Introduction Medication Overuse Headache (MOH) is a debilitating form of chronic headache resulting from the excessive use of symptomatic medications for pain relief. MOH primarily affects individuals with migraine or tension-type headache, which may progress to chronic forms due to medication overuse. This study focuses on identifying clinical and plasma biomarkers in MOH patients to improve disease prognosis and management. Objectives The primary aim was to identify and assess prognostic clinical and plasmatic biomarkers in patients diagnosed with MOH. This prospective study included MOH patients, categorized based on completion of day hospital withdrawal treatment, and/or starting anti Calcitonin Gene-Related Peptide (CGRP) monoclonal antibody therapy (moAb). The study also investigated the headache functional impact on daily life, sleep quality, depressive symptoms and anxiety using self-administered questionnaires. Methods We enrolled 59 MOH patients (48 females and 11 males) followed at the Primary Headache Clinical Research Center at the A.O.U. Città della Salute e della Scienza in Turin. Patients were divided into three groups based on treatment: day hospital withdrawal treatment, start of moAb therapy or both of them. Clinical evaluation included self-administered questionnaires on disability (MIDAS), sleep quality (PSQI), anxiety (STAI), and depressive symptoms (DBI). Patients eligible to moAb therapy, before the first administration, underwent blood sampling to measure plasmatic concentrations of CGRP and Pituitary adenylate cyclase activating peptide-38 (PACAP-38) in order to investigate their role as prognostic biomarkers. Results We found that patients treated with moAb, either alone or in combination with hospital-based withdrawal therapy, showed a significant reduction in migraine attack frequency and MIDAS scores compared to untreated patients. Although, the combination of moAb and hospital-based withdrawal therapy did not showed additional benefits, compared to moAb treatment alone. The multivariate analysis of the clinical outcomes, taking into account the dishomogeneity of the treatment groups, did non display significant prognostic predictors. Conclusions Monoclonal antibodies, even not combined with hospital-based withdrawal therapy, are an effective treatment strategy for MOH patients. Despite limitations such as a relatively small sample size and a three-month follow-up, these findings represent a basis for further research and could contribute to clinical practice and suggestions for managing MOH. Future studies with larger samples and longer observation periods are required to support these findings.
Introduzione La cefalea da uso eccessivo di farmaci (MOH, Medication Overuse Headache) rappresenta una forma debilitante di cefalea cronica, risultante dall'uso eccessivo di farmaci sintomatici per la cefalea. La MOH colpisce prevalentemente individui con emicrania o cefalea tensiva episodica che evolvono verso forme croniche a causa dell'abuso di farmaci. Questo studio si focalizza sull'identificazione di biomarcatori clinici e plasmatici nei pazienti con MOH per migliorare la prognosi e la gestione della malattia. Obiettivi L'obiettivo principale di questa tesi è identificare e valutare la presenza di biomarcatori clinici e plasmatici nei pazienti affetti da MOH, con l'intento di utilizzarli a scopo prognostico. Lo studio prospettico ha esaminato pazienti con MOH, distinguendo tra quelli che hanno completato un ciclo di disassuefazione e quelli che non lo hanno fatto. Sono stati confrontati i risultati clinici tra pazienti in terapia con anticorpi monoclonali (moAb) anti-Calcitonin Gene-Related Peptide (CGRP) e quelli non trattati, valutando l'efficacia della terapia in termini di riduzione dell’uso di farmaci, della frequenza e dell'intensità degli attacchi di cefalea. Inoltre, è stato analizzato l'impatto funzionale della malattia sulla vita quotidiana, sul sonno, sull'umore e sull'ansia mediante questionari specifici. Metodi Lo studio prospettico ha coinvolto 59 pazienti (48 femmine e 11 maschi) affetti da MOH, reclutati presso l’ambulatorio del Centro di Ricerca Clinica sulle Cefalee Primarie dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: quelli che hanno completato un ciclo di disassuefazione e quelli che non lo hanno fatto. Inoltre, sono stati confrontati i risultati tra pazienti in terapia con moAb e quelli senza tale trattamento. La valutazione clinica ha incluso questionari autosomministrati su disabilità (MIDAS), qualità del sonno (PSQI), sintomi d’ansia (STAI) e sintomi depressivi (DBI). Prima dell’avvio della terapia, i pazienti trattati con moAb sono stati sottoposti a prelievo ematico per eseguire la misurazione plasmatica di CGRP e Pituitary adenilate cyclase activating peptide-38 (PACAP-38) come potenziali biomarcatori prognostici. Risultati I dati indicano che i pazienti trattati con moAb, sia in monoterapia che in combinazione con un ciclo di disassuefazione in regime di day hospital DH, mostrano una significativa riduzione della frequenza degli attacchi di emicrania e del punteggio MIDAS rispetto a quelli non trattati. Tuttavia, la combinazione di moAb e DH non ha dimostrato un beneficio significativo rispetto al solo approccio terapeutico con moAb. L’analisi multivariata dei parametri clinici, considerando la parziale disomogeneità dei gruppi di trattamento, non ha evidenziato predittori prognostici significativi. Conclusioni I risultati suggeriscono che gli anticorpi monoclonali anti-CGRP, anche non associati a cicli di disassuefazione in day-hospital, rappresentano una strategia terapeutica promettente per i pazienti con MOH. Nonostante le limitazioni dello studio, come il campione di pazienti relativamente piccolo e il follow-up limitato a tre mesi, questi dati forniscono una base per ulteriori ricerche e potrebbero influenzare positivamente le pratiche cliniche e le linee guida per la gestione della MOH. Studi futuri con campioni più ampi e periodi di osservazione più lunghi sono necessari per confermare e sostenere questi risultati nel lungo termine.
Biomarcatori clinici e plasmatici di "Medication overuse headache": studio prospettico di coorte
RUTIGLIANO, CLAUDIA
2023/2024
Abstract
Introduzione La cefalea da uso eccessivo di farmaci (MOH, Medication Overuse Headache) rappresenta una forma debilitante di cefalea cronica, risultante dall'uso eccessivo di farmaci sintomatici per la cefalea. La MOH colpisce prevalentemente individui con emicrania o cefalea tensiva episodica che evolvono verso forme croniche a causa dell'abuso di farmaci. Questo studio si focalizza sull'identificazione di biomarcatori clinici e plasmatici nei pazienti con MOH per migliorare la prognosi e la gestione della malattia. Obiettivi L'obiettivo principale di questa tesi è identificare e valutare la presenza di biomarcatori clinici e plasmatici nei pazienti affetti da MOH, con l'intento di utilizzarli a scopo prognostico. Lo studio prospettico ha esaminato pazienti con MOH, distinguendo tra quelli che hanno completato un ciclo di disassuefazione e quelli che non lo hanno fatto. Sono stati confrontati i risultati clinici tra pazienti in terapia con anticorpi monoclonali (moAb) anti-Calcitonin Gene-Related Peptide (CGRP) e quelli non trattati, valutando l'efficacia della terapia in termini di riduzione dell’uso di farmaci, della frequenza e dell'intensità degli attacchi di cefalea. Inoltre, è stato analizzato l'impatto funzionale della malattia sulla vita quotidiana, sul sonno, sull'umore e sull'ansia mediante questionari specifici. Metodi Lo studio prospettico ha coinvolto 59 pazienti (48 femmine e 11 maschi) affetti da MOH, reclutati presso l’ambulatorio del Centro di Ricerca Clinica sulle Cefalee Primarie dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: quelli che hanno completato un ciclo di disassuefazione e quelli che non lo hanno fatto. Inoltre, sono stati confrontati i risultati tra pazienti in terapia con moAb e quelli senza tale trattamento. La valutazione clinica ha incluso questionari autosomministrati su disabilità (MIDAS), qualità del sonno (PSQI), sintomi d’ansia (STAI) e sintomi depressivi (DBI). Prima dell’avvio della terapia, i pazienti trattati con moAb sono stati sottoposti a prelievo ematico per eseguire la misurazione plasmatica di CGRP e Pituitary adenilate cyclase activating peptide-38 (PACAP-38) come potenziali biomarcatori prognostici. Risultati I dati indicano che i pazienti trattati con moAb, sia in monoterapia che in combinazione con un ciclo di disassuefazione in regime di day hospital DH, mostrano una significativa riduzione della frequenza degli attacchi di emicrania e del punteggio MIDAS rispetto a quelli non trattati. Tuttavia, la combinazione di moAb e DH non ha dimostrato un beneficio significativo rispetto al solo approccio terapeutico con moAb. L’analisi multivariata dei parametri clinici, considerando la parziale disomogeneità dei gruppi di trattamento, non ha evidenziato predittori prognostici significativi. Conclusioni I risultati suggeriscono che gli anticorpi monoclonali anti-CGRP, anche non associati a cicli di disassuefazione in day-hospital, rappresentano una strategia terapeutica promettente per i pazienti con MOH. Nonostante le limitazioni dello studio, come il campione di pazienti relativamente piccolo e il follow-up limitato a tre mesi, questi dati forniscono una base per ulteriori ricerche e potrebbero influenzare positivamente le pratiche cliniche e le linee guida per la gestione della MOH. Studi futuri con campioni più ampi e periodi di osservazione più lunghi sono necessari per confermare e sostenere questi risultati nel lungo termine.File | Dimensione | Formato | |
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