This research thesis was born in collaboration with the 'Youth and Pandemic' project, carried out in support of the University of Turin which aims to investigate the perception of uncertainty of young people aged 18 to 29, during the pandemic period. . More specifically, we want to understand what were the desires, concerns, emotions and behavior of young people in the face of this epochal phenomenon that has had a shocking impact both on the job market and on the future projects of individuals. In particular, the presented thesis focuses on the Italian labor market by describing in the first chapter the characteristics, the structure, and the indicators that compose it in order to have a theoretical framework of the situation, then we will observe what the legal-regulatory changes have been which have led to greater flexibility of the same, expanding the audience of possible market participants. Although there has been a theoretical desire for change, in practice this is not achieved, as women and young people continue to be excluded from this market. They should be a resource for the country, but the scarce policies fail to support the participation of these individuals, who, if not adequately encouraged, turn into NEETs, i.e. those who do not study, do not work and do not train or in case more extreme in Hikikomori. In the second chapter, in fact, we will deal with the phenomenon of NEETs now widespread all over the world, in addition to not giving benefit to society, it has exorbitant costs; here the school plays an important role, which should guarantee a more connected bridge with the world of work, directing young people to continuous training. Young people and NEETs feel increasingly disoriented and aimless, they live with insecurity and do not understand what are the tools and intermediate steps to achieve their future; in doing so they increasingly delay the transition to adult life, therefore being independent, leaving home, forming a family and becoming adults, a delay due to a low level of pay and inadequate policies aimed at work and employment support. Especially young people are hired with temporary employment contracts that do not give them the adequate resources to start the transaction, continuing to live at their parents' home. This aspect is also linked to the job insecurity perceived by young people that is dealt with in the third chapter: it is not certain that those who have a permanent job are not afraid of losing their job (and vice versa). This depends above all on the institutional, social and economic factors that characterize the country, we note in fact that the more generous welfare states and with a less fragmented labor market are able to support young people more and reduce the unemployment rate. This rate has increased considerably following the pandemic, affecting many aspects of private life (especially the birth rate) and working-economic life (effects on the new generations). Therefore we come to the last chapter in which the first data of the questionnaire that we administered to young Italians are made available, I myself have focused on three aspects: emotions and moods, reflections on the training and work path and finally on how to young people imagine the future after the pandemic.
Questa tesi di ricerca nasce in collaborazione con il progetto 'Giovani e Pandemia', svolto in ausilio con l'università di Torino che si pone come obiettivo quello di indagare sulla percezione dell'incertezza dei giovani dai 18 ai 29 anni, durante il periodo pandemico. Più nello specifico, si vuole comprendere quali sono stati i desideri, le preoccupazioni, le emozioni e il comportamento dei giovani di fronte a questo fenomeno epocale che ha avuto un impatto sconvolgente sia nel mercato del lavoro e sia sui progetti futuri dei singoli. In particolare, la tesi presentata si sofferma sul mercato del lavoro italiano descrivendo nel primo capitolo le caratteristiche, la struttura, e gli indicatori che lo compongono per avere un quadro teorico della situazione, successivamente si andrà ad osservare quali sono stati i cambiamenti giuridici-normativi che hanno portato ad una maggiore flessibilità dello stesso, ampliando la platea dei possibili partecipanti al mercato. Nonostante ci sia stato a livello teorico il desiderio di cambiamento, nella pratica ciò non si realizza, poiché continuano a rimanere tagliati fuori da questo mercato oltre che le donne anche i giovani. Essi dovrebbero essere una risorsa per il paese, ma le scarse politiche non riescono a sostenere la partecipazione di questi individui, che, se non adeguatamente incoraggiati, si trasformano in NEET, ovvero coloro che non studiano, non lavorano e non si formano o nel caso più estremo in Hikikomori. Nel secondo capitolo, infatti tratteremo proprio del fenomeno dei NEET ormai diffuso in tutto il mondo, oltre a non dare beneficio per la società ha costi esorbitanti; qui gioca un ruolo importante la scuola che dovrebbe garantire un ponte più connesso con il mondo del lavoro, indirizzando i giovani alla formazione continua. Giovani e NEET si sentono sempre più spaesati e senza meta, convivono con l'insicurezza e non comprendono quali sono gli strumenti e i passi intermedi per realizzare il proprio futuro; così facendo ritardano sempre di più la transizione alla vita adulta, quindi essere indipendenti, andare via di casa, formare una famiglia e diventare adulti, un ritardo dovuto ad uno scarso livello retributivo e alle deficitarie politiche volte al sostegno lavorativo e occupazionale. Soprattutto i giovani vengono assunti con contratti di lavoro temporanei che non danno loro le adeguate risorse per avviare la transazione, continuando a vivere a casa dei genitori. Questo aspetto si ricollega anche all'insicurezza lavorativa percepita dai giovani che viene trattato nel terzo capitolo: non è detto che chi ha un lavoro a tempo indeterminato non abbia paura di perdere il lavoro (e viceversa). Ciò dipende soprattutto dai fattori istituzionali, sociali ed economici che caratterizzano il paese, notiamo infatti che i Welfare state più generosi e con un mercato del lavoro meno frammentato riescono a supportare maggiormente i giovani e ridurre il tasso di disoccupazione. Tasso che a seguito della pandemia è aumentato notevolmente influendo su molti aspetti della vita privata (soprattutto la natalità) e lavorativa-economica (effetti sulle nuove generazioni). Pertanto arriviamo all'ultimo capitolo in cui vengono resi disponibili i primi dati del questionario che abbiamo somministrato ai giovani italiani, io stessa mi sono soffermata su tre aspetti: emozioni e stati d'animo, riflessioni sul percorso formativo e lavorativo ed infine su come si immaginano il futuro i giovani dopo la pandemia.
Giovani e Mercato del lavoro: pandemia, insicurezza e scarsa attenzione istituzionale. Quale futuro?
GIACARDI, ANNALISA
2020/2021
Abstract
Questa tesi di ricerca nasce in collaborazione con il progetto 'Giovani e Pandemia', svolto in ausilio con l'università di Torino che si pone come obiettivo quello di indagare sulla percezione dell'incertezza dei giovani dai 18 ai 29 anni, durante il periodo pandemico. Più nello specifico, si vuole comprendere quali sono stati i desideri, le preoccupazioni, le emozioni e il comportamento dei giovani di fronte a questo fenomeno epocale che ha avuto un impatto sconvolgente sia nel mercato del lavoro e sia sui progetti futuri dei singoli. In particolare, la tesi presentata si sofferma sul mercato del lavoro italiano descrivendo nel primo capitolo le caratteristiche, la struttura, e gli indicatori che lo compongono per avere un quadro teorico della situazione, successivamente si andrà ad osservare quali sono stati i cambiamenti giuridici-normativi che hanno portato ad una maggiore flessibilità dello stesso, ampliando la platea dei possibili partecipanti al mercato. Nonostante ci sia stato a livello teorico il desiderio di cambiamento, nella pratica ciò non si realizza, poiché continuano a rimanere tagliati fuori da questo mercato oltre che le donne anche i giovani. Essi dovrebbero essere una risorsa per il paese, ma le scarse politiche non riescono a sostenere la partecipazione di questi individui, che, se non adeguatamente incoraggiati, si trasformano in NEET, ovvero coloro che non studiano, non lavorano e non si formano o nel caso più estremo in Hikikomori. Nel secondo capitolo, infatti tratteremo proprio del fenomeno dei NEET ormai diffuso in tutto il mondo, oltre a non dare beneficio per la società ha costi esorbitanti; qui gioca un ruolo importante la scuola che dovrebbe garantire un ponte più connesso con il mondo del lavoro, indirizzando i giovani alla formazione continua. Giovani e NEET si sentono sempre più spaesati e senza meta, convivono con l'insicurezza e non comprendono quali sono gli strumenti e i passi intermedi per realizzare il proprio futuro; così facendo ritardano sempre di più la transizione alla vita adulta, quindi essere indipendenti, andare via di casa, formare una famiglia e diventare adulti, un ritardo dovuto ad uno scarso livello retributivo e alle deficitarie politiche volte al sostegno lavorativo e occupazionale. Soprattutto i giovani vengono assunti con contratti di lavoro temporanei che non danno loro le adeguate risorse per avviare la transazione, continuando a vivere a casa dei genitori. Questo aspetto si ricollega anche all'insicurezza lavorativa percepita dai giovani che viene trattato nel terzo capitolo: non è detto che chi ha un lavoro a tempo indeterminato non abbia paura di perdere il lavoro (e viceversa). Ciò dipende soprattutto dai fattori istituzionali, sociali ed economici che caratterizzano il paese, notiamo infatti che i Welfare state più generosi e con un mercato del lavoro meno frammentato riescono a supportare maggiormente i giovani e ridurre il tasso di disoccupazione. Tasso che a seguito della pandemia è aumentato notevolmente influendo su molti aspetti della vita privata (soprattutto la natalità) e lavorativa-economica (effetti sulle nuove generazioni). Pertanto arriviamo all'ultimo capitolo in cui vengono resi disponibili i primi dati del questionario che abbiamo somministrato ai giovani italiani, io stessa mi sono soffermata su tre aspetti: emozioni e stati d'animo, riflessioni sul percorso formativo e lavorativo ed infine su come si immaginano il futuro i giovani dopo la pandemia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/34575