La nascita delle prime imprese risale alla seconda metà del XVIII secolo in Inghilterra, quando lo scoppio della prima rivoluzione industriale, grazie ad alcune nuove tecnologie, rese possibile riunire più lavoratori sotto lo stesso tetto aumentando la produttività del lavoro a livelli mai visti prima nella storia. Il nome “rivoluzione” può, appunto, essere associato alla velocità della crescita e del cambiamento di quel periodo. Queste nuove imprese erano, però, lungi dall’assomigliare alle grandi imprese moderne che oggi costellano il nostro paesaggio aziendale. Lo scopo di questo elaborato sarà quello di rispondere ad un fondamentale interrogativo: quali sono stati i cambiamenti che hanno permesso a queste prime imprese di diventare “grandi”? Nel rispondere a questo quesito corre in aiuto uno dei maggiori studiosi della storia d’impresa, ovvero Alfred D. Chandler, che ha fornito la sua visione dello sviluppo della grande impresa negli Stati Uniti, spiegando le cause principali che ne hanno decretato la crescita e il successo. Inoltre, egli in un altro suo elaborato confronta diverse nazioni tra di loro per scoprire come esse abbiano reagito agli stimoli della seconda rivoluzione industriale. Questa tesi chandleriana non sarà esente da critiche per la mancata inclusione di alcuni aspetti fondamentali nei suoi modelli e, soprattutto, per la sua visione dell’Inghilterra arretrata e bloccata in una tipologia di impresa a stampo prettamente familiare, rispetto agli Stati Uniti e alla Germania. Quest’ultima critica, portata avanti da Leslie Hannah ci permetterà di capire quali parti dell’analisi chandleriana siano assolutamente valide e importanti, e quali invece siano le parti da tralasciare perché debolmente sostenute da dati empirici. L’obiettivo principale di questa relazione sarà fornire una spiegazione dettagliata di come si sia sviluppata la grande impresa ripercorrendo le fasi più importanti della sua crescita e capire quale sia il suo rapporto con la seconda rivoluzione industriale. L’elaborato sarà articolato in quattro capitoli. Il primo ha uno scopo introduttivo e tratterà le attività produttive che hanno caratterizzato i secoli precedenti al 1870, analizzando in primo luogo la manifattura e l’artigianato e successivamente i cambiamenti portati dalla prima rivoluzione industriale. Il capitolo 2 affronterà l’avvento delle nuove tecnologie che caratterizzano la seconda rivoluzione industriale con le innovazioni nel settore dei trasporti e delle comunicazioni, la nascita dei mercati nazionali e, infine, tratterà la creazione delle prime gerarchie manageriali con un approfondimento sulla tesi chandleriana di capitalismo manageriale e familiare. Nella terza sezione verrà spiegata la “chiave” del successo delle grandi imprese secondo Chandler che risiede nel triplice investimento e, inoltre, verranno presentate le prime critiche mosse al suo modello di sviluppo delle imprese. Il quarto capitolo, infine, analizzerà alcuni modelli nazionali di sviluppo della grande impresa, nello specifico quelli di Stati Uniti, Germania e Inghilterra. Un’ampia parte di esso sarà dedicata alla critica portata avanti da Leslie Hannah che in parte confermerà e in parte confuterà la tesi chandleriana.
La grande impresa: una diretta conseguenza della seconda rivoluzione industriale?
BARBERIS, MICHELE
2020/2021
Abstract
La nascita delle prime imprese risale alla seconda metà del XVIII secolo in Inghilterra, quando lo scoppio della prima rivoluzione industriale, grazie ad alcune nuove tecnologie, rese possibile riunire più lavoratori sotto lo stesso tetto aumentando la produttività del lavoro a livelli mai visti prima nella storia. Il nome “rivoluzione” può, appunto, essere associato alla velocità della crescita e del cambiamento di quel periodo. Queste nuove imprese erano, però, lungi dall’assomigliare alle grandi imprese moderne che oggi costellano il nostro paesaggio aziendale. Lo scopo di questo elaborato sarà quello di rispondere ad un fondamentale interrogativo: quali sono stati i cambiamenti che hanno permesso a queste prime imprese di diventare “grandi”? Nel rispondere a questo quesito corre in aiuto uno dei maggiori studiosi della storia d’impresa, ovvero Alfred D. Chandler, che ha fornito la sua visione dello sviluppo della grande impresa negli Stati Uniti, spiegando le cause principali che ne hanno decretato la crescita e il successo. Inoltre, egli in un altro suo elaborato confronta diverse nazioni tra di loro per scoprire come esse abbiano reagito agli stimoli della seconda rivoluzione industriale. Questa tesi chandleriana non sarà esente da critiche per la mancata inclusione di alcuni aspetti fondamentali nei suoi modelli e, soprattutto, per la sua visione dell’Inghilterra arretrata e bloccata in una tipologia di impresa a stampo prettamente familiare, rispetto agli Stati Uniti e alla Germania. Quest’ultima critica, portata avanti da Leslie Hannah ci permetterà di capire quali parti dell’analisi chandleriana siano assolutamente valide e importanti, e quali invece siano le parti da tralasciare perché debolmente sostenute da dati empirici. L’obiettivo principale di questa relazione sarà fornire una spiegazione dettagliata di come si sia sviluppata la grande impresa ripercorrendo le fasi più importanti della sua crescita e capire quale sia il suo rapporto con la seconda rivoluzione industriale. L’elaborato sarà articolato in quattro capitoli. Il primo ha uno scopo introduttivo e tratterà le attività produttive che hanno caratterizzato i secoli precedenti al 1870, analizzando in primo luogo la manifattura e l’artigianato e successivamente i cambiamenti portati dalla prima rivoluzione industriale. Il capitolo 2 affronterà l’avvento delle nuove tecnologie che caratterizzano la seconda rivoluzione industriale con le innovazioni nel settore dei trasporti e delle comunicazioni, la nascita dei mercati nazionali e, infine, tratterà la creazione delle prime gerarchie manageriali con un approfondimento sulla tesi chandleriana di capitalismo manageriale e familiare. Nella terza sezione verrà spiegata la “chiave” del successo delle grandi imprese secondo Chandler che risiede nel triplice investimento e, inoltre, verranno presentate le prime critiche mosse al suo modello di sviluppo delle imprese. Il quarto capitolo, infine, analizzerà alcuni modelli nazionali di sviluppo della grande impresa, nello specifico quelli di Stati Uniti, Germania e Inghilterra. Un’ampia parte di esso sarà dedicata alla critica portata avanti da Leslie Hannah che in parte confermerà e in parte confuterà la tesi chandleriana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/34416