindi applicati o adattati alle diverse tipologie di impresa: dalla grande impresa, contesto in cui si sono sviluppati, fino alla piccola impresa, considerando che alla base di essi vi è sempre un approccio filosofico al lavoro come mezzo principale del miglioramento, in primis personale. In quest’ottica si tenta, con la presente, di effettuare una disamina, di approccio pragmatico, al tracciamento delle inefficienze, spesso dettate proprio da una mancanza di approccio culturale al lavoro, che comportano costi di non qualità non recuperabili.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/35060