Il come, il quando e il perché investire è sempre stato un argomento molto delicato per chiunque si approcciasse a questo mondo, soprattutto per il pericolo di mettere a repentaglio il capitale risparmiato durante tutta la vita. Tuttavia, il poter accrescere quest’ultimo senza troppi sforzi fa gola a molti di coloro che sono disposti ad azzardare. In questo elaborato approfondirò questo argomento per analizzare al meglio questo settore della finanza comportamentale e scoprire in base a cosa gli individui sono, e se sì quanto, avversi o propensi al rischio; ovvero se l’individuo stesso preferisca o meno un ammontare certo piuttosto che uno casuale assumendo una variabile aleatoria. La prima parte della tesi sarà dedicata alla spiegazione della risk aversion e della risk tolerance implementando quali distorsioni comportamentali si possono presentare davanti a situazioni incerte, inoltre esaminerò il questionario che, sottoposto ai risparmiatori e investitori, aiuta i consulenti finanziari a comprendere il grado di rischio che si addice di più ad ogni cliente. Successivamente cercherò di dimostrare se l’attitudine verso il rischio è misurabile e secondo quali criteri si possa farlo illustrando diversi modelli formulati da grandi economisti del passato. In seguito, proverò a commentare alcune indagini sugli individui italiani per comprendere la loro affinità con il mondo degli investimenti e il rischio con cui essi lo approcciano, anche evidenziando le differenze da un anno all’altro; oltre a ciò, se e quanto conoscono effettivamente l’argomento trattato, quali decisioni prendono e un accenno su come sono cambiate le loro idee e le loro scelte con il sopraggiungere del Covid-19; questi studi sono stati da me riportati soprattutto mediante l’aiuto di CONSOB, che grazie ai suoi strumenti ha potuto fornire statistiche importanti alla causa, soprattutto per quanto riguarda la puntuale periodicità e la loro solita accuratezza con la quale pubblicano i propri quaderni di finanza. Nell’ultimo capitolo tratterò come gli investitori fanno alcune scelte di investimento, intertemporali e non, e come dovrebbero scegliere il loro portafoglio cercando di diversificarlo al meglio per ridurre al minimo i potenziali rischi e le eventuali perdite; ci sarà anche un paragrafo relativo a come queste decisioni possono variare nel tempo, cambiamento derivato dal mutamento dell’atteggiamento verso il rischio.
Avversione e propensione al rischio degli investitori
SAMMARTINO, ROBERTO
2020/2021
Abstract
Il come, il quando e il perché investire è sempre stato un argomento molto delicato per chiunque si approcciasse a questo mondo, soprattutto per il pericolo di mettere a repentaglio il capitale risparmiato durante tutta la vita. Tuttavia, il poter accrescere quest’ultimo senza troppi sforzi fa gola a molti di coloro che sono disposti ad azzardare. In questo elaborato approfondirò questo argomento per analizzare al meglio questo settore della finanza comportamentale e scoprire in base a cosa gli individui sono, e se sì quanto, avversi o propensi al rischio; ovvero se l’individuo stesso preferisca o meno un ammontare certo piuttosto che uno casuale assumendo una variabile aleatoria. La prima parte della tesi sarà dedicata alla spiegazione della risk aversion e della risk tolerance implementando quali distorsioni comportamentali si possono presentare davanti a situazioni incerte, inoltre esaminerò il questionario che, sottoposto ai risparmiatori e investitori, aiuta i consulenti finanziari a comprendere il grado di rischio che si addice di più ad ogni cliente. Successivamente cercherò di dimostrare se l’attitudine verso il rischio è misurabile e secondo quali criteri si possa farlo illustrando diversi modelli formulati da grandi economisti del passato. In seguito, proverò a commentare alcune indagini sugli individui italiani per comprendere la loro affinità con il mondo degli investimenti e il rischio con cui essi lo approcciano, anche evidenziando le differenze da un anno all’altro; oltre a ciò, se e quanto conoscono effettivamente l’argomento trattato, quali decisioni prendono e un accenno su come sono cambiate le loro idee e le loro scelte con il sopraggiungere del Covid-19; questi studi sono stati da me riportati soprattutto mediante l’aiuto di CONSOB, che grazie ai suoi strumenti ha potuto fornire statistiche importanti alla causa, soprattutto per quanto riguarda la puntuale periodicità e la loro solita accuratezza con la quale pubblicano i propri quaderni di finanza. Nell’ultimo capitolo tratterò come gli investitori fanno alcune scelte di investimento, intertemporali e non, e come dovrebbero scegliere il loro portafoglio cercando di diversificarlo al meglio per ridurre al minimo i potenziali rischi e le eventuali perdite; ci sarà anche un paragrafo relativo a come queste decisioni possono variare nel tempo, cambiamento derivato dal mutamento dell’atteggiamento verso il rischio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/34314