The Gobi is a vast desert that develops between the south of Mongolia and the north and north-east of China. Formed after the Himalayan orogeny, it is one of the richest areas from a paleontological point of view. Especially in the sectors of southern Mongolia called Nemegt Basin and Ulan Nuur Basin, numerous remains of dinosaurs dating back to the Upper Cretaceous have been found. Paleontological research in these areas began in the early 1920s with the first expeditions led by Roy Chapman Andrews of the American Museum of Natural History, which gave way to various geological and paleontological studies, continued over the years by researchers international. In the Ulan Nuur Basin, in the northern part of the Gobi, there are two geological formations related to the late Cretaceous, the Alagteeg Formation (below) and the Djadochta Formation (above). The Alagteeg Formation can be dated in an uncertain way around the Santonian-Campanian (85-72 Ma) and is composed of an alternation of horizontally laminated mudstone and sandstone originating in environmental contexts consisting of alluvial plains with meandering rivers, ephemeral lakes and extensive forests , with a subhumid climate. This is confirmed by the discovery of remains belonging to huge sauropods such as Abdarainurus barsboldi. The Djadochta Formation, datable to the Campanian (75-71 Ma), is composed by a succession of cross-layered sandstones that indicate the development of desert-like environments, characterized by extensive fields of dunes. Typical fossils in this case consist of small dinosaurs such as the herbivorous ceratopsid Protoceratops andrewsi and the carnivorous dromaeosaurid Velociraptor mongoliensis. In the Nemegt Basin, in the southwestern sector of the Ulan Nuur Basin, two other geological formations emerge, the Barun Goyot Formation and the Nemegt Formation. The Barun Goyot Formation, datable in literature to the late Campanian-Maastrichtian (about 72-71 Ma), is composed of an alternation of fluvial, lacustrine, marshy and aeolian deposits. This would suggest the presence of a slightly less arid climate comporetd to the climate of the Djadochta Formation, with the development of extensive fields of wind dunes interspersed with oases rich in vegetation and water, which could have hosted numerous dinosaurs. This is suggested by the remains of some herbivores including the sauropod Quaesitosaurus orientalis, and the ankylosaurs, such as Saichania chulsanensis. The overlying Nemegt Formation can be dated to the Maastrichtian (71-69 Ma) and includes sediments of fluvial, marshy and lacustrine nature, indicating paleoenvironments consisting of extensive alluvial plains characterized by a humid climate, conditions that would have allowed the growth of numerous forests and the consequent presence of numerous dinosaurs both small and enormous. The biodiversity of the Nemegt Formation is very high, confirmed by the discovery of numerous dinosaurs including the sauropod Nemegtosaurus mongoliensis and the tyrannosaurid Tarbosaurus bataar. The geological and paleontological studies of the Gobi Desert are fundamental for understanding the environmental, climatic and faunal changes of the Upper Cretaceous in Central Asia.
Il Gobi è un vasto deserto che si sviluppa tra il sud della Mongolia e il nord e nord-est della Cina. Formatosi in seguito all’orogenesi Himalayana, è una delle aree più ricche da un punto di vista paleontologico. Specialmente nei settori della Mongolia meridionale denominati Bacino del Nemegt e Bacino di Ulan Nuur sono stati rinvenuti numerosi resti di dinosauri risalenti al Cretaceo superiore. Le ricerche paleontologiche in queste aree cominciarono agli inizi del 1920 con le prime spedizioni guidate da Roy Chapman Andrews dell'American Museum of Natural History, che diedero il via ai vari studi di carattere geologico e paleontologico, proseguiti nel corso degli anni ad opera di ricercatori internazionali. Nel Bacino di Ulan Nuur, nella parte settentrionale del Gobi, sono affioranti due formazioni geologiche correlabili al tardo Cretaceo, la Formazione Alagteeg (sottostante) e la Formazione Djadochta (soprastante). La Formazione Alagteeg è databile in modo incerto attorno al Santoniano-Campaniano (circa 85-72 Ma) ed è composta da un’alternanza di argilliti e arenarie laminate orizzontalmente originatesi in contesti ambientali costituiti da pianure alluvionali con fiumi meandriformi, laghi effimeri ed estese foreste, con un clima subumido. Ciò è confermato dalla scoperta di resti appartenenti a enormi sauropodi come Abdarainurus barsboldi. La soprastante e più recente Formazione Djadochta, databile al Campaniano (circa 75-71 Ma), è costituita da successioni di arenarie a stratificazione incrociata che indicano lo sviluppo di ambienti di tipo desertico, caratterizzati da estesi campi di dune. I fossili tipici consistono in questo caso in dinosauri di piccole dimensioni come il ceratopside erbivoro Protoceratops andrewsi e il carnivoro dromaeosauride Velociraptor mongoliensis. Nel Bacino del Nemegt, nel settore sud-occidentale rispetto al Bacino di Ulan Nuur, sono affioranti altre due formazioni geologiche, la Formazione Barun Goyot e la soprastante Formazione Nemegt. La Formazione Barun Goyot, databile in letteratura al tardo Campaniano-Maastrichtiano (circa 72-71 Ma), è composta da un’alternanza di depositi fluviali, lacustri, palustri ed eolici. Ciò suggerirebbe la presenza di un clima leggermente meno arido rispetto a quello impostatosi durante la deposizione della Formazione Djadochta, con lo sviluppo di estesi campi di dune eoliche intervallati da oasi ricche in vegetazione ed acqua, che avrebbero potuto ospitare numerosi dinosauri. Ciò viene suggerito dai resti di alcuni erbivori tra cui il sauropode Quaesitosaurus orientalis, e gli anchilosauri, tra cui Saichania chulsanensis. La soprastante Formazione Nemegt è databile al Maastrichtiano (circa 71-69 Ma) e comprende sedimenti di natura fluviale, palustre e lacustre, ad indicare paleoambienti costituiti da estese pianure alluvionali caratterizzate da un clima umido, condizioni che avrebbero permesso la crescita di numerose foreste e la conseguente presenza di numerosi dinosauri sia di piccole sia di enormi dimensioni. La biodiversità della Formazione Nemegt è infatti molto elevata, confermata dalla scoperta di numerosi dinosauri tra cui il sauropode Nemegtosaurus mongoliensis e il carnivoro tirannosauride Tarbosaurus bataar. Gli studi geologici e paleontologici delle aree dell’odierno Deserto del Gobi sono quindi fondamentali per comprendere i mutamenti ambientali, climatici e faunistici del Cretaceo superiore in Asia centrale.
Il Cretaceo superiore del Bacino del Nemegt e di Ulan Nuur nel Deserto del Gobi (Mongolia) con considerazioni sui principali dinosauri delle formazioni Alagteeg, Barun Goyot, Djadochta e Nemegt
PAGLIUZZI, EDOARDO
2020/2021
Abstract
Il Gobi è un vasto deserto che si sviluppa tra il sud della Mongolia e il nord e nord-est della Cina. Formatosi in seguito all’orogenesi Himalayana, è una delle aree più ricche da un punto di vista paleontologico. Specialmente nei settori della Mongolia meridionale denominati Bacino del Nemegt e Bacino di Ulan Nuur sono stati rinvenuti numerosi resti di dinosauri risalenti al Cretaceo superiore. Le ricerche paleontologiche in queste aree cominciarono agli inizi del 1920 con le prime spedizioni guidate da Roy Chapman Andrews dell'American Museum of Natural History, che diedero il via ai vari studi di carattere geologico e paleontologico, proseguiti nel corso degli anni ad opera di ricercatori internazionali. Nel Bacino di Ulan Nuur, nella parte settentrionale del Gobi, sono affioranti due formazioni geologiche correlabili al tardo Cretaceo, la Formazione Alagteeg (sottostante) e la Formazione Djadochta (soprastante). La Formazione Alagteeg è databile in modo incerto attorno al Santoniano-Campaniano (circa 85-72 Ma) ed è composta da un’alternanza di argilliti e arenarie laminate orizzontalmente originatesi in contesti ambientali costituiti da pianure alluvionali con fiumi meandriformi, laghi effimeri ed estese foreste, con un clima subumido. Ciò è confermato dalla scoperta di resti appartenenti a enormi sauropodi come Abdarainurus barsboldi. La soprastante e più recente Formazione Djadochta, databile al Campaniano (circa 75-71 Ma), è costituita da successioni di arenarie a stratificazione incrociata che indicano lo sviluppo di ambienti di tipo desertico, caratterizzati da estesi campi di dune. I fossili tipici consistono in questo caso in dinosauri di piccole dimensioni come il ceratopside erbivoro Protoceratops andrewsi e il carnivoro dromaeosauride Velociraptor mongoliensis. Nel Bacino del Nemegt, nel settore sud-occidentale rispetto al Bacino di Ulan Nuur, sono affioranti altre due formazioni geologiche, la Formazione Barun Goyot e la soprastante Formazione Nemegt. La Formazione Barun Goyot, databile in letteratura al tardo Campaniano-Maastrichtiano (circa 72-71 Ma), è composta da un’alternanza di depositi fluviali, lacustri, palustri ed eolici. Ciò suggerirebbe la presenza di un clima leggermente meno arido rispetto a quello impostatosi durante la deposizione della Formazione Djadochta, con lo sviluppo di estesi campi di dune eoliche intervallati da oasi ricche in vegetazione ed acqua, che avrebbero potuto ospitare numerosi dinosauri. Ciò viene suggerito dai resti di alcuni erbivori tra cui il sauropode Quaesitosaurus orientalis, e gli anchilosauri, tra cui Saichania chulsanensis. La soprastante Formazione Nemegt è databile al Maastrichtiano (circa 71-69 Ma) e comprende sedimenti di natura fluviale, palustre e lacustre, ad indicare paleoambienti costituiti da estese pianure alluvionali caratterizzate da un clima umido, condizioni che avrebbero permesso la crescita di numerose foreste e la conseguente presenza di numerosi dinosauri sia di piccole sia di enormi dimensioni. La biodiversità della Formazione Nemegt è infatti molto elevata, confermata dalla scoperta di numerosi dinosauri tra cui il sauropode Nemegtosaurus mongoliensis e il carnivoro tirannosauride Tarbosaurus bataar. Gli studi geologici e paleontologici delle aree dell’odierno Deserto del Gobi sono quindi fondamentali per comprendere i mutamenti ambientali, climatici e faunistici del Cretaceo superiore in Asia centrale.File | Dimensione | Formato | |
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