Objective The primary objective of the study is to calculate the risk associated with radiogenic exposure during post-EVAR follow-up. To perform the calculation, data collected through examination reviews, clinical records from the computerized system, and telephone interviews were submitted in the form of a database to the comprehensive structure of Medical Physics at the AOU Città della Salute e della Scienza in Turin. Methods The inclusion criteria for the study are patients with abdominal aortic aneurysms with bilateral iliac extension and/or iliac prolongation, while the exclusion criteria pertain to patients with monoiliac aortic aneurysms, branched or fenestrated EVARs, and EVAR as a bridge to surgical intervention. Patients were divided into 4 groups (ELR, ELP, NEL, ELT) based on the presence and treatment of endoleaks. Demographic data and cardiovascular risk factors were collected. To calculate the effective dose of angiographic procedures, the total DAP was multiplied by a conversion coefficient. The effective dose of CT examinations was evaluated using simulation with a dose tracking system. If dosimetric data were missing, the average value of available angiographic procedures or CT scans was used, multiplied by the number of procedures performed. Organ dose was calculated using the same methods, while risk was estimated using specific software. Results The technical success of EVAR was 99%, with percutaneous access being predominantly used. More infrarenal anchoring stents were placed, particularly in patients from subgroups II, III, and IV. The mean follow-up period was 34 months. There was no statistically significant difference in follow-up among the various patient subgroups. 23 deaths (14%) were recorded, but none were related to aortic pathology. The number of CT scans and ECD/CEUS examinations performed in the EL group was significantly higher than in the NEL group, and patients in the ELT subgroup underwent one or more treatments for endoleak resolution. Endoleak resolution was achieved in 80% of cases. For the NEL vs. ELR + ELP + ELT groups, there was a statistically significant difference in both CT and angiography evaluation of radiogenic exposure. The same applied for the comparison between NEL vs. ELT, while for NEL vs. ELR, NEL vs. ELP, there was a statistically significant difference only in CT scans. For XA procedures, the greatest risk is for leukemia in terms of REID. Conclusions The detection of endoleaks is a common complication during the post-EVAR follow-up period. It leads to a variation in the diagnostic-therapeutic pathway, significantly increasing the number of angio-CT and ECD examinations performed. Endovascular treatment of endoleak correction is often effective but technically complex, requiring a significant number of examinations and potential treatments, resulting in a significant increase in patient radiogenic exposure. However, the risks associated with radiogenic exposure for this population are substantially negligible and comparable to the general population.

Obiettivo L’obiettivo primario dello studio è quello di calcolare il rischio dato dall’esposizione radiogena durante il follow up post EVAR. Per eseguire il calcolo, i dati, che sono stati raccolti tramite revisione degli esami, cartelle cliniche presenti nel sistema informatico e attraverso colloquio telefonico, sono stati inviati in forma di databse, presso la struttura complessa della Fisica Sanitaria dell’ AOU città della salute e della scienza di Torino. Metodi I criteri di inclusione nello studio sono pazienti con endoprotesi aortica addominale bisiliaca e/o prolungamento iliaco, mentre i criteri di esclusione riguardano endoprotesi aortica monoiliaca, EVAR branched o fenestrata e EVAR come bridge per intervento chirurgico. I pazienti sono stati suddivisi in 4 gruppi (ELR,ELP,NEL,ELT) in base alla presenza e al trattamento degli endoleak. Sono stati raccolti dati demografici e fattori di rischio cardiovascolare. Per calcolare la dose efficace delle procedure angiografiche, è stata utilizzata la DAP totale moltiplicata per un coefficiente di conversione. La dose efficace degli esami TC è stata valutata tramite simulazione con un sistema di dose tracking. Se i dati dosimetrici erano mancanti, è stato utilizzato il valore medio delle procedure angiografiche o degli esami TC disponibili, moltiplicato per il numero di procedure eseguite. La dose all'organo è stata calcolata utilizzando gli stessi metodi, mentre il rischio è stato stimato con un software specifico. Risultati Il successo tecnico dell’EVAR è stato del 99 %, è stato maggiormente utilizzato l’accesso percutaneo. È stato posizionato un maggior numero di protesi ad aggancio sottorenale e più frequentemente nei pazienti dei sottogruppi II,III, IV. Il follow up medio dei pazienti è stato di 34 mesi. Non vi è all’interno dei vari sottogruppi di Pazienti una differenza statisticamente significativa in termini di follow up. Sono stati riscontrati riscontrato 23 decessi (14%), ma nessuno di questi è stato correlato alla patologia aortica. Il numero di esami TC e ECD /CEUS eseguiti nel gruppo con EL sono risultati significativamente maggiori rispetto al gruppo NEL e i pazienti del sottogruppo ELT, sono stati sottoposti ad uno o più trattamenti per la risoluzione dell’endoleak. È stata ottenuta la risoluzione dell’ endoleak nell’80% dei casi. Per i gruppi NEL vs ELR + ELP + ELT vi è una differenza statisticamente significativa sia per TC che per angiografie nella valutazione dell’esposzione radiogena. Lo stesso vale per il confronto NEL vs ELT, mentre per i gruppi NEL vs ELR, NEL vs ELP, c’è una differenza statisticamente significativa solo nelle TC. Per le procedure XA, il rischio maggiore si ha per leucemia in termini di REID. Conclusioni Il riscontro di endoleak è una complicanza frequente lungo il periodo di follow up post EVAR. Determina una variazione del percorso diagnostico-terapeutico incrementando sensibilmente il numero di esami angio-TC ed ECD eseguiti. Il trattamento endovascolare di correzione dell'’endoleak è spesso efficace ma tecnicamente complesso e richiede un numero di esami ed eventuali trattamenti che si riflette in un incremento significativo dell’esposizione radiogena a cui viene sottoposto il Paziente. Tuttavia i rischi correlati all’esposizione radiogena per questa fascia di popolazione sono sostanzialmente trascurabili e comparabili con la popolazione generale.

Valutazione dell'esposizione radiogena in corso di follow up nei pazienti sottoposti a EVAR

PELIZZA, FEDERICO
2023/2024

Abstract

Obiettivo L’obiettivo primario dello studio è quello di calcolare il rischio dato dall’esposizione radiogena durante il follow up post EVAR. Per eseguire il calcolo, i dati, che sono stati raccolti tramite revisione degli esami, cartelle cliniche presenti nel sistema informatico e attraverso colloquio telefonico, sono stati inviati in forma di databse, presso la struttura complessa della Fisica Sanitaria dell’ AOU città della salute e della scienza di Torino. Metodi I criteri di inclusione nello studio sono pazienti con endoprotesi aortica addominale bisiliaca e/o prolungamento iliaco, mentre i criteri di esclusione riguardano endoprotesi aortica monoiliaca, EVAR branched o fenestrata e EVAR come bridge per intervento chirurgico. I pazienti sono stati suddivisi in 4 gruppi (ELR,ELP,NEL,ELT) in base alla presenza e al trattamento degli endoleak. Sono stati raccolti dati demografici e fattori di rischio cardiovascolare. Per calcolare la dose efficace delle procedure angiografiche, è stata utilizzata la DAP totale moltiplicata per un coefficiente di conversione. La dose efficace degli esami TC è stata valutata tramite simulazione con un sistema di dose tracking. Se i dati dosimetrici erano mancanti, è stato utilizzato il valore medio delle procedure angiografiche o degli esami TC disponibili, moltiplicato per il numero di procedure eseguite. La dose all'organo è stata calcolata utilizzando gli stessi metodi, mentre il rischio è stato stimato con un software specifico. Risultati Il successo tecnico dell’EVAR è stato del 99 %, è stato maggiormente utilizzato l’accesso percutaneo. È stato posizionato un maggior numero di protesi ad aggancio sottorenale e più frequentemente nei pazienti dei sottogruppi II,III, IV. Il follow up medio dei pazienti è stato di 34 mesi. Non vi è all’interno dei vari sottogruppi di Pazienti una differenza statisticamente significativa in termini di follow up. Sono stati riscontrati riscontrato 23 decessi (14%), ma nessuno di questi è stato correlato alla patologia aortica. Il numero di esami TC e ECD /CEUS eseguiti nel gruppo con EL sono risultati significativamente maggiori rispetto al gruppo NEL e i pazienti del sottogruppo ELT, sono stati sottoposti ad uno o più trattamenti per la risoluzione dell’endoleak. È stata ottenuta la risoluzione dell’ endoleak nell’80% dei casi. Per i gruppi NEL vs ELR + ELP + ELT vi è una differenza statisticamente significativa sia per TC che per angiografie nella valutazione dell’esposzione radiogena. Lo stesso vale per il confronto NEL vs ELT, mentre per i gruppi NEL vs ELR, NEL vs ELP, c’è una differenza statisticamente significativa solo nelle TC. Per le procedure XA, il rischio maggiore si ha per leucemia in termini di REID. Conclusioni Il riscontro di endoleak è una complicanza frequente lungo il periodo di follow up post EVAR. Determina una variazione del percorso diagnostico-terapeutico incrementando sensibilmente il numero di esami angio-TC ed ECD eseguiti. Il trattamento endovascolare di correzione dell'’endoleak è spesso efficace ma tecnicamente complesso e richiede un numero di esami ed eventuali trattamenti che si riflette in un incremento significativo dell’esposizione radiogena a cui viene sottoposto il Paziente. Tuttavia i rischi correlati all’esposizione radiogena per questa fascia di popolazione sono sostanzialmente trascurabili e comparabili con la popolazione generale.
Assessment of radiogenic exposure during follow-up in patients undergoing EVAR
Objective The primary objective of the study is to calculate the risk associated with radiogenic exposure during post-EVAR follow-up. To perform the calculation, data collected through examination reviews, clinical records from the computerized system, and telephone interviews were submitted in the form of a database to the comprehensive structure of Medical Physics at the AOU Città della Salute e della Scienza in Turin. Methods The inclusion criteria for the study are patients with abdominal aortic aneurysms with bilateral iliac extension and/or iliac prolongation, while the exclusion criteria pertain to patients with monoiliac aortic aneurysms, branched or fenestrated EVARs, and EVAR as a bridge to surgical intervention. Patients were divided into 4 groups (ELR, ELP, NEL, ELT) based on the presence and treatment of endoleaks. Demographic data and cardiovascular risk factors were collected. To calculate the effective dose of angiographic procedures, the total DAP was multiplied by a conversion coefficient. The effective dose of CT examinations was evaluated using simulation with a dose tracking system. If dosimetric data were missing, the average value of available angiographic procedures or CT scans was used, multiplied by the number of procedures performed. Organ dose was calculated using the same methods, while risk was estimated using specific software. Results The technical success of EVAR was 99%, with percutaneous access being predominantly used. More infrarenal anchoring stents were placed, particularly in patients from subgroups II, III, and IV. The mean follow-up period was 34 months. There was no statistically significant difference in follow-up among the various patient subgroups. 23 deaths (14%) were recorded, but none were related to aortic pathology. The number of CT scans and ECD/CEUS examinations performed in the EL group was significantly higher than in the NEL group, and patients in the ELT subgroup underwent one or more treatments for endoleak resolution. Endoleak resolution was achieved in 80% of cases. For the NEL vs. ELR + ELP + ELT groups, there was a statistically significant difference in both CT and angiography evaluation of radiogenic exposure. The same applied for the comparison between NEL vs. ELT, while for NEL vs. ELR, NEL vs. ELP, there was a statistically significant difference only in CT scans. For XA procedures, the greatest risk is for leukemia in terms of REID. Conclusions The detection of endoleaks is a common complication during the post-EVAR follow-up period. It leads to a variation in the diagnostic-therapeutic pathway, significantly increasing the number of angio-CT and ECD examinations performed. Endovascular treatment of endoleak correction is often effective but technically complex, requiring a significant number of examinations and potential treatments, resulting in a significant increase in patient radiogenic exposure. However, the risks associated with radiogenic exposure for this population are substantially negligible and comparable to the general population.
GONTERO, PAOLO
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