The main aim of this work is to describe, from a philosophical point of view, the way in which we can think of the constitution of a transformative political subject, and in particular of the conditions for this constitution, on the basis of some relevant contributions on this topic in contemporary continental philosophy. We’ll start our work with the characterisation of some essential concepts, especially the notions of “subject” and “world” (or “worlds”, because we’ll argument that there is not the “world”, but just different “worlds”), that we’ll define according to A. Badiou’s philosophy. We’ll define also the concept of “transformative politics”, as politics whose aim is to transform a world where there are human beings. This kind of politics is always possible in principle because of the contingency of the “worlds”, which is an essential feature of the concept of “world” as we define it according to Badiou. Unfortunately, this contingency, which means also the possibility of transformation, is often not evident to the people who live in a world, who are the potential transformative political subjects, because they identify themselves with their role in the worlds they live in, and for this reason tend to iterate the world as it is. In order to make this possibility evident to these people, we’ll think of a logic of “suspensione”, that is, of “dis-identification” with their role in the world and the world itself they live in. We’ll think of the logic of the hōs mē (“as-not”) , originally created by Saint Paul, as this logic of “suspension”, in the particular interpretation that G. Agamben gave of it. After the explanation of this “suspension”, we’ll see, in the last section of our work, how we can think of the own logic and the own procedures of the transformative political subject. We'll think of them starting from some relevant philosophical contributions by A. Badiou and J. Rancière. According to Rancière, we'll think of the “wrong” towards the "sans-part" as the reason why the transformative political subject arises. According to Badiou, we'll think instead of the concept of “singularity” as the starting point for the constitution of a transformative political subject. In fact, it is faithfully to the “trace” of the singularity that a transformative political subject arises, and it is faithfully to the same “trace” that it acts, through the treatment of “points”.
Obiettivo del presente lavoro è tracciare un profilo filosofico delle modalità di costituzione del soggetto politico trasformativo, in particolare per quanto concerne le condizioni per questa costituzione, a partire da alcuni rilevanti afferenti al panorama della filosofia continentale contemporanea. Ci preoccuperemo innanzitutto di caratterizzare alcuni concetti fondamentali per la nostra trattazione, in particolare i concetti di “soggetto” e “mondo” che definiremo a partire dalla loro peculiare connotazione nella filosofia di A. Badiou. Definiremo dunque il “soggetto” come un operatore dotato di un “corpo”, inteso come suo supporto materiale, che si costituisce in rapporto a specifiche attività umane, tra cui vi è la politica, e il “mondo”, o meglio i “mondi” (poiché non si dà, come sosterremo, un unico “mondo”), come reti di relazioni regolate da un trascendentale. In questa caratterizzazione concettuale iniziale, chiariremo anche il significato di quella che definiamo “politica trasformativa”, che è il tipo di politica che mira alla trasformazione dei mondi in cui siano implicati esseri umani, e in rapporto alla quale si costituisce il soggetto oggetto di questa trattazione, cioè il soggetto politico trasformativo. Sosterremo che la possibilità di una politica trasformativa sia sempre data, poiché ogni mondo è intrinsecamente aperto a una trasformazione, in quanto è contingente e si dà quindi nella modalità del suo “poter-essere-altrimenti”. In accordo con il filosofo russo Sergei Prozorov, affermeremo che però molto spesso questa possibilità non è data per l’individuo o gli individui stessi, ovvero per i potenziali soggetti politici trasformativi, poiché essi tendono a identificarsi con la propria collocazione in un mondo, e quindi a iterare il mondo stesso per come esso è. Perché la possibilità di trasformazione si dia concretamente per gli individui stessi, riterremo che uno strumento concettuale interessante possa essere rappresentato dalla logica dell’"hōs mē", del “come non”, che ha la sua origine in San Paolo, ma che abbiamo accolto nell’interpretazione che ne fornisce G. Agamben. Questa logica, considerata in un ruolo preliminare e propedeutico alla costituzione del vero e proprio soggetto politico trasformativo, e viene applicata a se stessi da parte degli individui, permette una dis-identificazione, o una “sospensione”, rispetto alla loro collocazione nei mondi, permettendogli quindi di concepirsi indipendentemente da quest’ultima, e di pensare così il “poter-essere-altrimenti” di essa, dell’ordine trascendentale e del mondo stesso. La logica e le modalità proprie del soggetto politico trasformativo, e dunque della sua azione di trasformazione dell’ordine trascendentale dei mondi, oggetto dell’ultima sezione della tesi, saranno infine da noi pensate a partire da alcuni rilevanti contributi di A. Badiou e J. Rancière. In accordo con Rancière metteremo in luce come la ragione profonda della costituzione di un soggetto politico trasformativo sia da rintracciare nel torto nei confronti dei cosiddetti "sans-part". In accordo con Badiou, invece, chiariremo come il punto di partenza per la costituzione di un soggetto politico trasformativo sia una “singolarità”, poiché è fedelmente alla sua “traccia” che il soggetto si può costituire, ed è sempre fedelmente alla sua traccia che può successivamente agire, tramite il trattamento di quelli che Badiou definisce “punti”.
Sulla costituzione del soggetto politico trasformativo. Un’indagine filosofica sulle modalità di formazione dell’operatore di una politica trasformativa.
ARMANO, FABRIZIO
2020/2021
Abstract
Obiettivo del presente lavoro è tracciare un profilo filosofico delle modalità di costituzione del soggetto politico trasformativo, in particolare per quanto concerne le condizioni per questa costituzione, a partire da alcuni rilevanti afferenti al panorama della filosofia continentale contemporanea. Ci preoccuperemo innanzitutto di caratterizzare alcuni concetti fondamentali per la nostra trattazione, in particolare i concetti di “soggetto” e “mondo” che definiremo a partire dalla loro peculiare connotazione nella filosofia di A. Badiou. Definiremo dunque il “soggetto” come un operatore dotato di un “corpo”, inteso come suo supporto materiale, che si costituisce in rapporto a specifiche attività umane, tra cui vi è la politica, e il “mondo”, o meglio i “mondi” (poiché non si dà, come sosterremo, un unico “mondo”), come reti di relazioni regolate da un trascendentale. In questa caratterizzazione concettuale iniziale, chiariremo anche il significato di quella che definiamo “politica trasformativa”, che è il tipo di politica che mira alla trasformazione dei mondi in cui siano implicati esseri umani, e in rapporto alla quale si costituisce il soggetto oggetto di questa trattazione, cioè il soggetto politico trasformativo. Sosterremo che la possibilità di una politica trasformativa sia sempre data, poiché ogni mondo è intrinsecamente aperto a una trasformazione, in quanto è contingente e si dà quindi nella modalità del suo “poter-essere-altrimenti”. In accordo con il filosofo russo Sergei Prozorov, affermeremo che però molto spesso questa possibilità non è data per l’individuo o gli individui stessi, ovvero per i potenziali soggetti politici trasformativi, poiché essi tendono a identificarsi con la propria collocazione in un mondo, e quindi a iterare il mondo stesso per come esso è. Perché la possibilità di trasformazione si dia concretamente per gli individui stessi, riterremo che uno strumento concettuale interessante possa essere rappresentato dalla logica dell’"hōs mē", del “come non”, che ha la sua origine in San Paolo, ma che abbiamo accolto nell’interpretazione che ne fornisce G. Agamben. Questa logica, considerata in un ruolo preliminare e propedeutico alla costituzione del vero e proprio soggetto politico trasformativo, e viene applicata a se stessi da parte degli individui, permette una dis-identificazione, o una “sospensione”, rispetto alla loro collocazione nei mondi, permettendogli quindi di concepirsi indipendentemente da quest’ultima, e di pensare così il “poter-essere-altrimenti” di essa, dell’ordine trascendentale e del mondo stesso. La logica e le modalità proprie del soggetto politico trasformativo, e dunque della sua azione di trasformazione dell’ordine trascendentale dei mondi, oggetto dell’ultima sezione della tesi, saranno infine da noi pensate a partire da alcuni rilevanti contributi di A. Badiou e J. Rancière. In accordo con Rancière metteremo in luce come la ragione profonda della costituzione di un soggetto politico trasformativo sia da rintracciare nel torto nei confronti dei cosiddetti "sans-part". In accordo con Badiou, invece, chiariremo come il punto di partenza per la costituzione di un soggetto politico trasformativo sia una “singolarità”, poiché è fedelmente alla sua “traccia” che il soggetto si può costituire, ed è sempre fedelmente alla sua traccia che può successivamente agire, tramite il trattamento di quelli che Badiou definisce “punti”.File | Dimensione | Formato | |
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