Dylan Dog: eroe romantico del post-modernismo

Do myths still exist today? Or they disappeared, as Hegel said, when the tragic conflict between the rules of the State and the rules of the family exploded in the Antigone? Peppino Ortoleva in his essay“Miti a bassa intensità” says that they still exist but the myths to survive changed their state. Ortoleva uses a scientific metaphor: as the water changes state from solid to liquid to air, the glorious Myths (solemn and indigestible) evaporate and become air. They don’t loose importance we can use again the scientific metaphor since, as human beings, we can't survive without air. The society, as Bauman said, is liquid nowadays and also the myths of the modern society aren't solid any more. The walls of the temple of the Greek gods melted, they became radio wave, cinematographic projections, and, why not, ink on a serial album. In this thesis I intend to prove if and how the Italian comic “Dylan Dog” can be defined as a cult. In a literal sense like a object of cult, mythological symbol that talks about distant words, spaces that it not only describes because it connects our universe with an infinite cosmic universe, in which there are covered up all the mysteries and the big questions of the humanity. I will develop the thesis in tree different parts. In the first part I will analyse the comic in his historical contest, with a comparison between the seventh and the ninth art (cinematography and graphic novel). In the second part, with a philosophical approach, I will explain the different ways in which mythology express itself in the postmodern era. In the last part I will talk about the poetics of the creator of the character Dylan Dog (Tiziano Sclavi), a multifaceted author that has a huge, even partially hidden, influence on his time. Dylan Dog is the indagatore dell’incubo. He is the solver willing to hunt down the Sumerian ghosts hidden in the refrigerator, and to foil a plot made by industrialists armed whit computer alchemy. The nightmares he fight, they don’t belong to the yang readers, or to the strange narrator, but they belong to an entire generation, they are the apocalypse that reveal itself in our postmodern society, which live its broken existence looking for a hero.

Oggi esistono ancora i miti? Oppure si sono disgregati, come diceva Hegel, nel momento in cui il conflitto tragico nell’Antigone oppone le leggi dello stato alle leggi della famiglia? Peppino Ortoleva nel suo saggio “Miti a bassa intensità” sostiene che i miti per sopravvivere hanno dovuto cambiare stato. Ortoleva istituisce un paragone, quasi scientifico: come l’acqua passa dallo stato solido a quello liquido e poi a allo stato gassoso, ecco che i grandi miti (solenni e indigesti) evaporano per diventare aria. Non perdono la loro importanza (anzi, ben si può proseguire il paragone fisiologico, applicato alla natura umana che senza aria evidentemente non può sopravvivere). E così come Bauman definì la società moderna, come società liquida, anche i miti perdono in stabilità, e i solidi muri dei templi dedicati agli dei greci si dissolvono tramutandosi in onde radio, proiezioni cinematografiche e, perché no, in inchiostro di china scadente stampato su un albo seriale. In questa tesi sarà mia intenzione verificare se e in che misura il fumetto italiano “Dylan Dog” si possa definire un cult: in un senso quasi letterale, come oggetto di culto, simbolo mitologico che ci parla di mondi lontani, spazi che non si limita a narrare poiché connette il nostro universo a un universo cosmico infinito, nel quale si nascondono tutti i misteri e le grandi domande dell’umanità. Penso di sviluppare per tanto tre nuclei concettuali principali. Il primo sarà un’analisi del fumetto specifico posto nel contesto storico di appartenenza, attraverso anche un breve confronto con la settima e la nona arte (cinema e graphic novel). Un secondo punto di carattere prettamente filosofico volto a richiamare varie modalità di declinazione della mitologia nell’epoca postmoderna. Un ultimo passaggio sulla poetica del creatore del personaggio di Dylan Dog (Tiaziano Sclavi), autore poliedrico con un influenza, non del tutto esplicita, ma significativa del suo tempo. Dylan Dog è l’indagatore dell’incubo, il risolutore disponibile a scovare gli spettri sumeri nei frigoriferi e sventare complotti tramati da industriali che creano virus informatici attraverso formule alchemiche. Gli incubi che tenta di sconfiggere non sono solo quelli presunti, dei giovani lettori, o quelli sognati e poi trascritti del bizzarro narratore, ma sono gli incubi di un intera generazione, è l’apocalisse che si affaccia nella società postmoderna, che vive la sua esistenza spezzata alla ricerca di un eroe.