Tra i sintomi non motori associati alla malattia di Parkinson (MP), si annoverano anche i disturbi del sonno. Questi sintomi possono essere osservati in tutte le fasi della malattia, principalmente durante la fase avanzata. In tale stadio di malattia, qualora la sola terapia farmacologica non risulti sufficiente per un controllo ottimale dei sintomi motori, possono essere avviate terapie più invasive, quali la Deep Brain Stimulation (DBS) e l’infusione intestinale continua di levodopa/carbidopa (LCIG). Alcuni studi suggeriscono un miglioramento della qualità del sonno a seguito degli interventi di DBS e LCIG. Tuttavia, al momento, sono disponibili scarse evidenze rispetto all’impatto a lungo termine delle terapie di fase avanzata per la MP sui disturbi del sonno. L’obiettivo che questo studio si pone è quello di comparare l’effetto a lungo termine di DBS, LCIG e del trattamento farmacologico sui disturbi del sonno. A tal fine, la qualità del sonno è stata indagata su un totale di 66 pazienti (24 DBS, 26 LCIG, 16 trattamento farmacologico) in fase avanzata di MP, al basale e a distanza di 36 mesi tramite l’impiego di due questionari specifici: Parkinson’s Disease Sleep Scale versione 2 (PDSS-2) e Epworth Sleepiness Scale (ESS). I risultati ottenuti, in linea con la letteratura precedente, dimostrano una riduzione statisticamente significativa dei sintomi del sonno (T0=24.13±10.69, T1=18.37±9.85; p=0.034) e sulla sonnolenza diurna (T0=9.38±4.30, T1=6.58±3.83; p=0.000) nei pazienti sottoposti a DBS. Inoltre, i soggetti sottoposti a LCIG hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (T0=9.08±5.29, T1= 6.38±5.00; p=0.046) nella scala della sonnolenza diurna e una riduzione dei sintomi del sonno, seppure non statisticamente significativa. Per i soggetti sottoposti al trattamento farmacologico (BMT), invece, non è stata rilevata alcuna variazione significativa nei punteggi delle scale somministrate. Infine, confrontando l’impatto dei tre trattamenti, è emersa una maggiore efficacia della DBS rispetto alla terapia farmacologica nel ridurre i disturbi del sonno (p=0.049).

I disturbi del sonno nella malattia di Parkinson: uno studio di confronto sulle terapie della fase avanzata

OLIVETTI, ANNA FRANCESCA
2020/2021

Abstract

Tra i sintomi non motori associati alla malattia di Parkinson (MP), si annoverano anche i disturbi del sonno. Questi sintomi possono essere osservati in tutte le fasi della malattia, principalmente durante la fase avanzata. In tale stadio di malattia, qualora la sola terapia farmacologica non risulti sufficiente per un controllo ottimale dei sintomi motori, possono essere avviate terapie più invasive, quali la Deep Brain Stimulation (DBS) e l’infusione intestinale continua di levodopa/carbidopa (LCIG). Alcuni studi suggeriscono un miglioramento della qualità del sonno a seguito degli interventi di DBS e LCIG. Tuttavia, al momento, sono disponibili scarse evidenze rispetto all’impatto a lungo termine delle terapie di fase avanzata per la MP sui disturbi del sonno. L’obiettivo che questo studio si pone è quello di comparare l’effetto a lungo termine di DBS, LCIG e del trattamento farmacologico sui disturbi del sonno. A tal fine, la qualità del sonno è stata indagata su un totale di 66 pazienti (24 DBS, 26 LCIG, 16 trattamento farmacologico) in fase avanzata di MP, al basale e a distanza di 36 mesi tramite l’impiego di due questionari specifici: Parkinson’s Disease Sleep Scale versione 2 (PDSS-2) e Epworth Sleepiness Scale (ESS). I risultati ottenuti, in linea con la letteratura precedente, dimostrano una riduzione statisticamente significativa dei sintomi del sonno (T0=24.13±10.69, T1=18.37±9.85; p=0.034) e sulla sonnolenza diurna (T0=9.38±4.30, T1=6.58±3.83; p=0.000) nei pazienti sottoposti a DBS. Inoltre, i soggetti sottoposti a LCIG hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (T0=9.08±5.29, T1= 6.38±5.00; p=0.046) nella scala della sonnolenza diurna e una riduzione dei sintomi del sonno, seppure non statisticamente significativa. Per i soggetti sottoposti al trattamento farmacologico (BMT), invece, non è stata rilevata alcuna variazione significativa nei punteggi delle scale somministrate. Infine, confrontando l’impatto dei tre trattamenti, è emersa una maggiore efficacia della DBS rispetto alla terapia farmacologica nel ridurre i disturbi del sonno (p=0.049).
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