Subject: Epithelial ovarian carcinoma (EOC) is the gynecological malignancy with the highest mortality rate in the Western world [1]. Although the prognosis is favorable in patients with early-stage disease, the majority of cases are diagnosed at an advanced stage, for which the 5-year survival rate is around 30%. Currently, the standard of care for advanced EOC includes primary debulking surgery (PDS) and platinum-based chemotherapy, followed by maintenance therapy. Despite an initial good response to treatment, most patients experience recurrence [2]. Complete resection of all macroscopic disease during primary debulking surgery (PDS) is considered the most important independent prognostic factor in advanced disease [3, 4, 5]. In addition to the absence of residual tumor after surgery, the pathological stage of the disease also represents an important prognostic factor, as it helps identify subgroups of patients with different risk levels and, consequently, different needs for adjuvant treatment. However, the prognostic significance of bowel infiltration (stage IVB, according to FIGO classification [6]) remains debated [7, 8, 9]. Objectives: This retrospective study aims to evaluate the prognostic significance of bowel infiltration compared to patients with stage IIIC nodal/peritoneal disease in a cohort of patients undergoing primary debulking surgery for ovarian carcinoma with no post-operative macroscopic residual tumor. The main objective is to compare the two groups in terms of progression-free survival (PFS) and overall survival (OS), analyzing how bowel infiltration may impact prognosis compared to patients with advanced-stage disease without such invasion. Methods: A total of 32 patients were included in the study, of which 16 were assigned to stage IVB due to deep invasion of the muscularis, submucosa, or mucosa of the bowel, while the remaining 16, with only serosal intestinal disease and/or abdominal nodal involvement, were considered stage IIIC. The limited sample size is due to the decision to focus the analysis on a selected cohort of patients who underwent primary debulking surgery with resection of the recto-sigmoid colon, to eliminate bias arising from potential microscopic residual disease that could negatively affect survival and alter the interpretation of the results. Results: No significant differences were found in PFS between the two groups: 25 months in stage IIIC and 21 months in stage IVB (p=0.299). Similarly, there were no significant differences in OS (p=0.286), although the median OS was higher in the IVB group (70 months) compared to the IIIC group (35 months). Conclusions: The data derived from this study suggest that bowel infiltration in advanced ovarian carcinoma does not worsen survival compared to stage IIIC when there is no post-operative residual tumor, challenging the assignment to stage IV.

Oggetto: Il carcinoma epiteliale dell’ovaio (EOC) è la neoplasia ginecologica con il più alto tasso di mortalità nel mondo occidentale [1]. Sebbene la prognosi sia favorevole nelle pazienti con malattia in stadio iniziale, la maggior parte dei casi viene diagnosticata in stadio avanzato, per il quale il tasso di sopravvivenza a 5 anni è intorno al 30%. Attualmente, lo standard di cura dell’ EOC avanzato comprende la citoriduzione primaria (PDS) e la chemioterapia a base di platino, seguite da una terapia di mantenimento. Nonostante una buona risposta iniziale al trattamento, la maggioranza delle pazienti sviluppa una recidiva [10]. La resezione completa di tutta la malattia macroscopica durante la chirurgia di debulking primaria (PDS) è considerata il fattore prognostico indipendente più importante nella malattia avanzata [3, 4, 5]. In aggiunta all’assenza di tumore residuo dopo chirurgia, lo stadio anatomopatologico della malattia rappresenta anch’esso un importante fattore prognostico, in quanto utile nell’identificazione di sottogruppi di pazienti con diversi livelli di rischio e, di conseguenza, diverse necessità di trattamento adiuvante. Tuttavia, il significato prognostico dell’infiltrazione intestinale (stadio IVB, secondo la classificazione FIGO [6]) resta dibattuto [7, 8, 9]. Obiettivi: Il presente studio retrospettivo si propone di valutare il significato prognostico dell’infiltrazione intestinale rispetto a pazienti con malattia in stadio IIIC linfonodale/peritoneale in una coorte di pazienti sottoposte a citoriduzione primaria per carcinoma ovarico con residuo tumorale macroscopico post-operatorio assente. L’obiettivo principale è confrontare i due gruppi in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e sopravvivenza globale (OV), analizzando in che misura l’infiltrazione intestinale possa incidere sulla prognosi rispetto a pazienti con uno stadio avanzato ma senza tale invasione. Metodi: Sono state incluse nello studio 32 pazienti, di cui 16 assegnate allo stadio IVB a causa della presenza di invasione profonda a livello della muscolare, sottomucosa o mucosa intestinale, mentre le restanti 16, in presenza di sola malattia a livello sieroso intestinale e/o linfonodale addominale, sono state considerate stadio IIIC. L’esigua numerosità campionaria deriva della scelta di restringere l’analisi a una coorte selezionata di pazienti sottoposte a citoriduzione primaria con resezione intestinale di retto-sigma, al fine di eliminare il bias derivante dalla presenza di eventuale malattia residua microscopica che potrebbe influenzare negativamente la sopravvivenza e alterare l’interpretazione dei risultati. Risultati: Non sono emerse differenze significative nella PFS tra i due gruppi: 25 mesi nello stadio IIIC e 21 mesi nello stadio IVB (p=0,299). Anche per l’OS non ci sono state differenze significative (p=0,286), sebbene l’OS media fosse superiore nel gruppo IVB (70 mesi) rispetto al gruppo IIIC (35 mesi). Conclusioni: I dati desunti dal presente studio suggeriscono che l’infiltrazione intestinale nel carcinoma ovarico avanzato non peggiori la sopravvivenza rispetto allo stadio IIIC, laddove il residuo tumorale post-operatorio sia assente, mettendo in discussione l’assegnazione allo stadio IV di malattia.

Outcomes del Carcinoma Ovarico in Stadio III linfonodale e IV intestinale: Studio Pilota sulla casistica di un Singolo Centro

ROMANO, FEDERICA
2023/2024

Abstract

Oggetto: Il carcinoma epiteliale dell’ovaio (EOC) è la neoplasia ginecologica con il più alto tasso di mortalità nel mondo occidentale [1]. Sebbene la prognosi sia favorevole nelle pazienti con malattia in stadio iniziale, la maggior parte dei casi viene diagnosticata in stadio avanzato, per il quale il tasso di sopravvivenza a 5 anni è intorno al 30%. Attualmente, lo standard di cura dell’ EOC avanzato comprende la citoriduzione primaria (PDS) e la chemioterapia a base di platino, seguite da una terapia di mantenimento. Nonostante una buona risposta iniziale al trattamento, la maggioranza delle pazienti sviluppa una recidiva [10]. La resezione completa di tutta la malattia macroscopica durante la chirurgia di debulking primaria (PDS) è considerata il fattore prognostico indipendente più importante nella malattia avanzata [3, 4, 5]. In aggiunta all’assenza di tumore residuo dopo chirurgia, lo stadio anatomopatologico della malattia rappresenta anch’esso un importante fattore prognostico, in quanto utile nell’identificazione di sottogruppi di pazienti con diversi livelli di rischio e, di conseguenza, diverse necessità di trattamento adiuvante. Tuttavia, il significato prognostico dell’infiltrazione intestinale (stadio IVB, secondo la classificazione FIGO [6]) resta dibattuto [7, 8, 9]. Obiettivi: Il presente studio retrospettivo si propone di valutare il significato prognostico dell’infiltrazione intestinale rispetto a pazienti con malattia in stadio IIIC linfonodale/peritoneale in una coorte di pazienti sottoposte a citoriduzione primaria per carcinoma ovarico con residuo tumorale macroscopico post-operatorio assente. L’obiettivo principale è confrontare i due gruppi in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e sopravvivenza globale (OV), analizzando in che misura l’infiltrazione intestinale possa incidere sulla prognosi rispetto a pazienti con uno stadio avanzato ma senza tale invasione. Metodi: Sono state incluse nello studio 32 pazienti, di cui 16 assegnate allo stadio IVB a causa della presenza di invasione profonda a livello della muscolare, sottomucosa o mucosa intestinale, mentre le restanti 16, in presenza di sola malattia a livello sieroso intestinale e/o linfonodale addominale, sono state considerate stadio IIIC. L’esigua numerosità campionaria deriva della scelta di restringere l’analisi a una coorte selezionata di pazienti sottoposte a citoriduzione primaria con resezione intestinale di retto-sigma, al fine di eliminare il bias derivante dalla presenza di eventuale malattia residua microscopica che potrebbe influenzare negativamente la sopravvivenza e alterare l’interpretazione dei risultati. Risultati: Non sono emerse differenze significative nella PFS tra i due gruppi: 25 mesi nello stadio IIIC e 21 mesi nello stadio IVB (p=0,299). Anche per l’OS non ci sono state differenze significative (p=0,286), sebbene l’OS media fosse superiore nel gruppo IVB (70 mesi) rispetto al gruppo IIIC (35 mesi). Conclusioni: I dati desunti dal presente studio suggeriscono che l’infiltrazione intestinale nel carcinoma ovarico avanzato non peggiori la sopravvivenza rispetto allo stadio IIIC, laddove il residuo tumorale post-operatorio sia assente, mettendo in discussione l’assegnazione allo stadio IV di malattia.
Long Term Outcomes of Advanced Ovarian Cancer with nodal and bowel involvement: a Single Centre Pilot Study
Subject: Epithelial ovarian carcinoma (EOC) is the gynecological malignancy with the highest mortality rate in the Western world [1]. Although the prognosis is favorable in patients with early-stage disease, the majority of cases are diagnosed at an advanced stage, for which the 5-year survival rate is around 30%. Currently, the standard of care for advanced EOC includes primary debulking surgery (PDS) and platinum-based chemotherapy, followed by maintenance therapy. Despite an initial good response to treatment, most patients experience recurrence [2]. Complete resection of all macroscopic disease during primary debulking surgery (PDS) is considered the most important independent prognostic factor in advanced disease [3, 4, 5]. In addition to the absence of residual tumor after surgery, the pathological stage of the disease also represents an important prognostic factor, as it helps identify subgroups of patients with different risk levels and, consequently, different needs for adjuvant treatment. However, the prognostic significance of bowel infiltration (stage IVB, according to FIGO classification [6]) remains debated [7, 8, 9]. Objectives: This retrospective study aims to evaluate the prognostic significance of bowel infiltration compared to patients with stage IIIC nodal/peritoneal disease in a cohort of patients undergoing primary debulking surgery for ovarian carcinoma with no post-operative macroscopic residual tumor. The main objective is to compare the two groups in terms of progression-free survival (PFS) and overall survival (OS), analyzing how bowel infiltration may impact prognosis compared to patients with advanced-stage disease without such invasion. Methods: A total of 32 patients were included in the study, of which 16 were assigned to stage IVB due to deep invasion of the muscularis, submucosa, or mucosa of the bowel, while the remaining 16, with only serosal intestinal disease and/or abdominal nodal involvement, were considered stage IIIC. The limited sample size is due to the decision to focus the analysis on a selected cohort of patients who underwent primary debulking surgery with resection of the recto-sigmoid colon, to eliminate bias arising from potential microscopic residual disease that could negatively affect survival and alter the interpretation of the results. Results: No significant differences were found in PFS between the two groups: 25 months in stage IIIC and 21 months in stage IVB (p=0.299). Similarly, there were no significant differences in OS (p=0.286), although the median OS was higher in the IVB group (70 months) compared to the IIIC group (35 months). Conclusions: The data derived from this study suggest that bowel infiltration in advanced ovarian carcinoma does not worsen survival compared to stage IIIC when there is no post-operative residual tumor, challenging the assignment to stage IV.
SORIA, FRANCESCO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/3410