Nagorno-Karabakh is a mountainous region located in the South Caucasus between Armenia and Azerbaijan. Despite its small size (about 4400 square kilometres), it has been the scene of tragic brutality for over thirty years. Inhabited by a majority Armenian population, its territory has always been under Azerbaijani control. In the 1990s, after a real war from which Armenia emerged victorious, the Republic of Artsakh was born, not recognised internationally, but declared itself independent and sovereign over the Nagorno-Karabakh area. From that moment on, the regional balance continued to change, until it was completely overturned: Azerbaijan, thanks to the energetic resources on its territory, attracted international attention, which favoured the economic and demographic development of the country. Armenia, on the other hand, has sunk into geopolitical isolation, which has led it into an increasingly complex economic and social situation. In this context, the conflict between the two states has “frozen”, without ever being definitively extinguished. On several occasions, in fact, there have been reciprocal attacks that have destroyed many towns in the region and their inhabitants. What appears to be a regional dispute, however, is only part of a much broader and more complex picture, which also involves major international players such as Russia, which has always welcomed and supported, albeit in many cases only formally, Armenian demands and their cause, and Turkey, Azerbaijan's “sister” and its first ally. The aim of this paper is therefore to reconstruct the historical course of the conflict, focusing on the role of the international powers that intervened over time. Moreover, it will also analyse the aspects that allow it to be classified in the category of the new globalised wars, a phenomenon that has become increasingly widespread since the 1980s and is constantly evolving.
Il Nagorno-Karabakh è una regione montuosa situata nel Caucaso meridionale tra Armenia e Azerbaigian. Nonostante le sue piccole dimensioni (circa 4400 chilometri quadrati), è teatro di tragiche brutalità da oltre trent’anni. Abitato da una popolazione a maggioranza armena, il suo territorio è sempre stato sotto il controllo azero. Negli anni Novanta, dopo una vera e propria guerra da cui l’Armenia, di fatto, è uscita vincitrice, è nata la Repubblica dell’Artsakh, non riconosciuta a livello internazionale, ma dichiaratasi indipendente e sovrana sulla zona del Nagorno-Karabakh. Da quel momento in poi, gli equilibri regionali hanno continuato a cambiare, fino a capovolgersi completamente: l’Azerbaigian, grazie alle risorse energetiche presenti sul suo territorio, ha attirato su di sé l’attenzione internazionale, che ha favorito lo sviluppo economico e demografico del Paese. L’Armenia, invece, è sprofondata in un isolamento geopolitico che l’ha condotta in una situazione economico-sociale sempre più complessa. In questo contesto, il conflitto fra i due Stati si è “congelato”, senza mai spegnersi definitivamente. A più riprese, infatti, si sono verificati attacchi reciproci che hanno distrutto molte città della regione e i loro abitanti. Quella che sembra una contesa regionale, però, è solo parte di un quadro molto più ampio e complesso, che vede in gioco anche grandi attori internazionali come la Russia, che da sempre ha accolto e sostenuto, seppur in molti casi solo formalmente, le istanze armene e la loro causa, e la Turchia, “sorella” dell’Azerbaigian, sua prima alleata. Lo scopo di questo elaborato è dunque ricostruire il percorso storico del conflitto, soffermandosi sul ruolo delle potenze internazionali che sono intervenute nel corso del tempo. Inoltre, verranno anche analizzati gli aspetti che permettono di classificarlo nella categoria delle nuove guerre globalizzate, un fenomeno che a partire dagli anni Ottanta si è diventato sempre più diffuso ed è in costante evoluzione.
Nagorno-Karabakh: storia di una guerra globalizzata
ANTONIOLI, FEDERICA
2020/2021
Abstract
Il Nagorno-Karabakh è una regione montuosa situata nel Caucaso meridionale tra Armenia e Azerbaigian. Nonostante le sue piccole dimensioni (circa 4400 chilometri quadrati), è teatro di tragiche brutalità da oltre trent’anni. Abitato da una popolazione a maggioranza armena, il suo territorio è sempre stato sotto il controllo azero. Negli anni Novanta, dopo una vera e propria guerra da cui l’Armenia, di fatto, è uscita vincitrice, è nata la Repubblica dell’Artsakh, non riconosciuta a livello internazionale, ma dichiaratasi indipendente e sovrana sulla zona del Nagorno-Karabakh. Da quel momento in poi, gli equilibri regionali hanno continuato a cambiare, fino a capovolgersi completamente: l’Azerbaigian, grazie alle risorse energetiche presenti sul suo territorio, ha attirato su di sé l’attenzione internazionale, che ha favorito lo sviluppo economico e demografico del Paese. L’Armenia, invece, è sprofondata in un isolamento geopolitico che l’ha condotta in una situazione economico-sociale sempre più complessa. In questo contesto, il conflitto fra i due Stati si è “congelato”, senza mai spegnersi definitivamente. A più riprese, infatti, si sono verificati attacchi reciproci che hanno distrutto molte città della regione e i loro abitanti. Quella che sembra una contesa regionale, però, è solo parte di un quadro molto più ampio e complesso, che vede in gioco anche grandi attori internazionali come la Russia, che da sempre ha accolto e sostenuto, seppur in molti casi solo formalmente, le istanze armene e la loro causa, e la Turchia, “sorella” dell’Azerbaigian, sua prima alleata. Lo scopo di questo elaborato è dunque ricostruire il percorso storico del conflitto, soffermandosi sul ruolo delle potenze internazionali che sono intervenute nel corso del tempo. Inoltre, verranno anche analizzati gli aspetti che permettono di classificarlo nella categoria delle nuove guerre globalizzate, un fenomeno che a partire dagli anni Ottanta si è diventato sempre più diffuso ed è in costante evoluzione.File | Dimensione | Formato | |
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