La geografia così come ci è stata insegnata a scuola rischia di diventare una disciplina sterile, mnemonica e fine a sé stessa. Sempre di più vediamo come si riduca all’apprendimento di città, regioni, stati e zone climatiche, sin dalla scuola primaria, allargando man mano che il grado scolastico aumenta, soltanto la prospettiva spaziale. Le Indicazioni Nazionali del Ministero della Pubblica istruzione per la scuola primaria e secondaria di primo grado guidano verso un cambiamento di prospettiva nei confronti di tale disciplina: la geografia come geografia del territorio, come avventura per trovare il proprio spazio nel mondo, per rapportarsi con la società in continua evoluzione in cui siamo inseriti, partendo dal vissuto dell’alunno per volgere lo sguardo riflessivo sul mondo. La geografia presentata è una occasione di osservazione di fenomeni da più punti di vista (locale e globale), un’analisi della fitta rete di connessioni che si creano tra noi e il mondo esterno. Essere consapevoli dell’impatto che abbiamo sullo spazio che ci circonda permette di sviluppare maggiore sensibilizzazione alle tematiche ambientali e non solo. L’obiettivo della mia tesi è rafforzare la visione dinamica dell’insegnamento della geografia attraverso l’utilizzo di strumenti di realtà virtuale e realtà aumentata. Mediante queste ICT i docenti possono portare lo studente direttamente nel luogo desiderato e far osservare più da vicino un monte, il quartiere cittadino di una metropoli, l’organizzazione spaziale di villaggi aborigeni, la barriera corallina, lo scioglimento dei ghiacciai, la quadratura di una città romana ecc. Entrare in relazione così da vicino coi fenomeni geografici incrementa la significatività dell’apprendimento. Spostare la sabbia in un box di realtà virtuale e poter assistere in diretta ai cambiamenti morfologici analizzando i dati attraverso un computer collegato alla piattaforma è sicuramente più d’impatto che studiare i paesaggi sulle pagine di un libro. Immergersi in un tour virtuale di Google sulla Via della Seta realmente percorsa da Marco Polo può sviluppare competenze interdisciplinari che una mappa bidimensionale cartacea non offre. Ricerche future potrebbero approfondire le possibilità di insegnare la geografia attraverso le tecnologie del virtuale, chiedendo alle aziende più conosciute sul mercato di predisporre strumenti più alla portata economica di tutte le scuole in modo che siano facilmente reperibili e più agili possibili, al fine di non complicare la didattica quotidiana del docente, ma bensì affiancandola e stimolando una didattica della geografia sempre più innovativa, per crescere responsabili cittadini del domani e curiosi conoscitori del mondo.

Geografia e realtà virtuale: esperienze didattiche

CAVALLO, GIORGIA
2020/2021

Abstract

La geografia così come ci è stata insegnata a scuola rischia di diventare una disciplina sterile, mnemonica e fine a sé stessa. Sempre di più vediamo come si riduca all’apprendimento di città, regioni, stati e zone climatiche, sin dalla scuola primaria, allargando man mano che il grado scolastico aumenta, soltanto la prospettiva spaziale. Le Indicazioni Nazionali del Ministero della Pubblica istruzione per la scuola primaria e secondaria di primo grado guidano verso un cambiamento di prospettiva nei confronti di tale disciplina: la geografia come geografia del territorio, come avventura per trovare il proprio spazio nel mondo, per rapportarsi con la società in continua evoluzione in cui siamo inseriti, partendo dal vissuto dell’alunno per volgere lo sguardo riflessivo sul mondo. La geografia presentata è una occasione di osservazione di fenomeni da più punti di vista (locale e globale), un’analisi della fitta rete di connessioni che si creano tra noi e il mondo esterno. Essere consapevoli dell’impatto che abbiamo sullo spazio che ci circonda permette di sviluppare maggiore sensibilizzazione alle tematiche ambientali e non solo. L’obiettivo della mia tesi è rafforzare la visione dinamica dell’insegnamento della geografia attraverso l’utilizzo di strumenti di realtà virtuale e realtà aumentata. Mediante queste ICT i docenti possono portare lo studente direttamente nel luogo desiderato e far osservare più da vicino un monte, il quartiere cittadino di una metropoli, l’organizzazione spaziale di villaggi aborigeni, la barriera corallina, lo scioglimento dei ghiacciai, la quadratura di una città romana ecc. Entrare in relazione così da vicino coi fenomeni geografici incrementa la significatività dell’apprendimento. Spostare la sabbia in un box di realtà virtuale e poter assistere in diretta ai cambiamenti morfologici analizzando i dati attraverso un computer collegato alla piattaforma è sicuramente più d’impatto che studiare i paesaggi sulle pagine di un libro. Immergersi in un tour virtuale di Google sulla Via della Seta realmente percorsa da Marco Polo può sviluppare competenze interdisciplinari che una mappa bidimensionale cartacea non offre. Ricerche future potrebbero approfondire le possibilità di insegnare la geografia attraverso le tecnologie del virtuale, chiedendo alle aziende più conosciute sul mercato di predisporre strumenti più alla portata economica di tutte le scuole in modo che siano facilmente reperibili e più agili possibili, al fine di non complicare la didattica quotidiana del docente, ma bensì affiancandola e stimolando una didattica della geografia sempre più innovativa, per crescere responsabili cittadini del domani e curiosi conoscitori del mondo.
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