Objective: To evaluate how certain prognostic factors influence auditory performance in adults with deafness receiving a cochlear implant. Highlight a correlation between CI auditory outcomes and the following prognostic factors: sex, age, electrode type, hearing deprivation, etiology of hearing loss, pre- or post-lingual hearing loss, bimodal or unilateral stimulation. Compare these results with those in the literature. Study design: Cross-sectional study. Methods: 135 subjects were recruited from the surgical case series of patients undergoing cochlear implant placement at the A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, between 2013 and 2023. Audiometric evaluations post-intervention were tonal and vocal. The main outcome evaluated was SRT50. A normality test (Shapiro-Wilk test) was performed to assess the normality of SRT50 value distributions in the patient sample. Subsequently, a non-parametric test (Mann Whitney U test) was performed for group comparisons (over 65/under 65 years, M/F, straight/perimodiolar, deprived/non-deprived, bimodal/unilateral, pre-/post-lingual, chronic otitis or otosclerosis or meningitis/all other causes). Results: The Shapiro-Wilk test showed a non-normal distribution of SRT50 values. The Mann Whitney U test revealed no statistically significant differences between groups. Patients under 65 years of age achieved better auditory performance than older patients, with a trend towards worse auditory performance as patient age increased. Straight electrode placement resulted in better auditory outcomes than perimodiolar electrode placement. Other variables, such as male or female sex, presence or absence of hearing deprivation, etiology of hearing loss, bimodal rather than unilateral stimulation, did not show significant influences on post-implant auditory performance. Finally, although the analyzed sample showed that prelingual deaf patients had better audiologic results than postlingual deaf patients, this was actually due to the fact that prelingual patients had benefited from oralist rehabilitation and that among postlingual patients there were also etiologies with a more unfavorable prognosis. Conclusions: No statistically significant differences were found between prognostic factors, although the trends highlighted by the study are consistent with the literature. Variables such as male or female sex, presence or absence of hearing deprivation, etiology of hearing loss, bimodal rather than unilateral stimulation, did not show significant influences on post-implant auditory performance. Post-IC auditory outcomes were superior in patients under 65 years of age (with documented worsening with advancing age) and with straight electrode placement (rather than perimodiolar). Prelingual patients, having benefited from oralist rehabilitation, reported slightly better results than postlingual patients, among whom there were many etiologies with a more unfavorable prognosis.

Obiettivo: valutare come alcuni fattori prognostici influenzino le performance uditive negli adulti affetti da sordità che ricevono un impianto cocleare. Evidenziare una correlazione tra outcome uditivo dell’IC e i seguenti fattori prognostici: sesso, età, tipologia di elettrodo, deprivazione uditiva, eziologia dell’ipoacusia, ipoacusia pre- o post-linguale, stimolazione bimodale o monolaterale. Confrontare tali risultati con quelli presenti in letteratura. Disegno dello studio: studio trasversale. Metodi: sono stati reclutati 135 soggetti ricavati dalla casistica operatoria dei pazienti sottoposti ad intervento di posizionamento di impianto cocleare dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, nel periodo compreso tra il 2013 ed il 2023. Le valutazioni audiometriche svolte in seguito all’intervento sono state di carattere tonale e di carattere vocale. Il principale outcome valutato è stato l’SRT50. È stato eseguito un test di normalità (il test di Shapiro-Wilk) per valutare la normalità delle distribuzioni dei valori di SRT50 nei pazienti del campione. Successivamente, è stato eseguito un test non parametrico (il test di Mann Whitney U) per i confronti tra gruppi (over 65/under 65 anni, M/F, straight/perimodiolare, deprivato/non deprivato, bimodale/monolaterale, pre-/postlinguale, otite cronica o otosclerosi o meningite/tutte le altre cause). Risultati: il test di Shapiro-Wilk ha evidenziato una distribuzione non normale dei valori di SRT50. Dal test di Mann Whitney U è risultato che non esiste nessuna differenza statisticamente significativa tra gruppi. I pazienti con età inferiore ai 65 anni ottengono performance uditive superiori rispetto ai più anziani, con una tendenza a ottenere prestazioni uditive peggiori con l’aumentare dell’età dei pazienti. Il posizionamento di elettrodi straight esita in outcome uditivi migliori rispetto al posizionamento di elettrodi perimodiolari. Altre variabili, quali il sesso maschile o femminile, la presenza o l’assenza di deprivazione uditiva, l’eziologia alla base dell’ipoacusia, la stimolazione bimodale piuttosto che monolaterale non hanno mostrato avere influenze rilevanti sulle prestazioni uditive post-impianto. In ultimo, seppure dal campione analizzato i pazienti con sordità prelinguale sembrino riportare risultati audiologici migliori rispetto ai pazienti con sordità postlinguale, questo dato è in realtà da attribuirsi al fatto che i pazienti prelinguali avevano beneficiato di una riabilitazione oralista e al fatto che, tra i pazienti postlinguali, figuravano anche eziologie a prognosi più sfavorevole. Conclusioni: non sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i fattori prognostici, anche se i trend evidenziati dallo studio rispettano quanto riportato in letteratura. Variabili come il sesso maschile o femminile, la presenza o l’assenza di deprivazione uditiva, l’eziologia alla base dell’ipoacusia, la stimolazione bimodale piuttosto che monolaterale non hanno mostrato avere influenze rilevanti sulle prestazioni uditive post-impianto. Gli outcome uditivi post-IC sono risultati superiori in pazienti di età inferiore ai 65 anni (con un documentato peggioramento all’avanzare dell’età) e con il posizionamento di elettrodi straight (piuttosto che perimodiolari). I pazienti prelinguali, avendo beneficiato di una riabilitazione oralista, hanno riportato risultati leggermente migliori dei pazienti postlinguali, tra cui figuravano molte eziologie a prognosi più sfavorevole.

Fattori prognostici e risultati audiologici dell'impianto cocleare nella sordità postlinguale: valutazione di una casistica monocentrica di 167 pazienti

AQUINO, VINCENZO
2023/2024

Abstract

Obiettivo: valutare come alcuni fattori prognostici influenzino le performance uditive negli adulti affetti da sordità che ricevono un impianto cocleare. Evidenziare una correlazione tra outcome uditivo dell’IC e i seguenti fattori prognostici: sesso, età, tipologia di elettrodo, deprivazione uditiva, eziologia dell’ipoacusia, ipoacusia pre- o post-linguale, stimolazione bimodale o monolaterale. Confrontare tali risultati con quelli presenti in letteratura. Disegno dello studio: studio trasversale. Metodi: sono stati reclutati 135 soggetti ricavati dalla casistica operatoria dei pazienti sottoposti ad intervento di posizionamento di impianto cocleare dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, nel periodo compreso tra il 2013 ed il 2023. Le valutazioni audiometriche svolte in seguito all’intervento sono state di carattere tonale e di carattere vocale. Il principale outcome valutato è stato l’SRT50. È stato eseguito un test di normalità (il test di Shapiro-Wilk) per valutare la normalità delle distribuzioni dei valori di SRT50 nei pazienti del campione. Successivamente, è stato eseguito un test non parametrico (il test di Mann Whitney U) per i confronti tra gruppi (over 65/under 65 anni, M/F, straight/perimodiolare, deprivato/non deprivato, bimodale/monolaterale, pre-/postlinguale, otite cronica o otosclerosi o meningite/tutte le altre cause). Risultati: il test di Shapiro-Wilk ha evidenziato una distribuzione non normale dei valori di SRT50. Dal test di Mann Whitney U è risultato che non esiste nessuna differenza statisticamente significativa tra gruppi. I pazienti con età inferiore ai 65 anni ottengono performance uditive superiori rispetto ai più anziani, con una tendenza a ottenere prestazioni uditive peggiori con l’aumentare dell’età dei pazienti. Il posizionamento di elettrodi straight esita in outcome uditivi migliori rispetto al posizionamento di elettrodi perimodiolari. Altre variabili, quali il sesso maschile o femminile, la presenza o l’assenza di deprivazione uditiva, l’eziologia alla base dell’ipoacusia, la stimolazione bimodale piuttosto che monolaterale non hanno mostrato avere influenze rilevanti sulle prestazioni uditive post-impianto. In ultimo, seppure dal campione analizzato i pazienti con sordità prelinguale sembrino riportare risultati audiologici migliori rispetto ai pazienti con sordità postlinguale, questo dato è in realtà da attribuirsi al fatto che i pazienti prelinguali avevano beneficiato di una riabilitazione oralista e al fatto che, tra i pazienti postlinguali, figuravano anche eziologie a prognosi più sfavorevole. Conclusioni: non sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i fattori prognostici, anche se i trend evidenziati dallo studio rispettano quanto riportato in letteratura. Variabili come il sesso maschile o femminile, la presenza o l’assenza di deprivazione uditiva, l’eziologia alla base dell’ipoacusia, la stimolazione bimodale piuttosto che monolaterale non hanno mostrato avere influenze rilevanti sulle prestazioni uditive post-impianto. Gli outcome uditivi post-IC sono risultati superiori in pazienti di età inferiore ai 65 anni (con un documentato peggioramento all’avanzare dell’età) e con il posizionamento di elettrodi straight (piuttosto che perimodiolari). I pazienti prelinguali, avendo beneficiato di una riabilitazione oralista, hanno riportato risultati leggermente migliori dei pazienti postlinguali, tra cui figuravano molte eziologie a prognosi più sfavorevole.
Prognostic factors and audiological outcomes of cochlear implantation in postlingual deafness: assessment of a monocentric case series of 167 patients
Objective: To evaluate how certain prognostic factors influence auditory performance in adults with deafness receiving a cochlear implant. Highlight a correlation between CI auditory outcomes and the following prognostic factors: sex, age, electrode type, hearing deprivation, etiology of hearing loss, pre- or post-lingual hearing loss, bimodal or unilateral stimulation. Compare these results with those in the literature. Study design: Cross-sectional study. Methods: 135 subjects were recruited from the surgical case series of patients undergoing cochlear implant placement at the A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, between 2013 and 2023. Audiometric evaluations post-intervention were tonal and vocal. The main outcome evaluated was SRT50. A normality test (Shapiro-Wilk test) was performed to assess the normality of SRT50 value distributions in the patient sample. Subsequently, a non-parametric test (Mann Whitney U test) was performed for group comparisons (over 65/under 65 years, M/F, straight/perimodiolar, deprived/non-deprived, bimodal/unilateral, pre-/post-lingual, chronic otitis or otosclerosis or meningitis/all other causes). Results: The Shapiro-Wilk test showed a non-normal distribution of SRT50 values. The Mann Whitney U test revealed no statistically significant differences between groups. Patients under 65 years of age achieved better auditory performance than older patients, with a trend towards worse auditory performance as patient age increased. Straight electrode placement resulted in better auditory outcomes than perimodiolar electrode placement. Other variables, such as male or female sex, presence or absence of hearing deprivation, etiology of hearing loss, bimodal rather than unilateral stimulation, did not show significant influences on post-implant auditory performance. Finally, although the analyzed sample showed that prelingual deaf patients had better audiologic results than postlingual deaf patients, this was actually due to the fact that prelingual patients had benefited from oralist rehabilitation and that among postlingual patients there were also etiologies with a more unfavorable prognosis. Conclusions: No statistically significant differences were found between prognostic factors, although the trends highlighted by the study are consistent with the literature. Variables such as male or female sex, presence or absence of hearing deprivation, etiology of hearing loss, bimodal rather than unilateral stimulation, did not show significant influences on post-implant auditory performance. Post-IC auditory outcomes were superior in patients under 65 years of age (with documented worsening with advancing age) and with straight electrode placement (rather than perimodiolar). Prelingual patients, having benefited from oralist rehabilitation, reported slightly better results than postlingual patients, among whom there were many etiologies with a more unfavorable prognosis.
PECORARI, GIANCARLO
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