Background: Orthotopic heart transplantation is widely accepted as the standard therapy for advanced heart failure. Despite improvements in long-term outcomes over the years, post-transplant complications can influence the prognosis, with tricuspid valve insufficiency being one of the most common complications both in the immediate post-operative period and long-term follow-up. Methods: The study conducted at the Department of Cardiovascular Surgery of Città della Salute e della Scienza University Hospital in Turin involved a cohort of patients undergoing heart transplantation between January 1990 and December 2023. A total of 796 patients were considered, of whom 12 developed severe tricuspid valve insufficiency and were treated with a minimally invasive approach via right thoracotomy. Outcomes and Results: Data analysis revealed that the mean time to onset of severe tricuspid valve insufficiency was approximately 135.33 months after heart transplantation. An average of 13.25 months elapsed from the diagnosis of a significant valve defect to the tricuspid valve repair or replacement. In the study, six patients (50%) underwent valve replacement with a bioprosthesis, while the remaining 50% had native valve repair using annuloplasty with a 3D rigid ring. In one repair case, chordal implantation was added, and in another, a Kay procedure was performed. Extracorporeal circulation was established via cardiopulmonary bypass with femoral artery cannulation. Most surgeries (58.3%) were performed on a beating heart, while in 41.7% of cases, endo-aortic clamping was necessary. No patient experienced major intraoperative or postoperative complications. There were no reported cases of 30-day mortality. The mean intensive care unit stay was 1 day, while the median in-hospital stay was 6 days. Two patients experienced significant recurrence of tricuspid valve insufficiency, treated thus far with medical therapy without manifestation of heart failure symptoms. Conclusions: The study demonstrated that the minimally invasive approach via right thoracotomy for the treatment of severe tricuspid valve insufficiency following heart transplantation is safe and effective. Despite the limited size of the studied population, the intervention showed promising results in terms of immediate and medium-term outcomes. This approach could be considered to expand the pool of patients who may benefit from surgical treatment.
Presupposti dello studio: Il trapianto cardiaco ortotopico è ampiamente accettato come terapia standard per il trattamento dello scompenso cardiaco avanzato. Nonostante il miglioramento degli esiti a lungo termine nel corso degli anni, le complicanze post- trapianto possono influenzare la prognosi, con l’insufficienza tricuspidale che rappresenta una delle complicanze più comuni sia nel periodo post-operatorio immediato che nel follow-up a lungo termine. Metodi: Lo studio condotto presso la Struttura Complessa di Cardiochirurgia dell’Ospedale Universitario Città della Salute e della Scienza di Torino ha coinvolto una coorte di pazienti sottoposti a trapianto cardiaco nel periodo tra gennaio 1990 e dicembre 2023. Sono stati considerati 796 pazienti, di cui 12 hanno sviluppato un’insufficienza tricuspidale di grado severo e sono stati trattati con un approccio mini-invasivo tramite toracotomia destra. Nessun paziente, dei 796, è stato sottoposto a intervento di riparazione o sostituzione della valvola tricuspide mediante sternotomia longitudinale. Outcomes e risultati: L’analisi dei dati ha evidenziato che il tempo medio d’insorgenza dell’insufficienza tricuspidale severa è stato di circa 135.33 mesi dopo il trapianto cardiaco. La decisione d’intervenire è avvenuta mediamente dopo 13.25 mesi dalla diagnosi del difetto valvolare significativo. Nello studio, sei pazienti (50%) sono stati sottoposti a sostituzione della valvola con bioprotesi, mentre il restante 50% ha subito una riparazione della valvola nativa tramite anuloplastica con un anello rigido 3D. In un caso di riparazione è stato aggiunto un impianto cordale e in un altro è stata eseguita una procedura secondo Kay. La circolazione extracorporea è stata stabilita mediante bypass cardiopolmonare con cannulazione dell’arteria femorale. La maggior parte degli interventi (58,3%) è stata eseguita a cuore battente, mentre nel 41,7% dei casi è stato necessario il clampaggio endo-aortico. Nessun paziente ha sviluppato complicanze maggiori intraoperatorie o postoperatorie. Non sono stati riportati casi di mortalità a 30 giorni. La degenza media in terapia intensiva è stata di un giorno, mentre la degenza intra-ospedaliera mediana è stata di 6 giorni. Due pazienti hanno sviluppato una recidiva significativa dell’insufficienza tricuspidale, trattata fino ora con terapia medica senza manifestazione di sintomi di scompenso cardiaco. Conclusioni: Lo studio ha evidenziato che l’approccio mini-invasivo tramite toracotomia destra per il trattamento dell’insufficienza tricuspidale severa post-trapianto cardiaco è sicuro ed efficace. Nonostante le dimensioni limitate della popolazione studiata, l’intervento ha dimostrato risultati promettenti in termini di outcome immediati e a medio termine. Tale approccio potrebbe essere considerato per ampliare la popolazione di pazienti che possono beneficiare del trattamento chirurgico.
TRAPIANTO DI CUORE: TRATTAMENTO DELL’INSUFFICIENZA TRICUSPIDALICA
MONACI, CECILIA
2023/2024
Abstract
Presupposti dello studio: Il trapianto cardiaco ortotopico è ampiamente accettato come terapia standard per il trattamento dello scompenso cardiaco avanzato. Nonostante il miglioramento degli esiti a lungo termine nel corso degli anni, le complicanze post- trapianto possono influenzare la prognosi, con l’insufficienza tricuspidale che rappresenta una delle complicanze più comuni sia nel periodo post-operatorio immediato che nel follow-up a lungo termine. Metodi: Lo studio condotto presso la Struttura Complessa di Cardiochirurgia dell’Ospedale Universitario Città della Salute e della Scienza di Torino ha coinvolto una coorte di pazienti sottoposti a trapianto cardiaco nel periodo tra gennaio 1990 e dicembre 2023. Sono stati considerati 796 pazienti, di cui 12 hanno sviluppato un’insufficienza tricuspidale di grado severo e sono stati trattati con un approccio mini-invasivo tramite toracotomia destra. Nessun paziente, dei 796, è stato sottoposto a intervento di riparazione o sostituzione della valvola tricuspide mediante sternotomia longitudinale. Outcomes e risultati: L’analisi dei dati ha evidenziato che il tempo medio d’insorgenza dell’insufficienza tricuspidale severa è stato di circa 135.33 mesi dopo il trapianto cardiaco. La decisione d’intervenire è avvenuta mediamente dopo 13.25 mesi dalla diagnosi del difetto valvolare significativo. Nello studio, sei pazienti (50%) sono stati sottoposti a sostituzione della valvola con bioprotesi, mentre il restante 50% ha subito una riparazione della valvola nativa tramite anuloplastica con un anello rigido 3D. In un caso di riparazione è stato aggiunto un impianto cordale e in un altro è stata eseguita una procedura secondo Kay. La circolazione extracorporea è stata stabilita mediante bypass cardiopolmonare con cannulazione dell’arteria femorale. La maggior parte degli interventi (58,3%) è stata eseguita a cuore battente, mentre nel 41,7% dei casi è stato necessario il clampaggio endo-aortico. Nessun paziente ha sviluppato complicanze maggiori intraoperatorie o postoperatorie. Non sono stati riportati casi di mortalità a 30 giorni. La degenza media in terapia intensiva è stata di un giorno, mentre la degenza intra-ospedaliera mediana è stata di 6 giorni. Due pazienti hanno sviluppato una recidiva significativa dell’insufficienza tricuspidale, trattata fino ora con terapia medica senza manifestazione di sintomi di scompenso cardiaco. Conclusioni: Lo studio ha evidenziato che l’approccio mini-invasivo tramite toracotomia destra per il trattamento dell’insufficienza tricuspidale severa post-trapianto cardiaco è sicuro ed efficace. Nonostante le dimensioni limitate della popolazione studiata, l’intervento ha dimostrato risultati promettenti in termini di outcome immediati e a medio termine. Tale approccio potrebbe essere considerato per ampliare la popolazione di pazienti che possono beneficiare del trattamento chirurgico.File | Dimensione | Formato | |
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