Le fitoplasmosi sono gravi malattie che possono colpire un gran numero di piante, tra cui la vite, dove arrecano danni e perdite economiche rilevanti. Esse sono causate dai fitoplasmi, microrganismi procarioti privi di parete che vivono all’interno del floema delle piante e nei corpi di alcuni insetti che fungono da vettori per la diffusione. In ambito viticolo le due fitoplasmosi più rilevanti sono la Flavescenza Dorata (FD) ed il Legno Nero (LN). La FD è associata ai fitoplasmi del gruppo 16SrV (Candidatus Phytoplasma vitis), mentre il LN al gruppo 16SrXII (Candidatus Phytoplasma solani). Gli insetti vettori sono Scaphoideus titanus Ball (FD) e Hyalesthes obsoletus Signoret (LN) ed erano considerati gli unici responsabili fino a pochi anni fa. Il recente progresso scientifico in ambito molecolare ha permesso di capire meglio le relazioni tra il fitoplasma e l’insetto vettore. Sappiamo oggi che ci sono delle interazioni tra le proteine immunodominanti (IDP) dei fitoplasmi e quelle di membrana dell’intestino medio degli insetti; inoltre avvengono delle interazioni tra le proteine fitoplasmatiche VmpA (adesine) e le glicoproteine di intestino medio e ghiandole salivari degli insetti. Queste scoperte permetteranno di conoscere meglio il funzionamento di tali fitopatie, i nuovi possibili vettori ed inoltre serviranno a sviluppare nuove tecniche di lotta più efficaci e di minore impatto ambientale. I recenti progressi hanno evidenziato che Orientus ishidae (Matsumura) è un nuovo vettore della FD, così come lo è Dictyophara europaea (Linnaeus), nota da tempo per la trasmissione dalla clematide alla vite; Oncopsis alni Schrank può trasmettere una fitoplasmosi molto simile alla FD, chiamata Giallume del Palatinato (PGY), dagli ontani alla vite, Euscelidius variegatus (Kirschbaum) è in grado di acquisire i fitoplasmi della FD, ma riesce a trasmetterli alla vite solo in condizioni di laboratorio ed infine Ricania speculum (Walker) per ora è solamente in grado di acquisire i fitoplasmi 16SrV e non di trasmetterli alle viti. Per quanto riguarda il LN sono stati rilevati due nuovi vettori, ossia Reptalus panzeri (Low) ed E. variegatus; sono poi stati in grado di acquisire il fitoplasmi del LN Reptalus quinquecostatus (Dufour) e D. europaea, ma non ci sono ancora prove di trasmissione su vite. Per gli insetti senza conferma di trasmissione su vite, si ipotizza la capacità di trasmissione su altre specie vegetali. Questi insetti sono di natura essenzialmente polifaga, per cui risulta fondamentale l’agroecosistema vigneto, che può ospitare viti selvatiche ed altre specie vegetali ospiti dei vettori e serbatoio di fitoplasmi (principalmente Urtica dioica, Convolvulus arvensis e Clematis vitalba), quindi una sua corretta gestione, volta a ridurre le specie su cui si nutrono questi nuovi vettori, risulta essenziale per limitare l’insorgenza delle fitoplasmosi. La difficoltà di contenere le fitoplasmosi della vite e in particolare la FD, la scoperta di nuovi vettori, le nuove conoscenze sulla bio-etologia e le relazioni con la vite hanno fatto sì che l’attuale tecnica di difesa (lotta obbligatoria), basata sull’applicazione di insetticidi in vigneto contro S. titanus, non fosse più sufficiente; sono quindi in studio nuove strategie di lotta per il contenimento di queste malattie e dei loro vettori, tra cui l’utilizzo di piante resistenti, il controllo simbiotico o l’applicazione di sostanze che fungano da elicitori.

Nuove acquisizioni sui vettori e i fitoplasmi della vite

PENNA, FRANCESCO
2020/2021

Abstract

Le fitoplasmosi sono gravi malattie che possono colpire un gran numero di piante, tra cui la vite, dove arrecano danni e perdite economiche rilevanti. Esse sono causate dai fitoplasmi, microrganismi procarioti privi di parete che vivono all’interno del floema delle piante e nei corpi di alcuni insetti che fungono da vettori per la diffusione. In ambito viticolo le due fitoplasmosi più rilevanti sono la Flavescenza Dorata (FD) ed il Legno Nero (LN). La FD è associata ai fitoplasmi del gruppo 16SrV (Candidatus Phytoplasma vitis), mentre il LN al gruppo 16SrXII (Candidatus Phytoplasma solani). Gli insetti vettori sono Scaphoideus titanus Ball (FD) e Hyalesthes obsoletus Signoret (LN) ed erano considerati gli unici responsabili fino a pochi anni fa. Il recente progresso scientifico in ambito molecolare ha permesso di capire meglio le relazioni tra il fitoplasma e l’insetto vettore. Sappiamo oggi che ci sono delle interazioni tra le proteine immunodominanti (IDP) dei fitoplasmi e quelle di membrana dell’intestino medio degli insetti; inoltre avvengono delle interazioni tra le proteine fitoplasmatiche VmpA (adesine) e le glicoproteine di intestino medio e ghiandole salivari degli insetti. Queste scoperte permetteranno di conoscere meglio il funzionamento di tali fitopatie, i nuovi possibili vettori ed inoltre serviranno a sviluppare nuove tecniche di lotta più efficaci e di minore impatto ambientale. I recenti progressi hanno evidenziato che Orientus ishidae (Matsumura) è un nuovo vettore della FD, così come lo è Dictyophara europaea (Linnaeus), nota da tempo per la trasmissione dalla clematide alla vite; Oncopsis alni Schrank può trasmettere una fitoplasmosi molto simile alla FD, chiamata Giallume del Palatinato (PGY), dagli ontani alla vite, Euscelidius variegatus (Kirschbaum) è in grado di acquisire i fitoplasmi della FD, ma riesce a trasmetterli alla vite solo in condizioni di laboratorio ed infine Ricania speculum (Walker) per ora è solamente in grado di acquisire i fitoplasmi 16SrV e non di trasmetterli alle viti. Per quanto riguarda il LN sono stati rilevati due nuovi vettori, ossia Reptalus panzeri (Low) ed E. variegatus; sono poi stati in grado di acquisire il fitoplasmi del LN Reptalus quinquecostatus (Dufour) e D. europaea, ma non ci sono ancora prove di trasmissione su vite. Per gli insetti senza conferma di trasmissione su vite, si ipotizza la capacità di trasmissione su altre specie vegetali. Questi insetti sono di natura essenzialmente polifaga, per cui risulta fondamentale l’agroecosistema vigneto, che può ospitare viti selvatiche ed altre specie vegetali ospiti dei vettori e serbatoio di fitoplasmi (principalmente Urtica dioica, Convolvulus arvensis e Clematis vitalba), quindi una sua corretta gestione, volta a ridurre le specie su cui si nutrono questi nuovi vettori, risulta essenziale per limitare l’insorgenza delle fitoplasmosi. La difficoltà di contenere le fitoplasmosi della vite e in particolare la FD, la scoperta di nuovi vettori, le nuove conoscenze sulla bio-etologia e le relazioni con la vite hanno fatto sì che l’attuale tecnica di difesa (lotta obbligatoria), basata sull’applicazione di insetticidi in vigneto contro S. titanus, non fosse più sufficiente; sono quindi in studio nuove strategie di lotta per il contenimento di queste malattie e dei loro vettori, tra cui l’utilizzo di piante resistenti, il controllo simbiotico o l’applicazione di sostanze che fungano da elicitori.
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